“Bad bank? E’ un business interessante”. Parola di Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca. “Stiamo lavorando all’ipotesi di un veicolo per i crediti deteriorati del sistema bancario che rappresenti una buona opportunità per le banche che vogliono deconsolidare” i crediti problematici “a prezzi realistici”, spiega il manager alzando un velo sul progetto per sgravare le piccole banche del sistema dai crediti difficili che circolava sa qualche settimana.
“Dobbiamo vedere se questo progetto è perseguibile tecnicamente ed entro un paio di mesi avremo indicazioni più precise”, ha aggiunto, sottolineando che “l’importante è che non ci siano relazioni incrociate tra venditori e compratori e che soprattutto si recuperi tutto quanto è possibile”.
Intanto un grosso contributo ai profitti di Mediobanca è arrivato sicuramente dalla vendita di un miliardo di titoli di Stato nel secondo trimestre (scendendo da 7,7 a 6,7 miliardi). La banca guidata da Nagel ha chiuso il primo semestre dell’esercizio 2013-2014 con un utile di 304,7 milioni, rispetto ai 123,8 milioni del 2012. Il secondo trimestre si è invece chiuso con un utile di 133,5 milioni, in calo rispetto ai 171,2 del primo trimestre 2013-2014. Su questi risultati pesano in maniera determinante gli utili dalle cessioni delle partecipazioni che sono state pari a 512 milioni, e che nel primo trimestre avevano portato un utile di 79,9 milioni e nel secondo 72,6 milioni per un totale di 152,5 milioni nel semestre, quindi la metà dell’utile netto.
La banca ha intanto rimborsato 500 milioni dei fondi Ltro (rifinanziamento a lungo termine) avuti dalla Banca centrale europea. Ma si tratta di un contributo minimo rispetto ai 7 miliardi che l’istituto deve ancora rimborsare.