Secondo i dati del laboratorio di ricerca Socio Economica dell’Università degli studi Link Campus University i casi di morti "per motivi economici" cresce rispetto al 2012, quando furono 89. Il fenomeno coinvolge tutte le aree geografiche d'Italia. Uno su due è tra gli imprenditori, salgono anche tra i disoccupati
Un suicidio ogni 2 giorni e mezzo. Sono state complessivamente 149 le persone che lo scorso anno si sono tolte la vita per motivi legati alla crisi economica, rispetto agli 89 casi registrati nel 2012. Sale così a 238 il numero dei suicidi “per motivi economici”, secondo gli ultimi dati resi noti da Link Lab, il laboratorio di ricerca Socio Economica dell’Università degli studi Link Campus University.
Dai dati emerge che il 40% dei casi di suicidio registrati è avvenuto negli ultimi quattro mesi. Dopo l’estate il loro numero è salito vertiginosamente: a settembre con 13 episodi registrati, nel mese di ottobre con 16 vittime, a novembre con 12 casi e a dicembre con 18 suicidi. Circa un suicidio su due (il 45,6%) – ha calcolato lo studio – riguarda un imprenditore (68 i casi nel 2013, 49 nel 2012) ma, tra un anno e l’altro, si registra un raddoppio del numero delle vittime tra i disoccupati: sono 58 i suicidi tra i senza lavoro, rispetto ai 28 dell’anno prima.
Il fenomeno non è caratteristico di una sola area, ma è diffuso su tutto il territorio nazionale. Mentre nel 2012 il numero più elevato di suicidi per motivi economici si era registrato nelle regioni del Nord-Est (27 casi, pari al 30,3% del totale) ora si registra maggiore uniformità tra le diverse aree geografiche. Persino nel Mezzogiorno dove il tasso di suicidi è stato storicamente più basso rispetto alla media nazionale, vi è stato un allarmante aumento: 13 casi complessivi nel 2012 sono diventati 29 nel 2013. Nel 2013 il numero più elevato si è registrato nel Nord-Ovest che vede triplicato il numero delle vittime (da 12 del 2012 a 35 l’anno successivo). Seguono le regioni centrali (33 casi, 22,1%) a fronte dei 23 del 2012 e il Nord Est con 32 casi. Sono 19 invece le persone che si sono suicidate nelle Isole.
L’indagine esamina anche le cause che portano al suicidio. Al primo posto rimane la mancanza di denaro o una situazione debitoria insanabile (108 suicidi), che stacca notevolmente chi si è ucciso dopo la perdita del posto di lavoro (26). Non manca anche chi si è tolto la vita per debiti verso l’erario: 13 casi, calcola il Link Lab. Ad allarmare, segnando l’acuirsi della crisi sul fronte sociale e lavorativo, è anche il dato relativo ai tentativi di suicidio: lo studio ne ha contati 86 contro i 48 del 2012, tra loro una cinquantina di disoccupati ai quali la crisi ha portato via il lavoro ma anche la speranza di ricostruire altrove il proprio percorso professionale.