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Sardegna: la funzionaria che denunciò gli scandali e le elezioni inutili

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Ornella Piredda è la funzionaria del Consiglio regionale della Sardegna che ha denunciato all’Autorità Giudiziaria le spese per fini privati da parte di numerosi consiglieri di due intere legislature di tale Consiglio. Al momento 43 indagati, 19 rinviati a giudizio, 3 consiglieri agli arresti domiciliari e un condannato con rito abbreviato. Sul sito della Regione Sardegna si legge: “Milioni di euro in due legislature, dal 2004 a oggi, gran parte dei quali, forse, finita nelle tasche dei singoli rappresentanti del popolo sardo e poi da lì fuoriuscita per acquistare beni essenziali solo per loro (o per i loro eredi): televisori dal numero esagerato di pollici, tom tom, tablet, oggetti d’argento, orologi Rolex […] affitto di uffici e appartamenti, matrimoni, versamenti al partito utili per detrazioni fiscali, quadri e penne Montblanc”. 

Inizialmente Piredda aveva posto il problema della rendicontazione dei fondi al suo superiore. Le conseguenze di quel gesto sono state molto pesanti: è stata declassata, lo stipendio è fortemente diminuito, non ha più potuto pagare il mutuo e ha dovuto vendere la casa. Come se ciò non bastasse Piredda è rimasta sola nel Consiglio, anche i colleghi hanno cominciato ad evitarla per paura di subire a loro volta ritorsioni. Guai a esprimere solidarietà sul luogo di lavoro a chi segnala un reato nell’interesse pubblico. Questo succede oggi in Italia: gli onesti vengono emarginati.  

A livello penale manca un chiaro reato di mobbing e questo è inaccettabile data la sfrontatezza dilagante con cui i superiori compiono atti ritorsivi nei confronti di chi segnala illeciti nell’interesse pubblico. Dopo 5 anni a Piredda sono stati riconosciuti 16.000 euro per le mancate retribuzioni percepite. Niente in confronto a quanto subito – sia a livello morale che economico – e all’interesse pubblico che la sua denuncia ha permesso di tutelare.

Quanti in Italia sarebbero disposti a veder distrutta la propria vita per denunciare un reato? Il prezzo da pagare è sempre troppo elevato e per questo servono incentivi economici commisurati alle somme recuperate dallo Stato. Negli Stati Uniti funziona e ciò che impedisce l’introduzione di una legge è semplicemente la volontà politica. Infatti, introdurre una legge che tuteli i dipendenti onesti, pubblici e privati, che segnalano illeciti nell’interesse pubblico rappresenta uno strumento a tutela dei cittadini, pericoloso solo per chi è a capo delle istituzioni, perché impone loro di non abusare del proprio potere.

Sostenere che coloro che segnalano reati nell’interesse pubblico siano equiparabili ai delatori di epoca fascista è una grave falsità utilizzata da chi desidera che reati come peculato e corruzione continuino a dilagare nel nostro paese.

Qui l’intervista a Ornella Piredda andata in onda pochi giorni fa a Piazzapulita. Vogliamo tutelare persone come lei che si battono per i nostri interessi o vogliamo continuare a lasciarle da sole?

A fine ottobre 2013 il Movimento 5 Stelle ha depositato una proposta di legge proprio a tutela dei lavoratori che segnalano illeciti nell’interesse pubblico: staremo a vedere quali partiti avranno il “coraggio” di prenderla in considerazione.

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