Come avevo previsto è scoppiata la guerra civile in Ucraina. Mentre scrivo queste righe i morti sono già 25, nella sola Kiev, quasi la metà dei quali sono poliziotti. Si spara dovunque, un giornalista ucraino è stato ucciso, edifici pubblici sono in fiamme, la città è isolata e ogni accesso è impedito.
Non si tratta più di manifestazioni di protesta, di lotta politica. E’ guerra. Le immagini, che in Italia arrivano espurgate (ma chi censura?) – parlo per esempio delle immagini che vanno in onda sulle televisioni russe – mostrano rivoltosi bene organizzati, molti dei quali armati con armi da fuoco di guerra, pistole, lanciafiamme, che vanno all’assalto, occupano edifici amministrativi e statali, i palazzi del potere, che incendiano case con la gente ancora dentro. Il governo della Crimea, repubblica sul Mar Nero, dove c’è la base militare russa di Sebastopoli, ha chiesto perentoriamente a Yanukovic il ristabilimento dell’ordine: primo segno che la Crimea potrebbe staccarsi se la situazione precipitasse. L’est e il nord russofoni al momento tacciono, ma l’ovest e il sud del paese stanno entrando nella rivolta.
Si preannuncia una presa violenta del potere da parte delle opposizioni. Che significherà un bagno di sangue. Il controllo della rivolta è infatti palesemente in mano agli estremisti nazionalisti, alle formazioni paramilitari armate dei “banderovzy” neonazisti.
In queste condizioni il vacillante Yanukovic potrebbe dover ricorrere all’esercito, poiché è evidente che le forze di polizia non sembrano più in grado di ristabilire alcun ordine.
Le cosiddette cancellerie europee, e il Dipartimento di Stato Usa invitano Yanukovic alla moderazione. Il presidente del Parlamento Europeo, Schultz, si dice addolorato per i “dimostranti uccisi” (anche lui guarda solo Euronews e la Cnn). A rendere ridicoli questi inviti e appelli sarebbero sufficienti le immagini che solo le tv russe mostrano, dove la polizia è in rotta o in fuga, o al massimo si difende. Immagini dove abbondano armi da fuoco tra i rivoltosi. Scene indescrivibili, dove gli attaccanti spogliano addirittura un poliziotto a terra, privo di sensi, forse già morto, strappandogli gli scarponi e la giubba. Siamo già molto oltre la protesta politica. Ma, per lui, niente rammarico. Ai nazisti non si chiede moderazione. Essi sono “gli eroici difensori della democrazia europeo-occidentale contro la barbarie russa”.
La vergogna di questa Europa apre una pagina indelebile, che sconvolgerà tutti gli equilibri della sicurezza del vecchio continente. E – lo ripeto – ogni illusione che la Russia assisterà a questa svolta senza reagire sarà saggio abbandonarla. E’ in azione l’Europa della troika. E’ quella Europa, la “loro” Europa, che ha incoraggiato, preparato, organizzato, finanziato tutto questo. Ed è la terribile, ma purtroppo logica, conclusione della degenerazione irreversibile del progetto democratico europeo. Dico questo a tre mesi dall’elezione del nuovo Parlamento, mentre i sondaggi dicono che il 53% dei cittadini europei “non si sentono europei”. Infatti siamo di fronte alla stessa Europa ingiusta e antipopolare che opprime i più deboli ; quella stessa che mostra il suo volto imperiale ai vicini, mentre digrigna i denti verso la Russia.
Adesso i media ci racconteranno che è tutta colpa della Russia, e di Putin. I cattivi per antonomasia. Premessa per altre provocazioni, che dobbiamo aspettarci nelle prossime settimane, che sicuramente saranno bagnate di sangue.
L’Ucraina va in pezzi e tutti gli equilibri, interni ed esterni sono compromessi. Io grido a gran voce che questa crisi è stata voluta e costruita dall’Occidente. Dunque aspettiamoci altri disastri. America e Europa sono in crisi, in una crisi sempre più grave. Il caos è il modo migliore per occultarla. E’ da quella parte che viene ormai la minaccia di guerra. Noi italiani siamo parte di questa minaccia. Noi, in questa Italia, con un governo ridicolo che in questi mesi non ha detto una sola parola udibile al riguardo, dobbiamo mobilitarci perché il nostro paese si ritragga da questo orrore, che mette a repentaglio anche noi e le nostre famiglie. Dobbiamo chiedere al nostro governo che richiami Bruxelles e la Nato (che sono ormai quasi la stessa cosa) al rispetto delle regole. Non mi faccio illusioni, ma dobbiamo farlo.