Tra i tanti libri letti negli ultimi mesi ci sono tre titoli che mi hanno colpito. Si tratta di volumi pubblicati da Edizioni Spartaco: Viaggio nelle praterie del West, di Washington Irving, Il destino cambia in tre attimi, di Raffaele Alliegro e Marco Fimiani e Camus. L’unione delle diversità, di Alessandro Bresolin.
Washington Irving , acclamato dai suoi contemporanei come il primo autore americano di fama internazionale, nel 1835 intraprende un viaggio attraverso il selvaggio West, un campo sconfinato di possibilità, di aspirazioni e di speranze, e annota tutto quello che vede e che sente nel suo taccuino. Nasce così Viaggio nelle praterie del West dove l’autore restituisce del Far West un’immagine viva e dinamica, ancora non contaminata dalle scorie di tanta letteratura e cinema di genere, destinata a conquistare tutti coloro che, una volta o l’altra, sono rimasti sedotti dal mito della Frontiera. L’introduzione del libro è di Roberto Donati, saggista e critico cinematografico, esperto del mito del West, la postfazione dell’illustratore e disegnatore di Tex, Leomacs, al secolo Massimiliano Leonardo. Traduzione e cura di Paolo Graziano.
Raffaele Alliegro e Marco Fimiani si sono chiusi per diversi mesi nell’Archivio di Stato di Salerno per selezionare le storie su cui lavorare, tra migliaia di faldoni di vecchi processi civili e penali e dare alle stampe Il destino cambia in tre attimi. Piccole storie di grandi ribellioni. Le otto storie raccontate sono realmente avvenute e corrispondono ad altrettante persone che nel passato hanno avuto a che fare con la giustizia come testimoni, imputati o semplici spettatori di un evento culminato in un processo. Una cordicella, un coltello, una lanterna, una scatola di fiammiferi: è tutto quello che possiede Immacolata, ragazza di buona famiglia che ha voluto sposare un contadino. Morto il padre, le proprietà sono passate al fratello Vincenzo, il maschio di famiglia. La povertà, la disperazione, la spingeranno a rubare in quella che era stata casa sua. Processata per furto, solo la morte, tre mesi prima della sentenza, la salverà dal carcere. La sua storia apre questa raccolta, che narra anche degli innamorati che la legge di Murat non riuscì a separare e della giovane che si ribellò alle consuetudini e per questo fu uccisa dal marito violento scelto dai genitori. E ancora sono riportate le vicissitudini del testimone scomodo che emigrò in Venezuela, quelle del coltivatore impoverito a causa del passaggio dal ducato alla lira e poi le vicende del marinaio accusato ingiustamente, dall’avvocato brigante, di un commerciante galantuomo. Otto vite, in un arco di tempo che va dalla Rivoluzione francese alla crisi del 1929, ricostruite attraverso atti giudiziari di processi civili e penali riscoperti dopo un lungo lavoro di ricerca e fedelmente riportati al termine di ogni racconto. Grande è stata la sorpresa quando Alliegro e Fimiani hanno scoperto che proprio la sede dell’Archivio di Stato di Salerno era stata nel passato la sede del tribunale in cui si sono svolti tutti i processi raccontati nel libro: mura cariche di ricordi che prima hanno provocato l’evento e poi ne hanno conservato la memoria.
Albert Camus è stato uno degli autori più significativi e originali del Novecento. Celebre soprattutto per i romanzi (Lo straniero, La peste, La caduta) e le pièce teatrali (Caligola, Il malinteso, I giusti), venne a lungo dimenticato in quanto intellettuale critico e militante senza partito. Solo ora che la sua figura è pienamente uscita dal cono d’ombra nel quale era stata relegata, quella della polemica con Sartre, i saggi e gli interventi politici di Camus, letti senza le lenti delle ideologie, vengono valutati per ciò che realmente esprimono. Le sue prese di posizione di sinistra libertaria, nel contesto di una guerra fredda dominata dalla logica del “con me o contro di me”, caddero nel vuoto, bollate come inattuali. “Lui è andato avanti da solo e a volto scoperto”, dice la figlia Catherine. E oggi sono proprio la coerenza e la sincerità di certe posizioni, sul franchismo, sulla politica sovietica e il comunismo, sulla questione algerina o sul federalismo europeo, a fornirci solidi strumenti per leggere in modo inedito il nostro passato prossimo e per interpretare e affrontare il nostro presente. Camus. L’unione delle diversità, di Alessandro Bresolin è un saggio che segue il filo del pensiero di Camus e non semplicemente la cronologia dei fatti che segnarono la sua breve ma intensa vita.
Edizioni Spartaco è nata nel 1995 a Santa Maria Capua Vetere: l’avventura è cominciata con quella che è rimasta la prima e unica guida della città, primato che detiene ancora oggi nonostante il formato sia diventato tascabile e il prezzo più economico. Dal 2003 ha solcato il mare della distribuzione nazionale, un oceano irto di insidie, infestato dai mostri sacri dell’editoria, bastimenti più forti economicamente e più potenti per tradizione e autorevolezza presso i media, capaci di pubblicare opere immortali oppure di scivolare sull’acqua con leggeri bestseller dalla vita intensa ma breve. Una piccola casa editrice, una casa editrice del sud, una casa editrice di Terra di Lavoro (e nemmeno di Caserta centro) che ha scelto di ritagliarsi uno spazio di libertà, complici gli autori che meglio e con più efficacia riescono a raccontare, a dire, a comunicare. Come ha detto Errico Malatesta, anche lui nato a Santa Maria Capua Vetere (del quale Edizioni Spartaco ha pubblicato l’Autobiografia mai scritta. Ricordi (1853-1932), a cura di Piero Brunello e Pietro Di Paola, edito anche in Germania dalla casa editrice Nautilus Frug Schrift, alla quale sono stati venduti i diritti): “incominciando col gustare un po’ di libertà, si finisce per volerla tutta”.