IL dato definitivo delle 22 fa segnare un meno 15% rispetto alle regionali del 2009. Iniziate alle 7 le operazioni di spoglio. A contendersi la carica di Presidente dell’isola ci son sei candidati: Ugo Cappellacci, Francesco Pigliaru, Pier Franco Devias, Gigi Sanna, Mauro Pili e Michela Murgia
Sono iniziate alle 7 le operazioni di scrutinio per le elezioni regionali in Sardegna e dovranno concludersi stasera entro le 19. Ieri l’affluenza definitiva alle urne, rilevata alle 22, orario di chiusura dei seggi nelle 1.836 sezioni dell’isola, è stata del 52,23%. Un dato in netto calo rispetto alle ultime consultazioni regionali del 2009, quando andò alle urne il 67,58% degli elettori. Hanno dunque votato 773.249 elettori su 1.480.332 iscritti. Nella circoscrizione di Cagliari l’affluenza è stata del 51,38%; in quella di Nuoro del 56,54%; in quella di Oristano del 49,71%; in quella di Sassari del 55,23%; in quella del Medio Campidano del 46,92%; in quella di Carbonia Iglesias del 48,83%; in quella dell’Ogliastra del 55,68%; in quella di Olbia Tempio del 52,27%.
A contendersi la carica di Presidente dell’isola ci son sei candidati: cinque uomini e una donna. UgoCappellacci, per la coalizione di centrodestra, Francesco Pigliaru per il centrosinistra, Pier Franco Devias (Fronte indipendentista Unidu), Gigi Sanna (Movimento Zona Franca) e due outsider: Mauro Pili (Popolo Sardo) e la scrittrice Michela Murgia (Sardegna Possibile), considerata una possibile outsider.
L’affluenza alle 19 di ieri è stata del 41,02%. Murgia è stata la prima a votare alle 10.25 nella scuola media di via Trieste a Cabras (Oristano). Francesco Pigliaru ha votato alle 10.45 a Cagliari nel seggio allestito nella Scuola elementare Satta in piazza del Carmine. Ugo Cappellacci, candidato ha votato alle 11.15 a Cagliari. Con lui anche i suoi due figli che votano per la prima volta alle Regionali.
La nuova assemblea sarda varierà anche nel numero dei consiglieri, passati da 80 a 60 per effetto della riforma dello Statuto autonomistico. Nuova è anche la legge elettorale statutaria che regola queste elezioni, caratterizzate da una campagna più breve del solito. Oltre a votare in un solo giorno (nel 2009 si votò anche la mattina del lunedì) è stata rivista la modalità di attribuzione dei seggi in Consiglio. Per ottenerli, infatti, le coalizioni devono superare lo sbarramento del 10% dei voti totali ottenuti dai gruppi di liste, mentre le liste che si presentano da sole dovranno ottenere almeno il 5%.
Per effetto della nuova legge, governare non sarà semplice. Il premio di maggioranza scatta anche per un solo voto in più a uno degli aspiranti presidenti che ha ottenuto almeno il 25%. In questo caso, però, si avrà una maggioranza risicata perché verrà assegnato il 55% dei seggi, corrispondenti a 33 consiglieri su 60. Nel caso in cui il vincitore riuscisse a superare il 40% dei consensi, il premio di maggioranza sarebbe del 60% dei seggi, ossia 36 consiglieri su 60. Per non “perdere” consiglieri, quindi, la nuova maggioranza sarà quasi costretta ad affidarsi ad una Giunta fatta da tecnici non consiglieri. Potrebbe anche accadere che uno dei candidati prenda più del 60% dei consensi o che nessuno dei sei sfidanti riesca a raggiungere il 25%: in questo caso tutti i seggi saranno ripartiti proporzionalmente fra tutti i gruppi di liste che hanno superato gli sbarramenti.
Chiamati ad eleggere il nuovo Consiglio e il futuro presidente sono stati 1.480.409 elettori – di cui 725.331 uomini e 755.078 donne – suddivisi nelle 1.836 sezioni allestite nei 377 comuni dell’Isola. La legge prevede il voto disgiunto, cioè tracciare un segno per un candidato alla carica di presidente e per una delle liste circoscrizionali non collegate scrivendo eventualmente anche il nome del candidato consigliere.