Giannini, Lupi, Tinagli. Ciò che serve non è solo un nome imposto dal manuale Cencelli ma un ministro che prosegua il lavoro fatto dall’ultimo inquilino di viale Trastevere. Magari la stessa Maria Chiara Carrozza. Un ministro che dia concretezza attraverso i decreti attuativi rimasti nel cassetto, al pacchetto “L’istruzione riparte” approvato il 9 settembre scorso.
Negli ultimi sei anni abbiamo avuto a che fare con Maria Stella Gelmini e Francesco Profumo che si sono preoccupati di lanciare molto la loro immagine politica piuttosto che ricostruire la scuola. La Carrozza ha avuto almeno la capacità di fotografare con realismo la scuola italiana, di vederne tutti i suoi difetti per ricominciare da qualche parte a ricostruire. Ha avuto meno di un anno di tempo e ciò l’ha penalizzata. Dall’altro canto l’ultimo ministro che è rimasto in carica cinque anni è Letizia Moratti dal 2001 al 2006. Sulla scrivania del futuro inquilino del Miur ci sono alcune partite avviate che non si possono assolutamente sospendere.
La prima: la formazione dei docenti. La Carrozza aveva capito che bisogna puntare sulla formazione del personale scolastico, in particolare rafforzando le competenze digitali degli insegnanti, puntando alla formazione di percorsi scuola – lavoro e potenziando la preparazione degli studenti nelle aree ad alto rischio socio-educativo.
Proprio prima di andarsene la Carrozza ha firmato il decreto che consentirà ai docenti di ruolo e ai precari di accedere ai musei gratis.
La seconda: il 27 marzo presso la Corte di Giustizia Europea si terrà l’udienza sulla reiterazione dei contratti a tempo determinato, oltre il termine massimo dei 36 mesi di servizio, fissato dalla direttiva europea n.70/1999. Questo potrebbe provocare un “terremoto” in Italia con il quale chi avrà il dicastero della pubblica istruzione dovrà fare i conti.
La terza: grazie all’accordo siglato il 6 febbraio 2014 in Conferenza Unificata parte il nuovo Sistema nazionale delle Anagrafi dell’edilizia scolastica (Snaes). Da anni Cittadinanzattiva e Legambiente chiedono un intervento efficace. Ancora oggi non si capisce come funzionerà il nuovo sistema.
Matteo Renzi, tra le tante, ha una possibilità per non apparire ciò che è sembrato fino ad oggi ovvero uno pronto a tutto pur di arrivare a palazzo Chigi: dimostrare che per lui la scuola è una priorità. Nessuno l’ha mai fatto. Fin quando stava dall’altra parte, si riempiva la bocca di idee.
Nella mozione che ha presentato per le primarie scriveva “abbiamo fatto le riforme della scuola sulla testa di chi vive la scuola, generando frustrazione e respingendo la speranza di chi voleva e poteva darci una mano. Il PD che noi vogliamo costruire cambierà verso alla scuola italiana, partendo dagli insegnanti, togliendo alibi a chi si sente lasciato ai margini, offrendo ascolto alle buone idee, parlando di educazione nei luoghi in cui si prova a viverla tutti i giorni, non solo nelle polverose stanze delle burocrazie centrali. Casa per casa, comune per comune, scuola per scuola, da gennaio 2014 i nostri insegnanti, i nostri assessori alla scuola, i nostri circoli, i nostri ragazzi saranno chiamati alla più grande campagna di ascolto mai lanciata da un partito a livello europeo, sul doppio binario di una piattaforma tecnologica dedicata e di un rapporto personale, vis a vis. Chiameremo il Governo, il Ministro, i suoi collaboratori a confrontarsi sulle proposte e sulle idee. E daremo risposte alle proposte degli insegnanti, non lasciandoli soli a subire le riforme, ma chiedendo loro di collaborare a costruire il domani della scuola”.
Ora al Governo ci sarà lui. In viale Trastevere, nemmeno il giovane mago della politica, sarà capace di non mettere l’ennesimo rettore universitario o presunto esperto. Eppure Renzi, che ha una moglie maestra, dovrebbe capire che a dirigere quel ministero abbiamo bisogno di qualcuno che sappia come si vive ogni giorno tra i banchi, senza wifi, senza lavagne multimediali, con mense scolastiche nelle aule, bambini spacchettati in classi diverse in assenza di insegnanti, libri di testo ormai superati dai saperi dei nostri alunni, assistenti ad personam sottopagate e costrette a supplire la mancanza di insegnanti di sostegno, dirigenti ridotti a essere burocrati dello Stato.
La “nostra” scuola è il simbolo dell’Italia: una barca che affonda sempre più ad ogni legislatura. Non abbiamo bisogno di scialuppe di salvataggio ma di portare la nave a riva.
Alex Corlazzoli
Maestro e giornalista
Scuola - 19 Febbraio 2014
Governo Renzi: la prova del nove è sul ministro dell’istruzione
Giannini, Lupi, Tinagli. Ciò che serve non è solo un nome imposto dal manuale Cencelli ma un ministro che prosegua il lavoro fatto dall’ultimo inquilino di viale Trastevere. Magari la stessa Maria Chiara Carrozza. Un ministro che dia concretezza attraverso i decreti attuativi rimasti nel cassetto, al pacchetto “L’istruzione riparte” approvato il 9 settembre scorso.
Negli ultimi sei anni abbiamo avuto a che fare con Maria Stella Gelmini e Francesco Profumo che si sono preoccupati di lanciare molto la loro immagine politica piuttosto che ricostruire la scuola. La Carrozza ha avuto almeno la capacità di fotografare con realismo la scuola italiana, di vederne tutti i suoi difetti per ricominciare da qualche parte a ricostruire. Ha avuto meno di un anno di tempo e ciò l’ha penalizzata. Dall’altro canto l’ultimo ministro che è rimasto in carica cinque anni è Letizia Moratti dal 2001 al 2006. Sulla scrivania del futuro inquilino del Miur ci sono alcune partite avviate che non si possono assolutamente sospendere.
La prima: la formazione dei docenti. La Carrozza aveva capito che bisogna puntare sulla formazione del personale scolastico, in particolare rafforzando le competenze digitali degli insegnanti, puntando alla formazione di percorsi scuola – lavoro e potenziando la preparazione degli studenti nelle aree ad alto rischio socio-educativo.
Proprio prima di andarsene la Carrozza ha firmato il decreto che consentirà ai docenti di ruolo e ai precari di accedere ai musei gratis.
La seconda: il 27 marzo presso la Corte di Giustizia Europea si terrà l’udienza sulla reiterazione dei contratti a tempo determinato, oltre il termine massimo dei 36 mesi di servizio, fissato dalla direttiva europea n.70/1999. Questo potrebbe provocare un “terremoto” in Italia con il quale chi avrà il dicastero della pubblica istruzione dovrà fare i conti.
La terza: grazie all’accordo siglato il 6 febbraio 2014 in Conferenza Unificata parte il nuovo Sistema nazionale delle Anagrafi dell’edilizia scolastica (Snaes). Da anni Cittadinanzattiva e Legambiente chiedono un intervento efficace. Ancora oggi non si capisce come funzionerà il nuovo sistema.
Matteo Renzi, tra le tante, ha una possibilità per non apparire ciò che è sembrato fino ad oggi ovvero uno pronto a tutto pur di arrivare a palazzo Chigi: dimostrare che per lui la scuola è una priorità. Nessuno l’ha mai fatto. Fin quando stava dall’altra parte, si riempiva la bocca di idee.
Nella mozione che ha presentato per le primarie scriveva “abbiamo fatto le riforme della scuola sulla testa di chi vive la scuola, generando frustrazione e respingendo la speranza di chi voleva e poteva darci una mano. Il PD che noi vogliamo costruire cambierà verso alla scuola italiana, partendo dagli insegnanti, togliendo alibi a chi si sente lasciato ai margini, offrendo ascolto alle buone idee, parlando di educazione nei luoghi in cui si prova a viverla tutti i giorni, non solo nelle polverose stanze delle burocrazie centrali. Casa per casa, comune per comune, scuola per scuola, da gennaio 2014 i nostri insegnanti, i nostri assessori alla scuola, i nostri circoli, i nostri ragazzi saranno chiamati alla più grande campagna di ascolto mai lanciata da un partito a livello europeo, sul doppio binario di una piattaforma tecnologica dedicata e di un rapporto personale, vis a vis. Chiameremo il Governo, il Ministro, i suoi collaboratori a confrontarsi sulle proposte e sulle idee. E daremo risposte alle proposte degli insegnanti, non lasciandoli soli a subire le riforme, ma chiedendo loro di collaborare a costruire il domani della scuola”.
Ora al Governo ci sarà lui. In viale Trastevere, nemmeno il giovane mago della politica, sarà capace di non mettere l’ennesimo rettore universitario o presunto esperto. Eppure Renzi, che ha una moglie maestra, dovrebbe capire che a dirigere quel ministero abbiamo bisogno di qualcuno che sappia come si vive ogni giorno tra i banchi, senza wifi, senza lavagne multimediali, con mense scolastiche nelle aule, bambini spacchettati in classi diverse in assenza di insegnanti, libri di testo ormai superati dai saperi dei nostri alunni, assistenti ad personam sottopagate e costrette a supplire la mancanza di insegnanti di sostegno, dirigenti ridotti a essere burocrati dello Stato.
La “nostra” scuola è il simbolo dell’Italia: una barca che affonda sempre più ad ogni legislatura. Non abbiamo bisogno di scialuppe di salvataggio ma di portare la nave a riva.
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.