Un recente sondaggio svolto da Ipsos per Save the Children, organizzazione internazionale che si occupa dei vari aspetti della salute dei bambini, ha messo in luce un dato che consente di fare alcune riflessioni: più di un adulto su tre (38%), del campione intervistato, ritiene “accettabile” un incontro sessuale con un adolescente, il 28% degli adulti intervistati dichiara di avere tra i propri contatti adolescenti che non conosce personalmente e il 10% ritiene che l’iniziativa di questi contatti sia dell’adolescente. Colpisce in tutto questo anche la scarsa conoscenza, da parte degli adulti, della legge che regola le relazioni di natura sessuale tra un adulto e un minore. Il 61% degli intervistati ritiene che la maggiore età rappresenti la soglia della non punibilità e l’8% ritiene che sia consentita, indipendentemente dall’età, in assenza di violenza e costrizione. Un argomento sul quale riflettere dicevamo, in una società che attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie ha modificato usi e costumi sessuali. Sembra quasi che la facile accessibilità e la garanzia dell’anonimato della rete permetta un confine fluido tra il mondo degli adulti e degli adolescenti, uniformando due fasi di vita decisamente diverse e soprattutto con compiti evolutivi diversi.

Gli adulti dovrebbero avere il compito, nei confronti degli adolescenti, di educare e di mostrare le diverse strade per poi lasciare all’adolescente il compito di confrontarsi, sfidare e trovarsi. Mentre da una parte l’adolescente di oggi viene ritenuto più disinibito, con esperienze sessuali precoci, con una maturazione sessuale che spesso non corrisponde a quella emotiva, alcuni adulti, dall’altra, sembrano quasi “approfittare” di questa precocità non riuscendo loro stessi a definire e stare dentro dei confini. A questo punto il dubbio sorge spontaneo, in realtà questi adulti non hanno nessuna intenzione di creare e mantenere i confini, perché probabilmente non li hanno neanche per loro. Non è una giustificazione, ma bisognerà prendere atto prima o poi che l’educazione alla sessualità non dovrà solo occuparsi degli aspetti fisiologici e anatomici del corpo maschile e femminile, ma soprattutto si dovrà affrontare la relazione tra le persone, adulti o adolescenti che siano, maschi o femmine, e parlare del rispetto delle differenze e del corpo dell’altro.

Questa educazione dovrebbe essere mirata anche agli adulti, per aiutarli a definire meglio il proprio ruolo nei confronti dei bambini/adolescenti e soprattutto a dare una maggiore consapevolezza della sproporzione di “potere” che un adulto ha comunque nei confronti di un minore. Quando un adulto non sa gestire questo “potere” il passaggio all’atto è il rischio più probabile ed è facile rimandare la responsabilità all’altro (l’adolescente), alla sua seduttività e accettazione con la complicità di un mondo virtuale che riduce distanze e pudori.

Foto Lapresse

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