Un titolo così e il periodo festivaliero di questi giorni potrebbe non lasciare dubbi. Il presagio immediato non si allontanerebbe un granché da una incombente celebrazione del brano che Rosalino Cellamare presentò nel 1971 non a Sanremo ma ad un’altra celeberrima manifestazione canora, il “Disco per l’estate”.
Acqua.
Qualcuno, ispirato dal testo della canzone e dalle supposizioni su un messaggio segreto che Lucio Dalla – che ne era l’autore – avrebbe lanciato, sarebbe portato a pensare a chissà quali scenari pedofili.
Acqua.
Qualcun altro, invece, suggestionato dalla precedente puntata del blog in cui si balenava un Governo tecnico presieduto da un popolare attore comico, già intravede un mio ulteriore sproloquio a connotazione politica.
Fuochino.
Messo dolorosamente da parte il sogno di un esecutivo con personaggi bizzarri e fantasiosi come quelli immaginati in una folkloristica esperienza onirica, mi ci sono volute diverse ore per riprendermi dall’annuncio – stavolta vero e percepito in un momento di assoluta veglia e presenza psico-fisica – di una composizione del Governo distante dalle aspettative degli “uomini di buona volontà”.
Il gigante e la bambina, torniamo al titolo, è dovuto – sia chiaro – solo ad una comparazione di statura tra trombati e nominati. E a titolo di esempio porto il raffronto tra un presunto designato al dicastero dello Sviluppo Economico e l’appena incaricata allo scranno in questione.
Quando si è vociferato il nome di Franco Bernabè per un attimo ho pensato che si volesse fare sul serio e che si fosse finalmente imparato a distinguere tra gioventù anagrafica (che non ha meriti ed è facilmente computabile) e gioventù di pensiero e di azione (che è difficile vantare facendo appello alla semplice data di nascita).
Nella mia carriera – fatte poche eccezioni – mi sono dovuto misurare con “superiori” lillipuziani per intelligenza e capacità, mentre nel breve periodo che ho trascorso in Telecom ho potuto apprezzare chi ha sempre mantenuto salda e nitida la sua dirittura per cercare di salvare una azienda strategica per il Paese, fino ad essere costretto a dimettersi. Credibilità internazionale e competenza economica e tecnologica di estrema rarità potevano far vaticinare il tanto agognato “right man in the right place”.
Il premier, quello reale e non Alvaro Vitali con cinematografica grande passione per il gentil sesso, ha preferito una “right woman”.
Probabilmente, chissà, si è pensato che la mai celata appartenenza di Franco Bernabè al Bilderberg potesse innescare critiche e commenti incuranti dell’effettiva caratura dell’individuo. In tanti non gli danno torto. La cautela non è mai troppa.
Disdegnando di parafrasare Renzi e di lasciarmi scappare un “Guidi, chi?”, ho sentito la necessità di documentarmi.
Abituato a curiosare in Rete, ho digitato il nome dell’interessata e ho trovato su Wikipedia la pagina contenente la sua biografia. Complice la brevità della storia, non mi è mancato il tempo di confrontare le diverse versioni della sintetica scheda.
Sbirraccio che non sono altro, ho notato che l’aggiornamento delle 19.18 del 21 febbraio 2014 fa sparire dalla sua pagina l’indicazione “membro della Commissione Trilaterale” che – documentata tale appartenenza sul sito del think tank – era stato inserita alle 19.54 del 17 aprile 2013. Tale eliminazione è contestuale all’aggiornamento “viene nominata Ministro dello Sviluppo Economico”.
Plotoni di complottisti doc sono già pronti ad una loro rituale esercitazione. Il resto della popolazione, invece, continua ad augurarsi un cambiamento di rotta.
Per conto mio riguardo la sequenza dei fatti e focalizzo l’attenzione su quelle fatidiche 19 e 18.
Ho subito una gran voglia di congratularmi con quell’utente senza un nome (ma con numero IP 151.15.32.126). Lui sì che è un grande, uno da Premio Pulitzer.
Sto scherzando? Niente affatto! Com’è possibile non riconoscere la bravura di chi è riuscito a pubblicare su Wikipedia la notizia della nomina ben diciannove minuti prima dell’Ansa, capace di fare uno striminzito lancio solo alle 19.37?