Abbandonato lo stile "anni '90" della serie originale, l'archeologa più famosa del mondo dei videogiochi svela il suo lato adulto, costringendo il giocatore a sopravvivere su un'isola dalla natura spietata
Lara Croft è stata la prima vera eroina del mondo videoludico. Dai pochi poligoni del primissimo Tomb Raider uscito su PC, Sega Saturn e Playstation nel 1996, fino ai due film con Angelina Jolie, la stella dell’archeologa creata da Toby Gard e Core Design, dopo aver brillato per anni, si era un po’ appannata. Complici una serie di giochi non riuscitissimi e l’abbandono del team originale, Lara sembrava destinata allo scaffale delle vecchie glorie e, invece, lo scorso anno Crystal Dynamics (uno studio inglese di proprietà del colosso nipponico Square Enix) ha rilanciato la serie con un nuovo inizio che interpreta sotto una luce diversa le avventure dell’archeologa più famosa del mondo dei videogiochi e le rilegge da una prospettiva più realistica.
Scritto da Rhianna Pratchett (figlia del più noto Terry, autore del ciclo di romanzi del Mondo Disco) e ispirato alle atmosfere di Lost, il nuovo episodio di Tomb Raider è già uscito da quasi un anno sulle piattaforme di vecchia generazione. Tuttavia, dopo un lavoro di ripulitura tecnica e miglioramento grafico, il gioco si propone anche su Xbox One e Playstation 4. Lara, in questo Tomb Raider, non è l’eroina indomita cui ci avevano abituato i titoli precedenti: dopo un terribile naufragio al largo delle coste giapponesi, la nostra protagonista dovrà imparare a sopravvivere da sola, lottando contro i classici cattivi ma anche scontrandosi con le asperità della natura selvaggia. Le acrobazie prodigiose, le armi dalle munizioni quasi infinite e i salti chilometrici appartengono al passato, la nuova Lara è umana, troppo umana, si graffia, soffre, suda, corre e ha paura esattamente come qualsiasi persona normale.
Accanto a questo ritorno al reale, Crystal Dynamics non ha dimenticato le fondamenta classiche della serie e, dunque, il gioco è costellato di continui enigmi ambientali, misteri da risolvere e una buona dose d’azione ma, in ogni caso, l’intera impostazione si allontana dai canoni di Indiana Jones per muoversi su terreni più drammatici. La violenza in Tomb Raider non è mai gratuita né idealizzata: ogni uccisione, sia di animali che di esseri umani, viene vissuta come un trauma e Lara, privata di ogni status eroistico, si scontra continuamente con i suoi demoni e le paure di una giovane donna che, certamente, non si sarebbe mai aspettata di dover lottare per la vita.
Grazie alle potenzialità tecniche di Xbox One e Playstation 4, inoltre, il motore del gioco riesce a dare il meglio: i modelli poligonali di Lara e dei nemici, nonché la gestione del tempo atmosferico e gli occasionali problemi grafici sono stati quasi del tutto corretti e, soprattutto, il gioco si muove a 60 fotogrammi al secondo, una chicca tecnica impossibile per la vecchia generazione di console e in grado di garantire un’immagine più fluida e nitida. Il mondo di gioco risulta così più realistico che mai; il vento, la pioggia e il buio della giungla asiatica diventano un tutt’uno, quasi un altro antagonista con cui confrontarsi.
Crystal Dynamics, insomma, è riuscita nell’impresa di svecchiare una mai dimenticata icona del gaming anni ’90, rendendola, di nuovo, figlia del tempo corrente. Un secondo capitolo è già stato (informalmente) annunciato dal produttore e, con tutta probabilità, avremo maggiori informazioni nel corso dell’anno, nel frattempo questa “edizione definitiva” della prima nuova avventura di Lara Croft disegna scenari interessanti per il futuro della saga e dimostra come, grazie a una scrittura intelligente, sia possibile creare qualcosa di moderno senza rinunciare ai personaggi più amati dai giocatori di tutto il mondo.
Tomb Raider: Definitive Edition è disponibile per Xbox One e Playstation 4. Il pacchetto comprende il gioco originale e tutti i contenuti extra usciti fino ad oggi.
A cura di Nicolò Carboni