Ecco dunque il voto del 2 marzo. Sarà eletto al primo turno il candidato che raccoglierà almeno il 40 per cento dei voti. Sennò, ballottaggio il 23 marzo, a ridosso del giorno esoterico dell’equinozio di primavera.
Stefano Bisi, il favorito, è giornalista e dirigente del Corriere di Siena. È l’inventore della definizione “groviglio armonioso” affibbiata a Siena e al Montepaschi: un “sistema” capace di tenere insieme gli opposti e di durare dal Medioevo fino a oggi. Con lo scandalo della banca e il crollo del suo presidente Giuseppe Mussari, il groviglio ha preso il sopravvento e l’armonia è finita, anche perché sono finiti i soldi che il Montepaschi distribuiva a pioggia. Anche ai giornali di Bisi, naturalmente, che ringraziava invitando Mussari come ospite “profano” ai convegni massonici e assumendo la direzione responsabile di Siena News, il giornale on-line fondato dal portavoce di Mussari, David Rossi, morto tragicamente nei giorni più drammatici dello scandalo. La voce di Bisi è rimasta registrata più volte nelle intercettazioni dell’inchiesta sull’aeroporto di Ampugnano, mentre parlava con due degli indagati, il presidente Mussari e l’amministratore delegato della società aeroportuale Enzo Viani, ex dirigente Montepaschi ma anche fratello massone, nonché amministratore di Urbs, la società che controlla il grande patrimonio immobiliare del Goi, da Villa il Vascello all’ultima delle Logge, vera cassaforte dei massoni.
Massimo Bianchi è definito da qualcuno dentro le logge “candidato di disturbo”: ha fatto una campagna elettorale d’opposizione alla gestione Raffi, dopo essere stato però per 15 anni il suo numero due, come Gran Maestro Aggiunto. Gli oppositori della passata gestione faranno dunque confluire i voti sul notaio messinese Silverio Magno. C’è chi, dentro il Grande Oriente, mostra preoccupazioni per il pericolo di infiltrazioni mafiose. Tra questi, l’avvocato calabrese Amerigo Minnicelli, che già nel 2012 segnalava che molti tra gli indagati e gli arrestati in Calabria per mafia e corruzione erano appartenenti al Goi. Per tutta risposta, è stato accusato di fomentare una campagna denigratoria contro la massoneria ed è stato espulso dal Grande Oriente. Un anno dopo, lo stesso Raffi ha dovuto evidentemente prendere atto che il problema era reale, tanto che ha provveduto a sospendere la Loggia Verduci, nella Locride, proprio per infiltrazioni mafiose. Oggi Minnicelli solleva di nuovo il problema. Delle tre regioni ad alta presenza massonica – Piemonte, Toscana e Calabria – quest’ultima ha ben 2 mila iscritti, di cui circa 1.500 Maestri votanti. Minnicelli calcola che si può risultare eletti con 4-5 mila voti validi. I massoni calabresi sono dunque determinanti: lo furono alle ultime elezioni, quando Raffi vinse grazie ai mille voti ricevuti in Calabria, che gli permisero di superare per una manciata di voti (meno di 400) il suo sfidante Natale Di Luca. Ma per sapere quale sarà il futuro della massoneria italiana dovremo aspettare l’equinozio di primavera.
Il Fatto Quotidiano, 14 Febbraio 2014