Indago su altri ricconi che regalano soldi alle proprie comunità, e mi imbatto in questo articolo di CNN money, ripreso da The Chronicle of Philantropy (sì, negli Usa esiste pure una pubblicazione apposta per la filantropia): nel 2013, Mark Zuckerberg e sua moglie – 29 e 28 anni – hanno donato 1 miliardo di dollari in beneficenza.
Ma è il secondo in classifica che mi stupisce: George Mitchell, texano morto a 94 anni il 26 luglio 2013, ha lasciato 750 milioni di dollari alla “Cynthia and George Mitchell Foundation”. La fondazione promuove l’uso e lo sviluppo di energia rinnovabile e sostenibile e progetti ambientali negli Usa. Uno dei principali scopi della fondazione è di prevenire e mitigare i danni portati dall’industria del fracking.
Ma chi è Mr. George Mitchell? George Mitchell è il papà del fracking e della trivellazione orizzontale, che ha praticamente inventato e perfezionato tramite la sua ditta petrolifera, la Mitchell Energy & Development. Ha scoperto e sfruttato circa 250 giacimenti di gas naturale nella Barnett Shale del Texas, diventando un miliardario.
L’inventore del fracking che regala soldi per riparare i danni del fracking!
Ed ecco qui il nocciolo del tutto: se l’inventore dell’hydraulic fracturing lascia una parte così grande del suo patrimonio per riparare i danni dovuti all’hydraulic fracturing, allora qualcosa di vero in quel dicono tutti questi “complottisti ambientalisti” ci sarà pure.
Un anno prima di morire spiegava in un’intervista all’Economist come avesse inventato il fracking e quanto tempo e soldi gli fosse costato. A suo modo di vedere, si tratta di una bella storia di intraprendenza, di creatività e di persistenza.
Ecco cosa dice sul reparto ambiente: “As a concerned businessman and philanthropist, I have come to understand that the natural gas industry can no longer simply focus on the benefits of shale gas while failing to address its challenges. We know that there are significant impacts on air quality, water consumption, water contamination, and local communities.
“A strong federal role is also necessary, starting with the Environmental Protection Agency’s new rules calling for more controls over the most dangerous air pollution associated with hydraulic fracturing. The rules will also mitigate methane leakage during the drilling process. This is critical, since methane is a powerful greenhouse gas pollutant, and uncontrolled leakages call into question whether natural gas is cleaner than coal from a global climate perspective.”
“Da uomo di affari sensibile e da filantropo, sono giunto alla conclusione che l’industria del fracking non puo’ piu’ solo focalizzarsi sui benefici dello shale gas e allo stesso tempo fallire nell’affrontare i problemi che comporta. Sappiamo che ci sono impatti significativi sulla qualità dell’aria, sul consumo di acqua, sulla contaminazione dell’acqua e sulle comunità locali. E’ necessario un forte ruolo del governo centrale, ad iniziare dall’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e nuove regole per maggiori controlli sui più pericolosi casi di inquinamento ambientale associato con l’hydraulic fracturing. Le nuove regole mitigheranno le perdite di metano durante la trivellazione. Questo è critico perché il metano è un potente, inquinante gas serra, e perdite incontrollate portano a seri dubbi sul fatto che il gas naturale sia pulito del carbone, da un punto di vista dei cambiamenti climatici.
Notare che questo lo dice un petrolere texano, il creatore del fracking e non un ambientalista estremista. Qualcosa di vero ci sarà pure allora, o anche lui aveva le allucinazioni quando parlava?
Qui pozzi di reiniezione che si riaprono nel Texas, l’acqua di falda che finisce nel Texas, la sismicità indotta dal fracking