Il fedelissimo renziano non sembra preoccupato dall'esito dello scontro di oggi. Papabile per un ministero, si preoccupa al telefono di portare il prodotto dentro gli spazi di un altro grande sponsor di Renzi, Oscar Farinetti
Sono le undici del mattino. C’è il sole su Roma, si attende pioggia o grandine dentro la sede del Pd. Nel frattempo Renzi aspetta, anche Letta aspetta. Lima il suo discorso il primo, le tattiche, forse pensano a una strategia. Sempre forse. Magari sono preoccupati per le sorti proprie o del Paese. E Dario Nardella che fa? Pensa alla patatina. Via qualunque immagine erotica, nessun riferimento con la sfera femminile, qui parliamo di business, quello che fa sorridere il cuore e il portafogli. Per questo l’ex vicesindaco di Firenze, braccio di destro di Matteo Renzi, prossimo ministro se va bene, primo cittadino fiorentino se va male, si siede alla Caffetteria di piazza di Pietra e spiega al telefono: “Sì, posso parlare tranquillamente. Sì, non c’è problema. Ascoltami, ora contatto il braccio destro di Oscar (Farinetti, ndr), perché dobbiamo portare la patatina San Carlo dentro Eataly… Sì! E’ l’unica interamente italiana”. Nuovi altri sorrisi con i due seduti davanti a lui. Sorrisi di intesa ricambiati. “E’ l’unica italiana, dobbiamo aspettare l’offerta degli altri e presentarne una di un euro in meno, basta un euro… ah ah ah ah”.
Per la cronaca: anche Oscar Farinetti è tra i papabili come ministro. Magari tra pochi giorni potranno parlarne di persona prima di un consiglio dei ministri.