A fine marzo, salvo sorprese, entrerà in vigore il contestato Regolamento sul diritto d’autore dell’Agcom, nonostante le polemiche sull’intervento dell’Autorità non accennino a placarsi.
Ultimi in ordine di tempo sono i sindacati confederali Cgil-Cisl e Uil, che hanno spedito una lettera aperta ai vertici dell’Agcom, in merito al personale che verrebbe dedicato alla procedure di rimozione.
Nella lettera aperta si legge: “Come noto, dal 31 marzo p.v. entrerà in vigore il Regolamento sul Diritto d’Autore, emanato dall’Autorità con la delibera 680/13/CONS. Tale nuova competenza, che è in capo alla Direzione servizi media, presumibilmente, almeno dalle voci che circolano in questi giorni, pare presupponga anche l’istituzione di un’apposita unità operativa di II livello”.
Si tratta ovviamente di un’affermazione fatta da un sindacato e non una nota ufficiale dell’Agcom, ma è difficile che le rappresentanze sindacali unite facciano una dichiarazione di questo tipo senza avere la cognizione di quello che starebbe per accadere.
Una nuova unità operativa di II livello?
E con quali funzionari? Con quali somme?
Ma non avrebbe dovuto essere a costo zero l’antipirateria dell’Agcom?
E da dove verranno tratte queste risorse dal momento che nel bilancio previsionale del 2014 dell’Autorità, non vi sarebbe traccia di spese aggiuntive relative alle attività di repressione sul diritto d’autore, almeno stando a quanto rilevato qualche giorno fa dal giurista Guido Scorza.
Nel frattempo, quel che è certo è che prima che sia entrata in vigore la Delibera, l’Agcom ha già assegnato direttamente alla Fondazione Bordoni (presieduta dall’ex Commissario dell’Agcom Alessandro Luciano) un incarico, attraverso una convenzione, da più di mezzo milione di euro (precisamente 533.958,88) per l’affidamento della gestione informatica del regolamento in materia di tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica.
Ricapitolando, “l’Antipirateria a costo zero” ha già prodotto un incarico di oltre mezzo milione di euro ad un ente esterno all’Autorità, ovvero alla fondazione Bordoni, prima ancora che la stessa delibera sia entrata in vigore.
Secondo i sindacati confederali si starebbe istituendo una unità operativa di II livello (che dovrà dunque prevedere personale, indennità, e, dunque costi aggiuntivi) al punto di indurre gli stessi sindacati a richiedere all’Autorità di “ricorrere a procedure trasparenti per la selezione del personale che eventualmente sarà chiamato a farne parte”.
La domanda a questo punto sorge spontanea. Chi pagherà tutto questo? Traendo le risorse da dove?