Dopo un’altra giornata di violenza in Ucraina, finalmente mercoledì sera il presidente Viktor Yanukovich ha annunciato una “tregua” per “fermare il bagno di sangue” e la ripresa dei colloqui con l’opposizione. Reagisce intanto l‘Ue e convoca il comitato di sicurezza, in seguito a una notte sanguinosa con 26 morti (tra cui 10 poliziotti) e 240 feriti.
L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Navi Pillay, ha condannato le violenze e ha chiesto una “indagine urgente e indipendente”. Mentre i servizi segreti ucraini hanno annunciato l’avvio di una “operazione anti-terrorismo“. I ministri degli Esteri di Francia, Germania saranno giovedì mattina a Kiev con il loro omologo polacco. Gli Stati Uniti stanno considerando la possibilità di varare sanzioni ha affermato il segretario di Stato Usa John Kerry.
Emma Bonino: “Misure restrittive eccezionali”. Per il ministro degli Esteri Emma Bonino: “La gravità degli scontri in corso a Kiev pone il popolo ucraino di fronte ad una situazione drammatica, di una violenza inaccettabile che come europei condanniamo con estrema fermezza. È con massima preoccupazione che va considerato – e scongiurato – il rischio concreto di una guerra civile alle porte dell’Unione Europea. Nonostante i margini negoziali fra governo ed opposizioni appaiano in queste ore ancora più ridotti, non esiste alcuna vera alternativa alla ripresa del dialogo, che l’Ue intende sostenere col massimo impegno. In caso di continuazione delle violenze, non escludiamo il ricorso a misure restrittive eccezionali“.
Ue convoca riunione straordinaria. Catherine Ashton ha convocato una riunione straordinaria del Comitato Politico e di Sicurezza della Ue (Cops) per il “tragico deterioramento della situazione in Ucraina” in vista di sanzioni. Il consiglio dei ministri degli esteri europei è stato fissato per giovedì alle 14: “Tutte le opzioni saranno esplorate, comprese misure restrittive contro i responsabili della repressione e delle violazioni dei diritti umani”. “È stato con choc e sgomento che abbiamo seguito gli sviluppi nelle ultime 24 ore in Ucraina” dichiara Josè Manuel Barroso, presidente della Commissione europea, presentando le condoglianze della Ue alle vittime e alle loro famiglie ed aggiungendo che “non c’è alcuna circostanza che possa legittimare o giustificare tali scene”. La Ue, continua, “condanna nel modo più forte possibile l’uso della violenza come modo per risolvere una crisi politica e istituzionale”. In una telefonata a Yanukovich Barroso ha chiesto “l’immediato stop della violenza”. La Ue “è pronta a reagire fermamente ad un ulteriore deterioramento della situazione”.
La Francia considera che rispetto all’attuale situazione “delle sanzioni individuali devono essere esaminate” ha detto il presidente francese, François Hollande, citato dalla portavoce del governo di Parigi, Najat Vallaud-Belkacem. Dall’Eliseo la condanna del capo dello Stato: le violenze della polizia sono “inaccettabili” e devono “cessare immediatamente”.
Il ministero degli Esteri della Russia denuncia invece un tentativo di “colpo di Stato” in Ucraina ed ha dichiarato di “esigere” dai leader dell’opposizione nel Paese lo stop alle violenze. Finora la Germania si era rifiutata di appoggiare la proposta degli Stati Uniti di imporre sanzioni al governo dell’Ucraina per spingerlo ad accettare le richieste di riforme da parte dell’opposizione. Ma ora il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier ha detto che Berlino e i Paesi dell’Ue dovrebbero pensare a sanzioni contro i singoli.
“Con animo preoccupato – ha detto Papa Francesco – seguo quanto in questi giorni sta accadendo a Kiev. Assicuro la mia vicinanza al popolo ucraino e prego per le vittime delle violenze, per i loro familiari e per i feriti. Invito tutte le parti a cessare ogni azione violenta e a cercare la concordia e la pace del Paese”.
Scontri nella notte, 26 morti e 240 feriti. Nella notte gli scontri a Kiev hanno fatto salire il numero di morti fino a 26, secondo il ministero della Salute. Tra i 241 feriti loro ci sono 79 poliziotti e cinque giornalisti. Deceduto in ospedale anche il cronista ucraino Vyacheslav Veremiy del quotidiano ‘Vesti‘, che era stato picchiato e ferito da colpi di arma da fuoco sparati da sconosciuti. È stato assalito nella notte nel centro della capitale ucraina, in via Velika Zhitomirska, mentre stava viaggiando in taxi assieme a un collega, Oleksii Limarenko. Un gruppo di uomini a volto coperto li ha costretti a scendere dal taxi e li ha picchiati brutalmente.
Si tratta delle violenze peggiori in Ucraina non solo dall’inizio della crisi, ma anche in tutta la storia post sovietica. Le violenze erano cominciate di mattina, quando i manifestanti hanno marciato in direzione del Parlamento per protestare contro la decisione dei deputati di rinviare la discussione in aula sulle riforme costituzionali che dovrebbero limitare i poteri presidenziali. La polizia è intervenuta per fermare la marcia. I dimostranti hanno lanciato sassi contro gli agenti e hanno dato fuoco a diversi furgoni che bloccavano il loro percorso; in risposta la polizia in tenuta antisommossa ha usato granate stordenti e lacrimogeni, sparando quelle che sembravano palline di metallo.
Nel primo pomeriggio, poi, l’ultimatum delle autorità ai manifestanti: fermare le violenze o ci sarà un intervento per ripristinare l’ordine. I dimostranti sono rimasti per le strade e a quel punto la polizia ha fatto irruzione a piazza Indipendenza, nota anche come il Maidan, utilizzando cannoni ad acqua e granate stordenti. Con i megafoni gli agenti hanno invitato donne e bambini a lasciare la piazza dicendo che era in corso un’operazione antiterrorista. Intanto il leader dell’opposizione Vitaly Klitschko ha arringato i circa 20mila manifestanti rimasti nell’area assicurando che la folla sarebbe rimasta in piazza. Ieri sera le forze dell’ordine hanno anche chiuso le stazioni della metropolitana nel centro di Kiev.
La preoccupazione Usa. Biden: “Ascoltare i manifestanti”. La situazione ucraina desta preoccupazione non solo nell’Unione europea ma anche negli Usa. Il vice presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha telefonato al presidente ucraino Viktor Yanukovych invitandolo a ritirare le forze del governo e a esercitare la massima moderazione. Biden, riferisce ancora la Casa Bianca, ha messo in chiaro che, sebbene gli Usa condannino la violenza di qualunque parte coinvolta, è il governo che ha “la speciale responsabilità di ridimensionare la situazione”. Tuttavia, Vitali Klitschko, uno dei leader dell’opposizione che stanotte ha incontrato il presidente per cercare di negoziare un compromesso per frenare le violenze, ha dichiarato che Yanukovich si rifiuta di fermare l’assalto in corso a piazza Maidan, cuore della protesta antigovernativa.
Biden ha inoltre esortato il governo ucraino ad ascoltare le “legittime rimostranze” dei manifestanti e di presentare delle proposte di riforma. Biden ha più volte telefonato a Yanukovych durante la crisi in Ucraina, che è iniziata lo scorso novembre dopo la decisione del presidente di rinunciare a un accordo di associazione con l’Unione europea e di privilegiare un approfondimento dei rapporti con la Russia. Yanukovych, però, si è scagliato contro i leader dell’opposizione che “hanno superato una linea chiamando le persone alle armi”.
Il tono sprezzante della dichiarazione pubblicata online sembra lasciare poche speranze di un compromesso per risolvere la crisi, scoppiata a novembre dopo la decisione di Yanukovych, che ha proclamato per giovedì un giorno di lutto nazionale, di fermare i preparativi per la firma di un accordo di associazione con l’Ue in favore di legami più stretti con la Russia.