La troika ‘chiude’ le mutue, medici barricati occupano alcune sedi e il ministro competente per tutta risposta minaccia sanzioni. Benvenuti nel caos ellenico, dove da un lato il premier greco Antonis Samaras annuncia un avanzo primario di 1,5 miliardi di euro, ma dall’altro la realtà quotidiana è ben diversa da trend e numeri. E’ ancora una volta la sanità a far registrare discrepanze e disservizi nel Paese. Da oggi sono ufficialmente chiusi i poliambulatori della mutua (Eopyy), lì dove i cittadini potevano effettuare visite specialistiche e ottenere una diagnosi. La riforma prevista dal ministro della Salute Adonis Georghiadis, che non ha ancora fatto luce su un suo coinvolgimento nella Lista Lagarde, prevede che i medici vengano trasferiti nelle strutture ospedaliere, con uno stipendio da mille euro e scelgano tra studio privato e pubblico impiego. Ma di fatto alimentando un vero e proprio caos nei nosocomi del Paese, che oltre al carico di lavoro ordinario saranno gravati anche da ciò che invece fino a due mesi fa faceva il Servizio Sanitario Nazionale.
Ma il governo al primo posto della sua azione prevede tagli e risparmi, con i diritti relegati a scomoda cornice. Una mobilitazione di massa è in corso nella macroregione dell’Attica, quella che comprende la capitale Atene, dal momento che da sola contiene la metà esatta della popolazione ellenica, circa cinque milioni di persone, con un corteo partito dall’Eopyy di Agios Dimitris, così come a Zante e nell’isola di Creta. Per cui alcuni medici della mutua si sono rifiutati di consegnare gli edifici pubblici che ospitano i poliambulatori del servizio sanitario nazionale, così come ha previsto il ministro nell’ambito della chiusura delle sedi in tutto il Paese. Georghiadis da par suo minaccia che le eventuali perdite (danni alle strutture o ai macchinari) saranno addebitate ai medici che stanno occupando le sedi e dalle prime ore del mattino ha partecipato ai talk show televisivi per dire che esistono elenchi di materiali e strumenti presenti nelle sedi: ciò che mancherà sarà ripagato dai medici occupanti.
Il tutto mentre quaranta persone sono morte negli ultimi per complicazioni causate dal virus influenzale, e altre 145 persone sono ricoverate in reparti di terapia intensiva, secondo i dati forniti del Center for Disease Control and Prevention. Che una forma di riordino ospedaliero fosse imprescindibile nel Paese, era cosa nota da tempo, ma che si provvedesse con un taglio netto di servizi e sedi non può certamente essere la risposta a trent’anni di disservizi e a un triennio di governo a guida troika. Ma la domanda che si pongono i cittadini greci oggi è: in una fase in cui in parecchie strutture mancano beni di prima necessità come garze e siringhe, come faranno gli ospedali a soddisfare anche le istanze delle mutue, che di fatto scremavano urgenze e prestazioni secondarie?