“Il mio piano per rilanciare l’Italia del 2011? Napolitano non me l’ha mai chiesto”. Se la cava così l’ex ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, che ben prima della caduta del governo Berlusconi metteva la sua esperienza di amministratore delegato di Intesa San Paolo a disposizione del presidente della Repubblica, già impegnatissimo a sondare Mario Monti per sostituirlo al Cavaliere. Ospite ieri alla Fondazione Corriere della Sera per la presentazione del libro che ha svelato le sonde presidenziali del 2011, “Ammazziamo il Gattopardo” di Alan Friedman (Rizzoli), l’ex banchiere sorvola rapidamente su tempi e modi di quello che ormai i berluscones non esitano a definire “golpe”. “Sono stato io a presentare a Giorgio Napolitano quel programma, perché mi sentivo in dovere di dimostrare che si poteva evitare il declino del Paese”, ammette candido Passera. Inutile tentare di interrogarlo sull’opportunità di porre i suoi piani all’attenzione del Colle mentre è ancora l’ad del primo gruppo bancario del Paese. Inutile perché, dopo il dibattito, Passera scappa letteralmente dai cronisti come il peggiore dei ladri. Ma non senza lasciare un segno, una speranza per il futuro: “Ho pronto un nuovo progetto per l’Italia, e lo presenterò il 24 febbraio per portarlo in giro per il Paese e renderlo il più condiviso possibile”. Insomma, nell’agosto del 2011, è il caso di dirlo, chi s’è visto, s’è visto. Un vero leader, si sa, guarda al futuro. E poi – ce ne fosse il bisogno – a sgombrare il campo da eventuali polemiche ci pensa subito il direttore del Corriere Ferruccio de Bortoli: “Il giudizio su quel periodo e sul comportamento del Capo dello Stato non cambia: meno male che abbiamo avuto Giorgio Napolitano, va bene?”. La sala risponde con un applauso di Franz Baraggino