Nominato ministro della Giustizia dall'ex sindaco di Firenze, il dirigente Pd in trasloco dall'Ambiente, non ha particolare formazione sul tema. Fatta eccezione per il periodo in cui ha ricoperto la carica di responsabile in materia su richiesta di Pier Luigi Bersani. Di lui si ricordano un'intervista al Foglio, colma di proposte in stile Pdl, e una dichiarazione, lo scorso febbraio, in cui avanzava l'ipotesi di una riflessione sulla revisione del 41 bis
Doveva essere Nicola Gratteri e invece sarà Andrea Orlando. Non un magistrato quindi, ma un politico – anzi un “dirigente di partito“, come recita la casella ‘professione’ della sua biografia accanto al titolo “maturità scientifica” – andrà al ministero della Giustizia. Non un uomo in prima linea contro la ‘ndrangheta, sotto scorta dall’89, procuratore aggiunto a Reggio Calabria dal 2009, ma l’ex ministro dell’Ambiente (“finalmente un politico dopo due anni e mezzo di tecnici”, recita la vulgata) che di giustizia si è occupato formalmente dal 24 novembre 2009 al 28 aprile 2013, cioè da quando, il neoeletto segretario nazionale del Pd Pier Luigi Bersani, lo nomina presidente del Forum giustizia del partito, incarico che mantiene fino alla sua designazione a ministro nel governo Letta nel 2013.
Nel 2010 l’intervista a Il foglio “Caro Cav, il Pd ti offre giustizia” – E quali sono le dichiarazioni per le quali Orlando è ricordato in tema di giustizia? Fino al 2013 è il nulla, tranne un’intervista a Il Foglio nel 2010 in cui, sotto il titolo ‘Caro Cav, il Pd ti offre giustizia’, Orlando propone al Pdl un programma che sembra scritto da Nitto Palma. Innanzitutto, come già scriveva Marco Travaglio lo scorso agosto, si parla “ridefinire l’obbligatorietà dell’azione penale… individuando le priorità” dei reati da perseguire o ignorare; “riforma del sistema elettorale del Consiglio superiore della magistratura che diluisca il peso delle correnti“, accompagnata da “una sezione disciplinare distinta” per far giudicare i magistrati da un plotone d’esecuzione a maggioranza politica; “rafforzare la distinzione dei ruoli tra magistrati dell’accusa e giudici”; “limitare l’elettorato passivo dei magistrati, in particolare quelli che hanno svolto attività requirenti“, cioè, scrive Travaglio, “rendere ineleggibili non i delinquenti, ma i pm”.
“Sono favorevole all’abolizione dell’ergastolo e carcere duro” – Da ricordare è anche la dichiarazione che Orlando fa intervenendo, il 2 febbraio 2013, all’inaugurazione dell’anno giudiziario dell’Unione delle camere penali a Bologna: ”Sono favorevole all’abolizione dell’ergastolo ostativo”. Non solo, perché il politico Pd si dichiara disponibile anche a una riflessione sul regime del 41 bis: ”Non ci sono ancora i tempi per superarlo, ma è necessario fare il punto sulla sua funzionalità nella lotta alla mafia”. E si sa, la lotta alla mafia passa per l’abolizione dei suoi caposaldi.
A luglio la riforma sulla giustizia – A luglio 2014, dice il neo premier Matteo Renzi, si affronterà il tema giustizia, nell’ottica del “fare una riforma al mese” come ha promesso, copiando Obama, il 17 febbraio parlando al termine delle consultazioni con i partiti, dopo aver accettato “con riserva”, come vuole la prassi, l’incarico di presidente del Consiglio. Numerosi i capitoli aperti. L’ultimo pacchetto che Annamaria Cancellieri, ministro uscente, portò in Consiglio dei ministri il 17 dicembre, conteneva il decreto-carceri, approvato al Senato in via definitiva, e un disegno di legge per rendere più snello il processo civile, il cui iter parlamentare deve ancora cominciare. A gennaio era atteso un analogo pacchetto sul penale, ma le incertezze sul ministro, segnato dal caso Ligresti, e le voci insistenti di rimpasto che si sono rincorse per settimane, hanno ingessato l’attività. Nel provvedimento, rimasto abbozzato, dovevano essere inseriti la revisione dei meccanismi di impugnazione in Cassazione; strumenti di deflazione in fase di indagine, come l’archiviazione per irrilevanza del fatto; il potenziamento dei riti speciali, anche col patteggiamento in appello; un rafforzamento delle garanzie degli imputati in custodia cautelare con possibili interventi anche sul Riesame.
Penalisti: “Orlando saprà contenere invasioni di campo” – Intanto gioisce l’Unione delle camere penali per la nomina a ministro della Giustizia di Andrea Orlando: “Nei giorni scorsi abbiamo espresso l’auspicio che il prescelto alla guida di via Arenula fosse persona in grado di interpretare alla lettera lo spirito garantista della Costituzione e in grado di affrontare con coraggio gli enormi problemi della giustizia. Siamo convinti che l’On.le Orlando abbia queste qualità ed, essendo un politico esperto, sappia anche contenere le invasioni di campo di quei settori dello Stato che tradizionalmente pretendono di condizionare la politica proprio in tema di giustizia”.