Viaggi e vacanze ai Caraibi, l’affitto della villa Resort ad Anguilla, “l’uso esclusivo” di uno yacht, il pagamento di spese di viaggi aerei per un totale di 18 mila euro e, tra l’altro, un maxi sconto per l’acquisto di una villa ad Arzachena, in Sardegna. Roberto Formigoni era riuscito a godersi tutti questi benefits in cambio dei favori – provvedimenti ad hoc – alla Fondazione Maugeri. Come rivelato dal Fatto Quotidiano il 19 luglio del 2012.
Oggi la Procura di Milano ha ribadito le accuse chiedendo il processo per l’ex governatore della Lombardia e attuale senatore Ncd Roberto Formigoni, per il faccendiere Pierangelo Daccò, per l’ex assessore regionale Antonio Simone e per altre nove persone, imputati per l’affaire Maugeri. Richiesta invocata dai pm di Milano Laura Pedio e Antonio Pastore nel corso dell’udienza preliminare che si sta celebrando davanti al giudice per l’udienza preliminare Paolo Guidi. La richiesta di rinvio a giudizio – formulata dalla Procura l’8 maggio dell’anno scorso – è arrivata al termine della loro discussione in cui hanno ricostruito gli esiti della loro indagine.
Roberto Formigoni è imputato per associazione per delinquere e corruzione in concorso con Daccò, Simone e altre persone in quanto, secondo l’accusa, avrebbe garantito alla Maugeri “a fronte delle illecite remunerazioni, una ‘protezione globale’” e si sarebbe dato da fare “affinché fossero adottate da parte della Giunta” provvedimenti ad hoc, anche violando il dovere di “esclusivo perseguimento dell’interesse pubblico”.
In cambio, stando sempre al capo d’imputazione, avrebbe avuto da Daccò quelle che ancora oggi i pm in udienza hanno chiamato “utilità” e cioè viaggi e vacanze ai Caraibi, tra cui l’affitto della villa Resort ad Anguilla, “l’uso esclusivo” di uno yacht per tutto l’anno a partire dal giugno del 2007 fino all’ottobre 2011 (in realtà le imbarcazioni messe a sua disposizione sono state tre), il pagamento di spese di viaggi aerei per un totale di 18 mila euro e, tra l’altro, un maxi sconto per l’acquisto di una villa ad Arzachena, in Sardegna.
Il pm Laura Pedio, nella sua ricostruzione, ha parlato di tre “flussi finanziari”. Il primo riguarda i milioni di euro che nel corso degli anni sarebbero usciti illecitamente dalle casse dell’ente con sede a Pavia e dall’ospedale San Raffaele, per finire sui conti correnti, in particolare esteri, di Daccò e Simone, i quali – questo è il secondo flusso finanziario descritto – avrebbero ‘ricompensato’ Formigoni sotto forma di “utilità” e benefits.
Il terzo flusso finanziario è stato incasellato dal pm sotto la voce finanziamenti extra Drg (funzioni non tariffabili) erogati dalla Regione Lombardia nei confronti della Fondazione Maugeri e del San Raffaele. In sostanza i pm hanno descritto un meccanismo che ritengono “pacifico” e provato dalle loro indagini. Riguardo a Formigoni, che ha sempre respinto le accuse, il pm ha ricordato che era stato convocato in Procura nell’estate 2012 ma che, nonostante l’invito a comparire, aveva preferito non presentarsi.
Dopo l’intervento della Procura la parola è passata ai legali delle parte civili, Agenzia delle Entrate, Regione Lombardia e Fondazione Maugeri: anche loro hanno chiesto al giudice il rinvio a giudizio di tutti gli imputati.