“La staffetta fra Enrico Letta e Matteo Renzi sottolinea la volatilità della politica italiana“, con il sindaco di Firenze destinato a “essere il quarto premier italiano dal novembre 2011”. L’avvertimento è dell’agenzia di rating Fitch, secondo cui Renzi “avrà probabilmente le stesse difficoltà del suo predecessore nel fare le riforme che rilancerebbero la crescita e la competitività economica dell’Italia”. E aggiunge: “L’incertezza sulla durata dei governi e sulla loro capacità di portare avanti riforme strutturali sono una delle ragioni per mantenere l’outlook negativo sul rating BBB+”.

Se da una parte Fitch mette in guardia gli investitori sull’affidabilità dell’Italia, dall’altra lo spread sorride invece a Renzi. Nel giorno in cui il sindaco di Firenze ha ricevuto con riserva dal Colle l’incarico di formare un nuovo governo, infatti, il differenziale tra titoli italiani e tedeschi è sceso a 191 punti, contro i 200 della chiusura di venerdì, per poi terminare la giornata a quota 194. Il dato beneficia sicuramente del miglioramento dell’outlook sul rating sovrano da parte dell’agenzia di rating Moody’s, giunto venerdì. Il rendimento del decennale italiano ha testato così i nuovi minimi da febbraio del 2006, scivolando al 3,84 per cento.

Mentre Piazza Affari, dopo avere aperto in rialzo, ha chiuso attorno alla parità, a +0,11 per cento. Si distingue Mediaset, che avanza del 3,4 per cento. Il titolo del Biscione, in serie positiva da quattro sedute, aggiorna così i massimi da metà 2011, nettamente il migliore del Ftse Mib. Alcuni analisti segnalano che qualcuno stia scommettendo sul titolo del Cavaliere alla luce dell’improbabilità che Renzi, avendo stretto un accordo con Silvio Berlusconi sulle riforme, leda nel breve termine gli interessi di Mediaset, anche se, sottolineano, “guardando al passato, non ci sono mai stati atteggiamenti troppo negativi nei riguardi dell’azienda sotto qualsiasi governo”.

Sull’andamento del titolo, però, potrebbero incidere anche le aspettative che riguardano piccoli passi avanti per l’economia italiana nel 2014, con possibili ricadute benefiche anche per la raccolta pubblicitaria.

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