La consultazione popolare svizzera sui lavoratori stranieri è stata vista come una minaccia per l’Europa, ma a ben guardare lo è soprattutto per la Svizzera.
Il fatto che un Paese europeo – anche se non membro dell’Ue – abbia chiesto delle quote di lavoratori stranieri compresi i cittadini europei ha fatto tanta paura a Bruxelles. In molti ci hanno visto un pericoloso precedente di attentato alla libera circolazione dei cittadini europei, uno dei capisaldi dell’Unione europea. Troppo poco, invece, si è detto su cosa rischiano i cittadini svizzeri.
A Bruxelles si è fatto giustamente notare che il giro di vite chiesto dalla maggioranza degli svizzeri non può essere a senso unico. Pur non essendo un Paese membro dell’Ue, la Svizzera gode di tutta una serie di accordi bilaterali che consentono alle proprie aziende di operare all’interno del mercato unico europeo e ai suoi cittadini di muoversi liberamente anche senza passaporto. Senza toccare il capitolo “libertà di capitali”, che da solo basterebbe a smascherare l’ipocrisia di questo referendum, si pensi al mercato dell’energia, agli innumerevoli progetti finanziati dal Programma Quadro della Ricerca Horizon 2020 o agli studenti anche svizzeri che possono prendere parte a scambi di studio e/o esperienze lavorative nel contesto del programma Erasmus+.
Per tornare alla questione “lavoratori immigrati”, è vero che in Svizzera ci sono circa un milione di cittadini europei – i quali, tra l’altro, portano nella maggior parte dei casi alte competenze e professionalità – ma va anche detto che nel resto d’Europa vivono e lavorano 430mila svizzeri, nel dettaglio: 191.362 in Francia, 82.626 in Germania, 50.716 in Italia, 30.452 in Gran Bretagna, 24.242 in Spagna, 15.208 in Austria e così via (fonte: Swissinfo). Senza contare i 178.546 negli Stati Uniti, i 48.359 in Asia, 31.095 in Oceania e perfino i 21.218 in Africa. Allora a questo punto la domanda sorge spontanea: questi svizzeri che fine faranno?
Insomma, è evidente che le ricadute per la stessa Svizzera di questo referendum potrebbero essere molto più ingenti di quelle che rischia il resto d’Europa. I cittadini svizzeri lo avevano pensato questo? Il sistema referendario della Confederazione svizzera è per certi versi invidiabile, in quanto avvicina considerevolmente il popolo al potere politico e viceversa. Ma attenzione: ogni potere, per non diventare controproducente, deve essere gestito con responsabilità e coscienza. Che si tratti di immigrazione, finanziamento pubblico, moneta unica o qualsivoglia materia, è fondamentale che l’elettorato sia maturo e consapevole di tutte le conseguenze delle proprie scelte, anche quelle indirette e meno immediate. Insomma, dire “non c’è lavoro allora cacciamo gli stranieri” appare una scelta quantomeno semplicista.
@AlessioPisano
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