L’improvviso assalto di Matteo Renzi a Palazzo Chigi rischia di provocare seri danni collaterali. Sono a rischio importanti decreti in scadenza: quello sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, il “salva-Roma” e il Milleproroghe, tutti in scadenza entro fine mese. Le consultazioni al Quirinale, per quanto “lampo”, provocano infatti il rallentamento di un calendario già in corsa sul filo.
Alla Camera sono in corso trattative sul dl Milleproroghe. Secondo l’agenzia Public Policy, la maggioranza sta trattando con le opposizioni, in primis il Movimento 5 stelle, per accordarsi su alcune modifiche, così da evitare l’ostruzionismo, rimandare il testo al Senato e approvarlo prima che decada. Il rischio tocca il Milleproroghe (che scade il 28 febbraio), il Salva Roma bis (che ha la stessa scadenza ed è ancora all’esame del Senato) e il dl sul Finanziamento ai partiti (che scade il 26 febbraio ed è stato appena approvato dal Senato). Quest’ultimo è il testo, appena approvato al Senato e in attesa dell’ok definitivo alla Camera, che abolisce i rimborsi elettorali e introduce i contributi volontari dei cittadini, con agevolazioni fiscali, e il 2 per mille in dichiarazione dei redditi.
Il Movimento 5 stelle, a quanto si apprende, ha segnalato 25 dei 260 emendamenti presentati al Milleproroghe in Aula e ha incassato al momento la disponibilità della maggioranza a rinviare il testo in commissione Affari costituzionali e approvare molte delle modifiche richieste. Tra queste, le proroghe sui commissariamenti, sugli sfratti, e l’adeguamento dell’elenco dell’Aifa sulle protesi. Il Milleproroghe è stato approvato dalla commissione Affari costituzionali della Camera in fretta e furia e “blindato” dalla maggioranza due giorni fa, fra le proteste dei grillini che promettevano ostruzionismo. Con un governo uscente e l’impossibilità di porre la fiducia, però, il dl rischia di decadere. Così come il Salva Roma bis e il Finanziamento ai partiti. La trattativa in corso quindi dovrebbe portare all’accordo su modifiche mirate da fare alla Camera e poi un passaggio velocissimo al Senato per il via libera definitivo.
La conferenza dei capigruppo ha stabilito che il Comitato dei nove lavori fino alle 17 di lunedì prossimo per trovare una soluzione affinché il provvedimento, fino a ieri blindato da un accordo di maggioranza, possa subire poche modifiche e passare al Senato per il via libera definitivo entro il 28 febbraio.