Daniela Fregosi, 45 anni, formatrice d’azienda, a seguito di un tumore ha avuto due mesi di indennità contro i 18 previsti per i dipendenti. Dal suo blog lancia una petizione per ottenere pari garanzie. "Noi non abbiamo diritto di ammalarci. Ma chi lo spiega al mio linfonodo?"
Sei donna, sei malata, hai un tumore al seno. Lo scopri a 45 anni, mentre vivi con il tuo uomo che, pronti via, ti molla. Ok, ci sono i parenti, gli amici. Ma se sei freelance devono essere tanti, e presenti, concretamente. Perché per il popolo delle partite Iva non è prevista la malattia lungodegente, e non ci sono salvagenti sociali, liquidazione, scivoli: niente. Anzi. Un bel giorno arriva l’Inps che ti chiede tremila euro di acconto sul 2013, l’anno in cui ti sei ammalata, calcolato come anno di lavoro normale. E intanto ti hanno negato l’assegno di invalidità. Perciò decidi di non pagare. Di ribellarti.
“È come se per le statistiche nessun autonomo si ammalasse mai seriamente”, dice Daniela Fregosi, 45 anni, grossetana, formatrice d’azienda, che al suo male ha reagito immediatamente. E ora, col sostegno di Acta, l’associazione dei consulenti del terziario avanzato, ha lanciato una petizione su Change.org, “Diritti e assistenza ai lavoratori autonomi che si ammalano”, che riprende quanto è scritto nella nostra Costituzione, di recente sancito anche da una risoluzione del Parlamento europeo.
Daniela ha aperto anche un blog, Afrodite K, la voce delle lavoratrici autonome con il tumore al seno (un evento che capita a un’italiana su 10 nell’arco della vita secondo i dati Lilt), e ha scoperto che moltissime donne nelle sue stesse condizioni si nascondono. Per timore di perdere clienti, lavoro, indipendenza.
Daniela, quando e come si è accorta di essere malata?
A giugno 2013 sento di avere come una pallina nel seno. Dopo un mese ero sotto i ferri per la mastectomia.
Che percorso ha fatto a livello di cure?
Mi hanno tolto nove linfonodi, e da oltre 5 mesi faccio fisioterapia alla spalla, in ospedale e da sola. Estate prossima impianteremo la protesi nel seno operato, e dovrò fare la modifiche al seno accanto per renderlo simmetrico.
Che ripercussioni ha la malattia sul suo lavoro?
Le giornate di lavoro saltano da un istante all’altro. E a differenza di un dipendente, che si prende il normale permesso per la visita medica, io se dico ‘no’ a un cliente vengo rimpiazzata da qualcuno che magari piace e viene richiamato anche le prossime volte, al posto mio.
E le disavventure con l’Inps?
Dapprima sono riuscita a ottenere due mesi di malattia nel 2013, circa 795 euro. Mentre un lavoratore dipendente può vedersi coperti anche sei mesi di malattia. E con il cancro si va avanti ben oltre i due mesi all’anno. Ma ti devi accontentare di 61 giorni di rimborso, 13 euro al giorno: la sola cosa che ho avuto, oltre a questo, è stata l’indennità per la mastectomia. Quei cinque giorni in ospedale me li hanno coperti.
E poi?
Ho chiesto anche l’assegno ordinario di invalidità. Al medico dell’Inps ho portato un foglio scritto da me, che descriveva il mio lavoro, lo stress di parlare in pubblico in aziende importanti, la fatica fisica di portare bagagli su e giù per l’Italia. Ma non l’hanno degnato di uno sguardo: la mia domanda di assegno è stata respinta.
Cosa le impedisce di percepire l’assegno di invalidità?
Sono servizi che se sei autonomo ti arrivano solo se nell’anno precedente alla malattia non hai superato una certa soglia di reddito”.
Di che soglia parliamo?
Circa 5000 euro se vuoi vederti coperta un’invalidità civile dal 74% in su!.
Che cosa è cambiato nella sua vita?
Tantissime donne, freelance come me, mi hanno raccontato le loro storie. Mi ha chiamato una grafica con p. Iva, dicendomi che per paura di perdere clienti sono 6 mesi che nasconde a tutti di avere un tumore al midollo.. ‘Vado avanti grazie a mio marito che mi mantiene’, mi ha detto: non ne può più di tenersi tutto dentro.
Come trova le risorse per curarsi lavorando di meno?
Mi aiutano le donazioni via Paypal, che mi sono arrivate anche da emeriti estranei, tramite un pulsante che c’è nel blog: mi sono pagata così le ecografie a pagamento, gli alimenti biologici… Sono cose che mi fanno sentire pensata e non abbandonata.
Perché e quando ha deciso di fare obiezione fiscale?
A dicembre, quando mi è arrivato l’acconto Inps, circa tremila euro! Quando mi hanno chiesto quei soldi mi sono sentita un bancomat col tumore al seno. E dopo aver versato il contributo Inps ogni anno dal 1992, ho deciso di non pagarlo.
Che cosa accadrà ora?
Quando mi calcoleranno il vero importo da versare all’Inps ne saprò di più: probabilmente ci sarà una mora da pagare sui soldi che non ho voluto versare.
Ci vuole coraggio.
Sì, ma il tumore cambia la tua prospettiva: se tra 6 mesi ho una recidiva e muoio non pagare l’Inps che rischio è, che differenza fa?