Giorni di trattative per la squadra di governo e ore di chiacchiere per il toto ministri del futuro governo Renzi. Il segretario del Pd e presidente del Consiglio in pectore, dopo le consultazioni di ieri, però ha già ricevuti molti no. Romano Prodi dato come “sogno proibito” al ministero dell’Economia ha già fatto sapere che non intende ricoprire l’incarico. Anche Andrea Guerra, ad Luxottica, resta al suo posto. Il sindaco ieri aveva ricevuto il no di Oscar Farinetti e Alessandro Baricco, rispettivamente per il dicastero dell’Agricoltura e quello della Cultura. Lunedì alle 10.30 il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, incontra il sindaco. Spuntano nella possibile lista dell’esecutivo nascente i nomi di Mauro Moretti e Marianna Madia per i ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro.
Ministro dello Sviluppo Economico. Il sindaco avrebbe voluto l’ad di Luxottica Andrea Guerra, ma il top manager passa: “Sono sereno e felice e rimango a fare il mio lavoro in questa bella azienda. Auguro tutto il bene possibile al nuovo governo che nascerà. Io personalmente, insieme a Luxottica, faremo sempre di tutto per contribuire alla evoluzione positiva del nostro Paese”. Per il Corriere della Sera era in pole position. Il quotidiano di via Solferino mette nel mazzo anche il nome di Vittorio Colao, ad Vodafone. Per la Repubblica in corsa ci sarebbe anche Mauro Moretti, ad di Ferrovie dello Stato, che è imputato nel processo sulla strage di Viareggio. Per giorni si è fatto anche il nome di Luca Cordero di Montezemolo ma ambienti, vicini al presidente della Ferrari, lo escludono. Tra i papabili invece pare ci sia anche Maurizio Martina, 35 anni, sottosegretario alle Politiche agricole.
Ministero dell’Economia. Centrale per qualunque premier è poi il ministro del Tesoro. Il sindaco di Firenze preferirebbe mettere un politico con esperienza piuttosto che un tecnico ma l’ipotesi di Fabrizio Barca è poco accreditata nel Pd mentre, a meno di sorprese, restano alte le quotazioni dell’economista economista Lorenzo Bini Smaghi. Secondo La Stampa per questo dicastero sono in calo le quotazioni Lucrezia Reichlin (ex Bce) ma in rialzo quelle di Piero Fassino, ex segretario Ds e ora sindaco di Torino. Anche se “il vero sogno proibito di Renzi” sarebbe Romano Prodi, che però ha fatto sapere di non essere disponibile. Per il Corriere della Sera c’è anche il nome Piercarlo Padoan, 51 anni, ex capo economista dell’Ocse e nuovo presidente dell’Istat.
Ministero del Lavoro. Sarebbero in corsa Tito Boeri ma anche esponenti della minoranza Pd come Guglielmo Epifani, ex segretario Cgil ed ex sindaco, o Cesare Damiano, già responsabile di questo dicastero durante il governo Prodi. Per il Corriere in corsa ci sono anche il giuslavorista Pietro Ichino e Marianna Madia, 33 anni, deputata e membro della segreteria nazionale del Pd con il ruolo di responsabile del lavoro.
Ministero della Giustizia. Secondo la Repubblica sono in calo le quotazioni di Michele Vietti, vicepresidente del Csm. Ora la partita sarebbe tra il giudice Mario Barbuto, il professor Andrea Proto Pisani e il presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro, già data in pole position in passato. Secondo il Corriere circola anche il nome di Giovanni Maria Flick, 73 anni, presidente emerito della Corte costituzionale e già Guardasigilli con Prodi. Non viene escluso un ritorno in via Arenula di Paola Severino.
Ministero dell’Interno. Il Viminale è uno dei nodi aperti. Angelino Alfano non avrebbe nessuna intenzione di lasciare il dicastero, accontentandosi del ruolo di vicepremier. Ma cresce l’ipotesi che sia Dario Franceschini a diventare ministro. Per il Corriere il fedelissimo Graziano Delrio, 53 anni, attualmente ministro per gli Affari regionali e lo sport, potrebbe occupare la poltrona del segretario di Ncd.
Ministero degli Esteri. Potrebbe essere riconfermata Emma Bonino. Anche il montiano Andrea Romano, 46 anni, storico, politico e giornalista, potrebbe trovare posto nel governo proprio con un incarico agli Esteri.
Federica Mogherini, 40 anni, responsabile per l’Europa della segreteria del Pd, e Roberta Pinotti (attualmente sottosegretario) sarebbero sempre in lizza per il dicastero della Difesa, ma si fanno anche il nome di Arturo Parisi e di Emanuele Fiano. Per quanto riguardata gli altri dicasteri Maria Elena Boschi viene accreditata alle Riforme o alla Cultura, poltrona per cui viene preso in considerazione anche l’ex presidente del Pd, Gianni Cuperlo dopo il no dello scrittore Alessandro Baricco. In lista anche il nome di Matteo Orfini.
Il segretario vorrebbe Lorenzo Guerini ai Rapporti con il Parlamento. C’è poi la partita delle riconferme, che riguarda tanto i ministri Pd quanto gli alleati: Andrea Orlando dovrebbe restare all’Ambiente. Al loro posto dovrebbero restare sia Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture (anche se il Corriere dà una chance anche all’attuale sindaco di Bari Michele Emiliano e Vincenzo De Luca ndr) che Beatrice Lorenzin, ministro della Salute. Al ministero dell’Istruzione dovrebbe arrivare il segretario di Scelta Civica Stefania Giannini. Già noto il no di Oscar Farinetti, patron di Eataly, all’Agricoltura: la poltrona potrebbe essere occupata da Ernesto Carbone. Per le Politiche comunitarie la Stampa fai nomi di Sandro Gozi, anche se è dato in riconferma dalla Repubblica Enzo Moavero. Agli Affari regionali la poltrona potrebbe andare a Riccardo Nencini, segretario Psi.