Chi sa cos’è un’audio descrizione? Se cercate tra le pagine italiane di Google, troverete ben poco (non esiste neanche la voce su Wikipedia). Ma se provate, invece, con “audio description” ecco aprirsi un mondoadditional narration track intended primarily for blind and visually impaired consumers of visual media consists of a narrator talking through the presentation, describing what is happening on the screen or stage during the natural pauses in the audio, and sometimes during dialogue if deemed necessary.

Magari, per capire la funzione delle audio descrizioni non c’era bisogno della definizione di Wikipedia, ma il punto è che alla scarsa disponibilità di informazioni in italiano, limitate alle attività di promozione di alcune associazioni, fa da controaltare un ampio e radicato interesse istituzionale di diversi paesi stranieri per il tema dell'”accessibilità” alla fruizione dell’arte, della cultura e dell’informazione. Nel 2010, ad esempio, l’Amministrazione Obama ha firmato il 21st century Accesibility act che impone ai network di comunicazione ed ai gestori di servizi via cavo, di trasmettere obbligatoriamente 4 ore a settimana di programmi audio descritti (un monte ore che gradualmente dovrebbe aumentare, arrivando poi a coprire gran parte dei programmi trasmessi) per adeguare gli Stati Uniti, allo standard già raggiunto negli anni passati da paesi come il Canada, il Regno Unito – con i servizi offerti da BBC iplayer – e la Spagna che da anni guidano il fronte dei paesi più all’avanguardia sul tema “accessibilità”.

E l’Italia? Sebbene la cultura dei provvedimenti a favore di persone con disabilità sensoriali sia molto indietro rispetto ad altri paesi, ci troviamo di fronte ad uno dei soliti paradossi di casa nostra: da un lato relativa indifferenza istituzionale, dall’altra esperienze come Movie Reading, il lavoro di una italianissima start-up che ha realizzato lo scorso anno un’app gratuita che consente di accedere a sottotitoli ed audio descrizioni “on demand”. È il primo servizio al mondo di questo tipo e consente alla persona non vedente di andare al cinema quando vuole – libera quindi dai vincoli delle poche proiezioni accessibili offerte fino a poco tempo fa solo da tre sale in Italia – semplicemente attivando Movie Reading. Funziona in questo modo: il microfono del tablet o dello smartphone consente all’audio descrizione caricata con l’app, di funzionare in sincronia con l’andamento dell’audio in sala, senza bisogno che il cinema si debba dotare di infrastrutture apposite.

Ciò che lo spettatore ascolta in cuffia è una sorta di versione vocale della celebre pagina “777” di Televideo ma con in più il calore del tono e del timbro della voce umana che cercano di riprodurre le sfumature dell’immagine visiva. Le trascrizioni e l’adattamento vengono realizzate da una coppia di audio trascrittori dei quali uno dei due è non vedente.

Un vero peccato che l’Italia ignori un settore tanto ricco di valore sociale (e di prospettive economiche) che rappresenta una vera e propria rivoluzione sul piano dei rapporti tra la società e su quello dell’inclusione sociale delle persone disabili.

Ma le associazioni di settore non si danno per vinte. Anzi. Domani a Roma, l’associazione Blind Sight Project, una Onlus impegnata nella promozione dell’accessibilità per disabili sensoriali (soprattutto nel settore delle nuove tecnologie) presenterà delle “linee guida” per la corretta trascrizione dei filmati a margine della proiezione della versione ‘accessibile’ de La Grande Bellezza. Con la definizione di uno standard la Onlus Blind Sight, cerca di avviare in Italia lo stesso percorso già sperimentato negli Stati Uniti dall’Associazione Ciechi con la creazione dell’Audio Description Project, una piattaforma che promuove sviluppi tecnologici e culturali nel settore delle audio descrizioni. Come al solito, in Italia, è l’associazionismo a dover sopperire all’assenza delle istituzioni.

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