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Unicredit, staffetta Amato-Prodi alla guida del comitato consultivo internazionale

Romano Prodi è il nuovo presidente dell’International Advisory Board (Iab) di Unicredit. L’ex presidente del Consiglio e della Commissione Europea succede a Giuliano Amato, già alla guida del comitato consultivo della banca milanese. Dello Iab fanno parte personalità di spicco del mondo politico e imprenditoriale provenienti da vari Paesi tra i quali Javier Solana, ex alto rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Comune dell’Unione Europea; Aleksander Kwaniewski, ex presidente della Polonia; Joschka Fischer, ex ministro degli Affari Esteri della Germania e vice-cancelliere.

Al comitato partecipa il top management di Unicredit, cioè il presidente Giuseppe Vita, l’amministratore delegato Federico Ghizzoni, e il direttore generale Roberto Nicastro, oltre che gli amministratori delegati delle principali banche del gruppo. Lo spirito dello Iab, spiega la banca in una nota, è quello di offrire opportunità di scambio su problematiche di carattere politico, economico e sociale e di riflettere sulle prospettive in Europa e nei mercati internazionali. Prodi ricopre la carica a titolo gratuito. Succede a Giuliano Amato, nominato lo scorso settembre giudice della Corte Costituzionale, “al quale va il sentito ringraziamento dell’International Advisory Board di Unicredit per il prezioso contributo assicurato negli scorsi anni”.

Prodi non è nuovo a questo tipo di incarichi, così come non lo era il Dottor Sottile. L’ex presidente dell’Iri che ha dato il via alla stagione italiana delle privatizzazioni,  è infatti stato consulente della banca d’affari americana Goldman Sachs dal 1990 al 1993 e dopo il 1997. Quanto ad Amato, di lui si ricordano il lavoro da consulente svolto per conto di Deutsche Bank dal 2010 con l’obiettivo di supportare la banca tedesca in Europa, principalmente in Italia, fornendo “un focus sugli scenari politici e macro economici di rilievo, monitorando gli interventi governativi e normativi e sostenendo i clienti già esistenti e quelli potenziali”, come spiegò l’istituto all’epoca della nomina.