Due carabinieri del Radiomobile hanno fermato un ragazzo albanese, dal box auto e dalla Citroen sono spuntati fuori, oltre 81 panetti, bilancini di precisione e uno strumento per compattare lo stupefacente
Non c’è stato bisogno di indagini. Né di pedinamenti né di intercettazioni. A far scoprire un laboratorio di stoccaggio e 41 chili di eroina in un box auto di Milano, sono stati gli occhi esperti di due carabinieri in servizio di pattuglia. È l’alba di mercoledì 19 febbraio, 6 e 30. In via Argelati, zona Navigli, c’è ancora silenzio. Nessuna macchina. Solo un ragazzo che cammina e una pattuglia del Radiomobile, in servizio da tutta la notte, che lo incrocia. Lui se ne accorge e si agita. Getta a terra un mazzo di chiavi con un telecomando e la chiave di un’auto. I due militari vedono la scena, si insospettiscono e lo fermano. Partono le domande. Il ragazzo farfuglia. “Non ricordo dove ho parcheggiato la macchina. Sono clandestino. Sono ubriaco”. Lo incalzano. “Ora ricordo, è parcheggiata a Corsico”. Lo montano in macchina e lo accompagnano nel paese, confine meridionale della città. Passano due ore: dell’auto non c’è traccia.
Il brigadiere ha un’idea. La gazzella riparte per Milano, e ferma di nuovo in via Argelati. I carabinieri prendono il mazzo di chiavi con il telecomando di un cancello e iniziano i tentativi. Premono: il cancello di un cortile si apre. Premono ancora: la saracinesca di un box auto si apre, dentro c’è una Citroen e un sacco di roba. Premono ancora una volta: dentro l’auto ci sono panetti di eroina. Anche il locale ne è pieno. In tutto sono 82, da mezzo chilo l’uno, piazzabili a 8-15 mila euro al chilo. Di più. Saltano fuori bustine di plastica, bilancini di precisione, mannite per il taglio, undici cellulari e un attrezzo simile a una pressa per compattare la droga. La macchina è “pulita”, non risulta rubata ed è intestata a un cittadino romeno residente a Torino – su cui sono incorso accertamenti -, così come il box, che sembra un magazzino di stoccaggio. Il sospetto aumenta quando i militari controllano bene l’identità del ragazzo, un 25enne clandestino: mai incappato in un controllo, mai censito in una banca dati. La sua nazionalità però potrebbe raccontare molto su quella partita di droga. Viene dall’Albania. Uno dei principali paesi da dove arriva la maggior parte dell’eroina smerciata nelle piazze italiane.