Un nuovo terremoto sta scuotendo la corte di Flavio Tosi. Questa mattina è stato arrestato l’ex vicesindaco, Vito Giacino, finito in carcere con l’accusa di corruzione nell’ambito di accertamenti avviati alcuni mesi fa su vicende riguardanti appalti e consulenze alla moglie, l’avvocato Alessandra Lodi. Anche per lei la procura scaligera ha emesso un’ordinanza, disponendo gli arresti domiciliari.
Vito Giacino, che oltre all’incarico di vicesindaco ha anche ricoperto l’incarico di assessore all’Urbanistica e, nella seconda giunta Tosi, all’Edilizia privata, si era dimesso lo scorso mese di novembre dopo la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati, proprio perché le sue vicende non turbassero l’operato della giunta comunale.
L’ex vicesindaco è stato condotto poco prima delle 11 nel carcere veronese di Montorio. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, richiesta dal pubblico ministero Beatrice Zanotti, è stata firmata dal Gip Guido Taramelli. Nell’indagine, oltre alla moglie finita ai domiciliari, ci sono altri indagati ma, come ha puntualizzato il procuratore capo di Verona, Mario Giulio Schinaia: “Flavio Tosi non è indagato”. Il procuratore ha spiegato ai cronisti che nell’inchiesta non ci sono elementi riconducibili al sindaco.
Gli arresti di questa mattina seguono di pochi mesi quelli che avevano decapitato i vertici dell’Agec, l’azienda municipalizzata veronese che gestisce gli alloggi pubblici, i servizi cimiteriali, le mense scolastiche e le farmacie comunali nella città guidata dal leghista Flavio Tosi. Agec è nell’occhio del ciclone da parecchio tempo, almeno da quando Michele Croce, ex alleato di Tosi ed ex presidente di Agec, è stato defenestrato dopo aver tentato di mettere il naso nei conti della società. Era stato proprio Croce, nel novembre 2012, a presentare un esposto in Procura per lamentare una gestione poco trasparente. Il processo Agec prenderà il via proprio il prossimo venerdì 21 febbraio.
Oggi Michele Croce, che ha continuato la sua battaglia fuori dalle istituzioni costituendo l’associazione Verona Pulita, è intervenuto ribadendo il ruolo avuto nella denuncia del sistema veronese e puntando il dito contro il sindaco Flavio Tosi: “In tempi non sospetti, a giugno 2013, unici in tutta Verona, avevamo anticipato per primi i fatti sul blog Verona Pulita, nonostante le inutili minacce di querela da parte dei coniugi Giacino. Ora la triste conferma con gli arresti”. Poi continua: “Come sempre ci conformiamo ai principi di garanzia costituzionale ed aspettiamo gli sviluppi, ma non possiamo fare a meno di constatare come questa vicenda costituisca solo l’ultimo anello di una catena impressionante di inchieste giudiziarie che gettano pesanti ombre su tutta l’amministrazione comunale, a partire dal sindaco Flavio Tosi che ha sempre difeso a spada tratta l’operato di indagati, perquisiti, arrestati e patteggiati, nonostante le evidenze”.
Occhi puntati, poi, anche su Veronafiere. Venerdì scorso, infatti, il Gip Rita Caccamo ha sentito i vertici della società Ettore Riello (presidente), Gianni Mantovani (Direttore generale) e Diego Valsecchi (direttore del personale) su un presunto giro di assunzioni sospette.