Così inizia il libro di Lorenzo Pezzica Anarchiche, sottotitolo Donne Ribelli del Novecento. Un libro (come sottolinea, nella prefazione, Ida Faré, insegna antropologia del quotidiano al Politecnico di Milano) che racconta di «donne dalle vite vagabonde che spaziano dall’Europa agli Stati Uniti, all’America Latina, sono legate da una rete che incarna davvero la canzone anarchica per cui “nostra patria è il mondo intero, nostra legge è la libertà”, sono denunciate, imprigionate, esiliate, una di loro, Noe Ito, viene picchiata e uccisa insieme al suo compagno».
Ed ecco i ritratti di quindici donne straordinarie. Alcune sono conosciute anche al di fuori dell’ambito anarchico come Maria Luisa Berneri (1918-1949), instancabile scrittrice (è nelle redazioni di importanti periodici libertari come Spain and the World, War Commentary, Freedom) e conferenziera, figlia di Camillo Berneri ucciso dagli stalinisti spagnoli nel 1937 a Barcellona, o Emma Goldman (1869-1940). Goldman, come scrive Pezzica, «rappresenta ancora oggi una delle voci più importanti del movimento anarchico internazionale e anarcofemminista. La sua vita è uno degli esempi più significativi del rapporto fra sfera personale e ambito pubblico che va ben oltre una coerente militanza, e riguarda il rapporto politica-vita come nodo principale».
Senza dimenticare Luce Fabbri (1908-2000) che, come sottolinea Pezzica, «è oggi considerata una tra le figure intellettuali più significative dell’anarchismo italiano e internazionale del Novecento».
Insomma, Pezzica ci racconta con la puntualità dell’archivista e dello storico (collaboratore della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, del Centro studi libertari/Archivio Giueseppe Pinelli e della Fondazione Anna Kuliscioff) la vita avventurosa e troppe volte drammatica di quindici donne che hanno segnato la storia dell’anarchismo, ma non solo.