L’uomo da 500 milioni nella vendita da 5 miliardi di navi militari al Brasile si chiama Piero Stefanon Ruzzenenti. Classe 1949, nel cuore è rimasto ufficiale dei paracadutisti. Dopo una vita in Brasile come agente (anche Oto Melara e Selex, gruppo Finmeccanica) e due candidature nel 2006 con il Movimento di Mirko Tremaglia e poi nel 2008 con la Destra di Storace, stava per fare l’affare della vita piazzando 11 fregate (60 per cento Fincantieri e 40 per cento di Finmeccanica) alla Marina brasiliana.
I pm Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock che indagano per corruzione l’ex ministro Claudio Scajola, l’ex deputato Massimo Nicolucci e l’imprenditore napoletano del settore aeronautico Paolo Graziano, amico dell’allora ministro della difesa brasiliano Jobim, non lo hanno mai identificato né sentito come testimone. Negli atti dell’indagine è stato a lungo intercettato nel 2011 sul suo telefonino brasiliano ma è rimasto sempre un ‘Piero N.M.I”. Fincantieri ha ricostruito la sua versione del rapporto con la società brasiliana in una lunga nota che è la base di un audit consegnato dal gruppo ai pm Woodcock e Piscitelli. “Il 6 Ottobre del 2008 – spiega Fincantieri – la società firma un accordo di “sale representative agreement” con PR International Consulting”, di Ruzzeneneti. Dopo un anno e mezzo di viaggi e contatti Fincantieri “decide di rinnovare, in data 6 Aprile 2010, in anticipo sulla scadenza di Dicembre 2010, l’accordo di assistenza commerciale con PR”.
Nella nota di Fincantieri non c’è scritto ma nel nuovo contratto si prevede, secondo Ruzzenenti, una percentuale del 10 per cento. Cinque giorni dopo, “il 12 Aprile 2010, i Presidenti dei due Paesi firmano un patto di Partenariato strategico Italia-Brasile”. Ruzzenenti è a un passo dai 500 milioni di euro ma il 30 luglio 2010 Fincantieri gli scrive che l’accordo è disdettato. Cosa è successo? Il 24 giugno c’era stato un accordo istituzionale tra governi e Fincantieri decide di far fuori Ruzzenenti perché non è più suo il merito. Ma in quei giorni entra in scena anche un altro potenziale agente. Il 14 settembre 2010 Berlusconi convoca Bono a Palazzo Grazioli: “Berlusconi – racconta Bono ai pm – disse alla presenza di Lavitola di tener presente che Lavitola era il suo fiduciario per il Brasile”. Ruzzenenti racconta al Fatto: “Con la scusa dell’accordo tra governi che era stato reso possibile dal mio lavoro, Fincantieri mi propose, senza mettere nulla scritto, di ridurre la mia percentuale dal 10 all’uno per cento”.
Comunque, nonostante l’ingresso di Lavitola sulla scena e le lettere di disdetta, Ruzzenenti tiene il pallino in mano fino alla primavera-estate del 2011. I pm di Napoli lo intercettano mentre è in partita alla grande e parla con Walter Tarantelli, manager di Telespazio Brasile, e con Alberto Maestrini, direttore delle costruzioni navali militari di Fincantieri, lo stesso che gli aveva disdettato teoricamente il contratto un anno prima. I commenti dei pm Woodcock e Piscitelli sulle conversazioni di ‘Piero’ (non identificato allora) non sono molto favorevoli: “Significativa, in quanto traspare il possibile pagamento di una tangente, è una telefonata intercettata sull’utenza brasiliana di Tarantelli con tale Piero (Ruzzenenti, ndr). Tarantelli dice al suo interlocutore dell’invio di due lettere e chiede un incontro con tale Pedro per perfezionare un accordo.
Nel contesto Piero (Ruzzenenti, ndr) suggerisce un incontro personale con tale Andrade (Sergio Andrade, titolare della Andrade Gutierrez, una grande società brasiliana che sta costruendo lo stadio di Porto Alegre ed è stato uno dei più grandi finanziatori della campagna elettorale che ha portato Dilma Rousseff alla presidenza del Brasile, nell’ottobre 2010, ndr) a questo punto Piero Ruzzenenti chiede esplicitamente a Valter Tarantelli come fare per pagare queste persone e Tarantelli risponde che poi si vedrà”. Poi Ruzzenenti aggiunge “dopo di ciò c’e bisogno che qualcuno vada a parlare con ‘quella’ e le dica di far firmare il contratto” e Walter Tarantelli dice che “a ’lei’ bisogna spiegare la prassi ovvero prima la firma degli accordi e poi solo dopo l’entrata dei finanziamenti si procederà’ al pagamento”.
Probabilmente “la signora” dovrebbe essere Dilma Rousseff da poco eletta presidente del Brasile e a lei bisogna spiegare che prima si fa la firma e solo dopo l’entrata dei finanziamenti si procede al pagamento. Di chi? Questa è la spiegazione che danno i pm napoletani nella richiesta di arresto contro Lavitola nell’estate del 2011: “Il riferimento dei pagamenti alle persone “sta gente” piuttosto che all’affare lascia ipotizzare la necessità di versare una tangente a coloro che verosimilmente si sono attivati per la buona riuscita dell’operazione nel comparto difesa del paese sudamericano”. Giuseppe Bono, l’amministratore delegato di Fincantieri, davanti ai pm sfuma in una riga il suo ruolo e soprattutto non parla dell’importo del 10 per cento della mediazione, che corrisponde quasi perfettamente alla percentuale dell’ 11 per cento della quale aveva parlato il grande accusatore Lorenzo Borgogni. Nel verbale firmato da Bono l’agente è denominato ‘Ruzzinetti’.
Contattato dal Fatto a Rio de Janeiro, Ruzzenenti risponde: “Ma quali tangenti! Erano commissioni lecite per un affare che purtroppo è sfumato. La mia società aveva firmato il 6 aprile del 2010 un contratto con Fincantieri che si impegnava a pagarmi una commissione del 10 per cento. In caso di vendita delle navi per 5 miliardi, PR avrebbe incassato 500 milioni. Tutto legale. Ovviamente avrei dovuto pagare altri soggetti che avevano lavorato all’operazione in Brasile. A me sarebbero rimasti circa 100 milioni di euro mentre il resto sarebbe stato diviso in altre 4 quote da 100 milioni ai gruppi che si erano occupati dell’affare”. Ruzzenenti descrive l’operazione: “le navi sarebbero state costruite da Fincantieri con Andrade Gutierrez, che avrebbe guadagnato circa un miliardo. Andrade era un grande finanziatore della campagna del presidente Rousseff ed era in grado di parlare con lei”.
C’è poi una conversazione del 30 maggio del 2011 nella quale Ruzzenenti “conversa con Maestrini (direttore dell’area militare di Fincantieri) e questi gli dice che lo ha chiamato Pedro e gli ha detto che va tutto bene a parte 50/60 milioni (…) Maestrini dice che lui gli ha dato l’opzione di pagare in ritardo condizionato al fatto di chiudere la negoziazione con i sindacati”. Spiega Ruzzenenti: “Pedro non è un politico ma Pedro Celestino Pereira, titolare di una società, la Icoplan. I 50 milioni sono relativi alla contrattazione per l’acquisto di un cantiere da parte di Fincantieri di un imprenditore, Mauro Campos”. Fincantieri replica: “Il nostro contratto del 2008 con PR International Consulting era in vista di una gara minore alla quale non abbiamo partecipato. Il 30 luglio 2010 abbiamo comunicato alla società che le nostre intese erano superate per l’intervenuto accordo governo-governo, e quindi non più valide. Nessun contratto è stato poi concluso e quindi non capiamo perché si debba continuare a parlare del niente”.
Da Il Fatto Quotidiano del 17 febbraio 2014
Giustizia & Impunità
Fincantieri, la “strana mediazione” da 500 milioni di euro per le navi militari
Per un contratto da 5 miliardi la società era pronta a strapagare un mediatore di Finmeccanica. Nelle intercettazioni un manager del gruppo pubblico spiega che "la signora", forse la presidente Rousseff, avrebbe dovuto firmare e solo dopo sarebbero arrivati i soldi
L’uomo da 500 milioni nella vendita da 5 miliardi di navi militari al Brasile si chiama Piero Stefanon Ruzzenenti. Classe 1949, nel cuore è rimasto ufficiale dei paracadutisti. Dopo una vita in Brasile come agente (anche Oto Melara e Selex, gruppo Finmeccanica) e due candidature nel 2006 con il Movimento di Mirko Tremaglia e poi nel 2008 con la Destra di Storace, stava per fare l’affare della vita piazzando 11 fregate (60 per cento Fincantieri e 40 per cento di Finmeccanica) alla Marina brasiliana.
I pm Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock che indagano per corruzione l’ex ministro Claudio Scajola, l’ex deputato Massimo Nicolucci e l’imprenditore napoletano del settore aeronautico Paolo Graziano, amico dell’allora ministro della difesa brasiliano Jobim, non lo hanno mai identificato né sentito come testimone. Negli atti dell’indagine è stato a lungo intercettato nel 2011 sul suo telefonino brasiliano ma è rimasto sempre un ‘Piero N.M.I”. Fincantieri ha ricostruito la sua versione del rapporto con la società brasiliana in una lunga nota che è la base di un audit consegnato dal gruppo ai pm Woodcock e Piscitelli. “Il 6 Ottobre del 2008 – spiega Fincantieri – la società firma un accordo di “sale representative agreement” con PR International Consulting”, di Ruzzeneneti. Dopo un anno e mezzo di viaggi e contatti Fincantieri “decide di rinnovare, in data 6 Aprile 2010, in anticipo sulla scadenza di Dicembre 2010, l’accordo di assistenza commerciale con PR”.
Nella nota di Fincantieri non c’è scritto ma nel nuovo contratto si prevede, secondo Ruzzenenti, una percentuale del 10 per cento. Cinque giorni dopo, “il 12 Aprile 2010, i Presidenti dei due Paesi firmano un patto di Partenariato strategico Italia-Brasile”. Ruzzenenti è a un passo dai 500 milioni di euro ma il 30 luglio 2010 Fincantieri gli scrive che l’accordo è disdettato. Cosa è successo? Il 24 giugno c’era stato un accordo istituzionale tra governi e Fincantieri decide di far fuori Ruzzenenti perché non è più suo il merito. Ma in quei giorni entra in scena anche un altro potenziale agente. Il 14 settembre 2010 Berlusconi convoca Bono a Palazzo Grazioli: “Berlusconi – racconta Bono ai pm – disse alla presenza di Lavitola di tener presente che Lavitola era il suo fiduciario per il Brasile”. Ruzzenenti racconta al Fatto: “Con la scusa dell’accordo tra governi che era stato reso possibile dal mio lavoro, Fincantieri mi propose, senza mettere nulla scritto, di ridurre la mia percentuale dal 10 all’uno per cento”.
Comunque, nonostante l’ingresso di Lavitola sulla scena e le lettere di disdetta, Ruzzenenti tiene il pallino in mano fino alla primavera-estate del 2011. I pm di Napoli lo intercettano mentre è in partita alla grande e parla con Walter Tarantelli, manager di Telespazio Brasile, e con Alberto Maestrini, direttore delle costruzioni navali militari di Fincantieri, lo stesso che gli aveva disdettato teoricamente il contratto un anno prima. I commenti dei pm Woodcock e Piscitelli sulle conversazioni di ‘Piero’ (non identificato allora) non sono molto favorevoli: “Significativa, in quanto traspare il possibile pagamento di una tangente, è una telefonata intercettata sull’utenza brasiliana di Tarantelli con tale Piero (Ruzzenenti, ndr). Tarantelli dice al suo interlocutore dell’invio di due lettere e chiede un incontro con tale Pedro per perfezionare un accordo.
Nel contesto Piero (Ruzzenenti, ndr) suggerisce un incontro personale con tale Andrade (Sergio Andrade, titolare della Andrade Gutierrez, una grande società brasiliana che sta costruendo lo stadio di Porto Alegre ed è stato uno dei più grandi finanziatori della campagna elettorale che ha portato Dilma Rousseff alla presidenza del Brasile, nell’ottobre 2010, ndr) a questo punto Piero Ruzzenenti chiede esplicitamente a Valter Tarantelli come fare per pagare queste persone e Tarantelli risponde che poi si vedrà”. Poi Ruzzenenti aggiunge “dopo di ciò c’e bisogno che qualcuno vada a parlare con ‘quella’ e le dica di far firmare il contratto” e Walter Tarantelli dice che “a ’lei’ bisogna spiegare la prassi ovvero prima la firma degli accordi e poi solo dopo l’entrata dei finanziamenti si procederà’ al pagamento”.
Probabilmente “la signora” dovrebbe essere Dilma Rousseff da poco eletta presidente del Brasile e a lei bisogna spiegare che prima si fa la firma e solo dopo l’entrata dei finanziamenti si procede al pagamento. Di chi? Questa è la spiegazione che danno i pm napoletani nella richiesta di arresto contro Lavitola nell’estate del 2011: “Il riferimento dei pagamenti alle persone “sta gente” piuttosto che all’affare lascia ipotizzare la necessità di versare una tangente a coloro che verosimilmente si sono attivati per la buona riuscita dell’operazione nel comparto difesa del paese sudamericano”. Giuseppe Bono, l’amministratore delegato di Fincantieri, davanti ai pm sfuma in una riga il suo ruolo e soprattutto non parla dell’importo del 10 per cento della mediazione, che corrisponde quasi perfettamente alla percentuale dell’ 11 per cento della quale aveva parlato il grande accusatore Lorenzo Borgogni. Nel verbale firmato da Bono l’agente è denominato ‘Ruzzinetti’.
Contattato dal Fatto a Rio de Janeiro, Ruzzenenti risponde: “Ma quali tangenti! Erano commissioni lecite per un affare che purtroppo è sfumato. La mia società aveva firmato il 6 aprile del 2010 un contratto con Fincantieri che si impegnava a pagarmi una commissione del 10 per cento. In caso di vendita delle navi per 5 miliardi, PR avrebbe incassato 500 milioni. Tutto legale. Ovviamente avrei dovuto pagare altri soggetti che avevano lavorato all’operazione in Brasile. A me sarebbero rimasti circa 100 milioni di euro mentre il resto sarebbe stato diviso in altre 4 quote da 100 milioni ai gruppi che si erano occupati dell’affare”. Ruzzenenti descrive l’operazione: “le navi sarebbero state costruite da Fincantieri con Andrade Gutierrez, che avrebbe guadagnato circa un miliardo. Andrade era un grande finanziatore della campagna del presidente Rousseff ed era in grado di parlare con lei”.
C’è poi una conversazione del 30 maggio del 2011 nella quale Ruzzenenti “conversa con Maestrini (direttore dell’area militare di Fincantieri) e questi gli dice che lo ha chiamato Pedro e gli ha detto che va tutto bene a parte 50/60 milioni (…) Maestrini dice che lui gli ha dato l’opzione di pagare in ritardo condizionato al fatto di chiudere la negoziazione con i sindacati”. Spiega Ruzzenenti: “Pedro non è un politico ma Pedro Celestino Pereira, titolare di una società, la Icoplan. I 50 milioni sono relativi alla contrattazione per l’acquisto di un cantiere da parte di Fincantieri di un imprenditore, Mauro Campos”. Fincantieri replica: “Il nostro contratto del 2008 con PR International Consulting era in vista di una gara minore alla quale non abbiamo partecipato. Il 30 luglio 2010 abbiamo comunicato alla società che le nostre intese erano superate per l’intervenuto accordo governo-governo, e quindi non più valide. Nessun contratto è stato poi concluso e quindi non capiamo perché si debba continuare a parlare del niente”.
Da Il Fatto Quotidiano del 17 febbraio 2014
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Roma, 4 feb. (Adnkronos) - Disagi in vista oggi in Lombardia per chi si sposta in treno. Dalle 3 di mercoledì 5 febbraio 2025 alle 2 di giovedì 6 il sindacato Orsa ha proclamato una giornata di sciopero che potrà generare ripercussioni al servizio Regionale, Suburbano, Aeroportuale e la Lunga Percorrenza di Trenord. Viaggeranno i treni con partenza prevista dopo le 6 e dopo le 18, con arrivo previsto entro le 9 ed entro le 21.
Nel caso di cancellazione dei treni del servizio aeroportuale, saranno istituiti bus senza fermate intermedie tra: Milano Cadorna e Malpensa Aeroporto per il Malpensa Express. Da Milano Cadorna gli autobus partiranno da via Paleocapa 1. Stabio e Malpensa Aeroporto per il collegamento aeroportuale S50 Malpensa Aeroporto – Stabio.
Disagi in vista anche per chi viaggia in aereo con lo sciopero del personale delle aziende di handling associate a Assohandlers indetto dalla Flai Trasporti e Servizi.
Cagliari, 04 feb. - (Adnkronos) - È morto il principe Karim Aga Khan, fu lui il 14 marzo del 1962 a fondare il Consorzio Costa Smeralda e portare al centro del mondo un angolo di Sardegna. "Non abbiamo parole. Solo una: grazie", è il commento ufficiale del Consorzio. L'annuncio ufficiale della scomparsa arriva dall'Aga Khan Development Network. "Sua Altezza il principe Karim Al-Hussaini, Aga Khan IV, 49° Imam ereditario dei musulmani sciiti ismailiti e diretto discendente del profeta Maometto (pace sia con lui), è deceduto pacificamente a Lisbona il 4 febbraio 2025, all'età di 88 anni, circondato dalla sua famiglia". A breve è previsto l'annuncio del suo successore.
"I leader e lo staff dell'Aga Khan Development Network porgono le nostre condoglianze alla famiglia di Sua Altezza e alla comunità ismailita di tutto il mondo - si legge in una nota -. Mentre onoriamo l'eredità del nostro fondatore, il principe Karim Aga Khan, continuiamo a lavorare con i nostri partner per migliorare la qualità della vita degli individui e delle comunità in tutto il mondo, come lui desiderava, indipendentemente dalle loro appartenenze religiose o origini".
Roma, 4 feb. (Adnkronos) - "La presidente del Consiglio riferisca in Parlamento sulla vicenda Almasri. Prima lo farà, prima potrà occuparsi dei gravi problemi del Paese e tentare qualche soluzione alla crisi industriale, al Pil che ristagna, alla sanità ormai alla deriva. Perda meno tempo nella comunicazione social e ne trovi per cose più gravi e urgenti. Chi la segue nei suoi video e poi legge la bolletta della luce e del gas comincia a chiedersi come mai tanta distanza fra la realtà e la rappresentazione che ne dà Meloni. Sulla vicenda Almasri ci metta la faccia, ma in Parlamento e non su X o Instagram. Solo così potrà chiudere una vicenda gestita male e conclusa peggio". Lo dice Daniela Ruffino di Azione.
Roma, 4 feb. (Adnkronos) - Fdi e Lega all'attacco del Pd sull'inchiesta campana sul favoreggiamento dell'immigrazione clandestina che vede coinvolto il tesoriere regionale dem, Nicola Salvati, già sospeso ieri dal partito. "Siamo sconcertati da queste notizie che coinvolgono i 'buoni e generosi' del Pd. Se le accuse fossero confermate sarebbe gravissimo", attacca direttamente Matteo Salvini via social. Anche la premier Giorgia Meloni dedica un post alla vicenda sottolineando come l'inchiesta campana confermi "ancora una volta quanto denunciato dal Governo: per anni, la gestione dei flussi migratori è stata terreno fertile per criminali senza scrupoli". La premier garantisce: "Continueremo a lavorare per ristabilire regole serie e legalità".
Non tarda la replica dei dem che, dopo aver sospeso ieri Salvati, oggi hanno incaricato il tesoriere nazionale del Pd, Michele Fina, di assumere la gestione della tesoreria regionale. "Quanto al merito della vicenda, oltre ad averlo rimosso dall'incarico di tesoriere, dopo un secondo lo abbiamo immediatamente sospeso in via cautelare dall'anagrafe degli iscritti del Pd -sottolinea lo stesso Fina-. E' giusto il caso di osservare che una ministra della Repubblica, rinviata a giudizio per falso in bilancio e sotto indagine per truffa ai danni dello Stato, siede ancora tranquillamente al suo posto. Prego di notare le differenze".
Nella vicenda intervengono anche i 5 Stelle. Il capogruppo Riccardo Ricciardi va giù duro: "Per qualsiasi percorso di alleanza, nazionale o territoriale, ci vuole la massima intransigenza. Ci auguriamo che chi vuole sottoscrivere un accordo con i 5 stelle faccia una pulizia totale in casa propria". Una 'pulizia' che in Campania la stessa Elly Schlein ha come obiettivo. Giuseppe Conte ricorda come "l'etica pubblica è fondamentale" per i 5 Stelle ma è su Meloni che il leader M5S batte, anche su questa vicenda. E a stretto giro ribatte via social al post della premier. "Non posso crederci: Meloni, davvero hai fatto un post per denunciare che l’'immigrazione non può essere lasciata in balia della criminalità'? Cioè tu scappi dal Parlamento per non spiegare agli italiani perché hai rimpatriato con volo di Stato un boia, con accuse di stupri di bambini, al centro dei traffici di migranti e oggi te ne esci con un post così? Ma davvero ti sei convinta che noi italiani siamo tutti idioti a eccezione di te, tua sorella e dei tuoi stretti sodali? Per farti tornare alla realtà ti allego due immagini: in una il criminale Almasri che scende dal volo di Stato, nell'altra una notizia di qualche mese fa dai comuni d'Italia".
Roma, 4 feb. (Adnkronos) - “Giorgia Meloni continua a fuggire dal parlamento preferendo parlare continuamente sui social, quasi fosse una influencer e non la Presidente del Consiglio. Manda i due ministri, Nordio e Piantedosi, che avevano fatto saltare la precedente informativa con una motivazione menzognera: siccome c'era il segreto istruttorio e per rispetto delle indagini, non avrebbero potuto partecipare. Mentivano sapendo di mentire". Così Angelo Bonelli, parlamentare di AVS e portavoce di Europa Verde.
"Perché la Legge Costituzionale n°1 del 16 gennaio 1989, all'articolo 6, stabilisce in modo inequivocabile che il procuratore invia la denuncia al tribunale dei ministri senza svolgere alcuna indagine. È quindi evidente che gli interessati sapevano che non ci sono indagini e che non c'è alcun segreto istruttorio da rispettare. Infatti, domani i ministri Piantedosi e Nordio si presentano a Montecitorio per l'informativa. Si presentano per non far venire la premier Meloni: colei che ha accusato l'opposizione, in particolar modo Alleanza Verdi e Sinistra, di essere amici dei trafficanti di esseri umani".
"Ora l'Italia e l'opinione pubblica internazionale hanno la prova che lei è amica e complice dei trafficanti di esseri umani. Giorgia Meloni venga in Aula a spiegare perché! È ora di farla finita con il complottismo e il vittimismo da propaganda di Giorgia Meloni, che sparge sui social e nelle trasmissioni televisive amiche", conclude Bonelli.
Civitavecchia, 4 feb. (Adnkronos) - "Sono in corso i lavori per la costruzione del nuovo Terminal Donato Bramante che, ci auguriamo, sarà pronto entro la seconda parte del 2025. Sarà una struttura completamente green che migliorerà l’esperienza dei crocieristi che vengono qui a Civitavecchia. Abbiamo inoltre completato l’impianto fotovoltaico del Terminal Vespucci, che quindi sarà interamente alimentato da energia rinnovabile. Stiamo lavorando sul rinnovamento del design del Terminal 10 per poi trasferirlo al 18 e che sarà dedicato alle navi boutique, a conferma della vocazione di Civitavecchia come hub europeo principale per questo genere di imbarcazioni". Ad affermarlo è John Portelli, Direttore Generale della Roma Cruise Terminal (Rct) alla conferenza stampa che si è tenuta presso la Sala Comitato dell’AdSP – Molo Vespucci snc a Civitavecchia – illustrando i molteplici interventi infrastrutturali che stanno rendendo il porto di Civitavecchia sempre più funzionale ed ecosostenibile.
"Ma ci sono altri progetti importanti che vedono il ripensamento di tutta l’area portuale di Civitavecchia – continua Portelli -, i nuovi varchi che saranno inaugurati nel 2025, il ponte che collegherà questa parte del porto con le banchine delle crociere. E poi, le nuove bitte di 300 tonnellate che sono piuttosto rare nei porti italiani e che sono fondamentali per dare flessibilità agli ormeggi, specialmente per le grandi navi che si fermano nel porto di Civitavecchia".
Civitavecchia, 4 feb. (Adnkronos) - "Dopo aver superato la soglia dei 3 milioni di turisti in transito nel porto di Civitavecchia, l’anno scorso, traguardo mai raggiunto da nessun porto in Italia, oggi celebriamo il risultato di 3.459.000, un risultato importantissimo e straordinario, non solo su base nazionale, ma europeo e mondiale, visto che siamo secondi – e, ormai, di poco – solo a Barcellona, e contiamo di superarla in un paio d’anni, posizionandoci ormai tra i primi sei porti crocieristici al mondo". Ad affermarlo è Pino Musolino, Commissario Straordinario dell’AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale, in occasione della conferenza stampa che si è tenuta presso la Sala Comitato dell’AdSP – Molo Vespucci snc a Civitavecchia – per illustrare i dati delle crociere del 2024 e le prospettive di sviluppo del traffico crocieristico.
"Un altro dato importante – continua Musolino – riguarda anche l’effetto che le crociere turnaround, cioè che partono e arrivano a Civitavecchia hanno prodotto sui servizi di ricettività della città. Il 79% degli operatori di bed and breakfast o di alberghi dichiara che senza le crociere il loro lavoro sarebbe fortemente penalizzato. Parliamo di ristoranti, parcheggi fuori dal porto un’industria che produce tanto lavoro in molti settori”. Un indotto che non favorisce solo Civitavecchia, ma di cui beneficia, ovviamente, oltre alla città di Roma, meta di riferimento per i turisti delle crociere, anche tutto il territorio laziale. “In questi anni, siamo riusciti a mandare oltre 20.000 persone in località come Viterbo e Bomarzo", conclude il Commissario Straordinario dell’AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale.