Su Science una mappa completa dei “rimescolamenti” genetici tra diverse popolazioni del mondo, avvenuti in seguito a importanti eventi storici. Lo studio ha rivelato, per esempio, che il genoma della popolazione Tu in Cina reca traccia dell'incontro avvenuto intorno al 1200 d.C. tra una popolazione europea, dal Dna simile a quello dei greci di oggi, e una più simile a quella cinese
“Il Dna ha il potere di raccontare dettagliate storie sul passato dell’umanità”. Parola di Simon Myers dell’Università di Oxford, una vera autorità in materia. Il ricercatore inglese, infatti, insieme ai colleghi dello University College di Londra e altri scienziati internazionali ha pubblicato su Science una mappa completa dei “rimescolamenti” genetici tra diverse popolazioni del mondo, avvenuti in seguito a importanti eventi storici.
Lo studio ha rivelato, per esempio, che il genoma della popolazione Tu in Cina reca traccia dell’incontro avvenuto intorno al 1200 d.C. tra una popolazione europea, dal Dna simile a quello dei greci di oggi, e una più simile a quella cinese. Si tratta, probabilmente, di un risultato dei commerci sulla via della Seta, e dei conseguenti incontri tra mercanti del Mediterraneo e donne che vivevano lungo il tragitto commerciale.
Ma gli scienziati non si sono limitati a studiare i Tu: hanno analizzato il genoma di 1490 individui di 95 diverse popolazioni con complessi metodi statistici alla ricerca di pezzetti di Dna che si ripetessero in zone diverse del globo e identificassero un miscuglio genetico avvenuto in periodi storici ben precisi.
L’immensa mole di dati così ottenuta, resa interattiva e consultabile sul sito http://admixturemap.paintmychromosomes.com/ ha già dato i suoi frutti: se fino ad oggi c’era solo qualche indizio che la popolazione Hazara del Pakistan discendesse da quella mongola, da adesso c’è qualche certezza in più, visto che parte del loro Dna è effettivamente uguale a quello dell’antico popolo combattente.
“È come se ad ogni popolo fosse associata una tavolozza di diversi colori, corrispondenti a pezzetti di genoma”, ha spiegato Daniel Falush del Max Plank Istitute di Lipsia in Germania, co-autore dello studio. “Per dipingere il Dna dei moderni Maya si ha bisogno dei colori presenti nelle tavolozze delle popolazioni spagnole, native americane e dell’Africa occidentale”. In effetti, questo mix genetico, anch’esso analizzato nello studio su Science, risalirebbe al 1670 d.C., in accordo con ciò che sappiamo della colonizzazione di quel territorio. Risultati che potrebbero rivelarsi utili anche in medicina. “Comprendere similitudini e differenze nei Dna nel mondo – ha concluso Myers – può aiutarci a mappare i correnti fattori di rischio per alcune malattie, e magari anche la futura diffusione di rare patologie genetiche”.
di Laura Berardi