Giuramento al Quirinale per il nuovo esecutivo. Poi l'incontro tra il neopremier e l'ex: nessun sorriso, nemmeno uno sguardo a sancire la tregua tra i due. Civati lancia un sondaggio per decidere se votare la fiducia. Nessun chiarimento sul caso Gratteri. Commozione per l'ex ministro Esteri Bonino che lascia risentita
Dieci secondi e nemmeno uno sguardo. Enrico Letta stringe rapidamente la mano di Matteo Renzi, mentre il suono di una campanella sancisce il passaggio di consegne tra il vecchio e il nuovo premier. I due si incontrano pochi minuti dopo il giuramento dei sedici ministri e il silenzio glaciale racconta la storia delle ultime settimane. Negli occhi c’è ancora la rottura del 13 febbraio scorso, quando la direzione Pd sfiduciò il Presidente del consiglio e diede l’investitura ufficiale al sindaco di Firenze. Da quel giorno, è stata una corsa, con molti ostacoli e altrettante cadute. Programma, ruoli chiave e rifiuti, poi oggi finalmente il giuramento: “E’ finita la ricreazione”, ha detto Renzi suonando la campanella al primo Consiglio dei ministri. Comincia così a lavorare l’esecutivo dall’agenda ambiziosa, se non impossibile, che vuole una riforma al mese: “Legge elettorale, Senato, pubblica amministrazione e fisco”, solo alcuni dei punti del programma. E malgrado l’incontro stonato con Letta, il premier ostenta tranquillità: “Grazie per i messaggi. Compito tosto e difficile. Ma siamo l’Italia, ce la faremo. Un impegno: rimanere noi stessi, liberi e semplici“, ha scritto su Twitter.
Sorrisi e pacche sulle spalle invece al giuramento dei sedici ministri. La squadra di otto donne e otto uomini ha un’età media di appena 47 anni. Sono giovani, politici (solo tre gli esponenti “tecnici”) e sono il frutto di una difficile mediazione con il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano e soprattutto con il Presidente della Repubblica. E quello che è rimasto è una squadra che poco ha a che vedere con i nomi di rottura e rinnovamento che sognava il sindaco di Firenze. Ieri al termine del lungo colloquio al Colle, Renzi aveva letto la lista dei ministri, suscitando un certo stupore per la nomina di Andrea Orlando al ministero della Giustizia al posto del magistrato antimafia Nicola Gratteri. Napolitano ha negato di aver condotto un braccio di ferro con il neopremier (video), ma il veto sul nome del pm noto per la lotta alla ‘ndrangheta è arrivato proprio da lui (articolo di Beatrice Borromeo). Che ha preferito avere alla Giustizia il ‘politico’ Orlando, favorevole all’abolizione dell’ergastolo e del 41bis (blog di Peter Gomez).
Tra le nomine più delicate c’è anche quella di Federica Mogherini al ministero degli Esteri. Alcuni quotidiani hanno raccontato di un ex ministro Emma Bonino fortemente risentita. L’interessata ha smentito in tarda mattina, ma ha poi incontrato i suoi per “un ringraziamento”. “Questo Paese”, ha detto emozionata, “ha bisogno di educazione civica, oltre che di buona educazione. Non ho sassolini da togliermi, ma dei macigni che dovremmo tutti rimuovere. Dobbiamo riconquistare tutti il rispetto delle istituzioni. Voi giovani non so come siete, ma noi anziani non siamo robot e abbiamo sentimenti e emozioni”. E ha concluso negando di aver saputo la notizia dalle televisioni: “Renzi mi ha chiamato, ha detto ‘non è niente di personale, ma c’è bisogno di rinnovamento’. Ne ho preso atto”.
Il primo Consiglio dei ministri è durato circa un’ora e ha eletto Graziano Delrio come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Prima fare, poi dire, il motto dell’esecutivo firmato Renzi: “Tanti fatti e pochi annunci”, ha chiesto il premier. Secondo quanto raccontano i partecipanti alla riunione, il presidente del Consiglio “ha chiesto cautela nelle dichiarazioni: questo deve essere un governo dei fatti” avrebbe detto dopo aver incitato la squadra al nuovo lavoro. “E’ stata una riunione serena e che riflette bene lo spirito di questa nuova squadra che, da tanti punti di vista, non era scontata”, dice uno dei nuovi ministri, “mi è parso un buon allenatore: entusiasta e determinato ad assumersi le proprie responsabilità. E la squadra mi sembra che si possa integrare bene anche sul piano umano”. Il discorso che ha fatto ai ministri, si dice, “è stato diretto e semplice. Tutti sappiamo che le aspettative sono alte. Sopratutto dopo tante delusioni cocenti”. Con i ministri non ci saranno altri incontri prima di lunedì: “Siamo un treno in corsa. Ci sentiremo con Delrio per i nostri eventuali contributi al programma e lui farà la sintesi”.
Il primo gesto del Presidente del Consiglio incaricato è stata la telefonata ai marò: “Faremo tutto il possibile per portarvi a casa”. Ha poi passato il pomeriggio nel suo studio a Palazzo Chigi a lavorare al discorso di insediamento alle Camere, il vero ostacolo delle prossime ore. A non far dormire sonni tranquilli al leader democratico è la prova che lo aspetta al Senato. Il numero magico è 161. La metà più uno dei 315 componenti di palazzo Madama, cui vanno aggiunti i cinque senatori a vita. Il Governo Renzi dovrà partire da lì. Al premier basterà in realtà ottenere il favore della maggioranza dei senatori votanti, ma il segretario del Pd sa che per avere “un orizzonte di legislatura” molto dipende dai numeri messi in cassaforte nella ‘Camera Alta’. La maggioranza del nuovo esecutivo dovrebbe essere la stessa che sosteneva Enrico Letta (con Forza Italia, M5S, Lega e Sel all’opposizione), ma a complicare i conti sono i malumori della componente ‘civatiana’ del Pd e quelli nati negli ultimi giorni tra i Popolari. Pallottoliere alla mano, e al netto di scelte personali impreviste, Renzi può contare su 101 voti democratici. Il deputato Civati intanto ha lanciato un sondaggio online tra i suoi sostenitori per chiedere come comportarsi nel voto di fiducia. Domenica mattina ci sarà l’incontro con la “sua base” a Bologna, dove potrebbe arrivare l’annuncio dell’uscita dal Partito democratico. Il Senato è convocato per lunedì 24 febbraio alle 14.30 con all’ordine del giorno la consegna del testo delle dichiarazioni programmatiche da parte di Renzi. Martedì 25 febbraio invece sarà la volta del voto di fiducia alla Camera. Attesa anche per le nomine dei sottosegretari che ci saranno martedì prossimo.
LA CRONACA ORA PER ORA
19.15 – Tesoro: “Il rispetto delle regole europee garantisce credibilità. Governo Letta ha stanziato 45,3 miliardi in 3 anni”
Il rispetto delle regole europee, tra cui anche quella del tetto del 3% del deficit/Pil, “garantisce la credibilità dell’azione della politica economica, riduce il costo dell’aggiustamento e abbatte il costo di finanziamento del debito pubblico”. Lo afferma “Il contributo del Mef alla politica economica del Governo Letta” steso dal Tesoro. “Considerando sia i decreti legge, sia la legge di Stabilità per il 2014 gli interventi di politica economica finanziati dal governo Letta ammontano in totale a circa 7,5 miliardi nel 2013, 20,7 nel 2014 e 17 nel 2015 (45,3 miliardi nel triennio)”.
18.56 – Renzi lascia Palazzo Chigi
17.54 – Bonino: “Non ho saputo dalla tv che non ero più ministro”
“Non ho sassolini da togliere dalle scarpe o scoop da rivelare” e chi si aspetta questo “rimarrà deluso”, ma da “radicale ho dei macigni che dovremmo tutti rimuovere, non per me ma per il Paese”. Così Emma Bonino nelle sue prime parole nel comizio a Piazza Argentina. E continua: “Quando ieri Renzi mi ha chiamato dicendo che la politica estera doveva avere tratti di discontinuità, ne ho preso atto. Non l’ho saputo dalla tv, come qualche ricostruzione giornalistica ha detto, anche se potevo saperlo prima. Ma non importa”.
17.32 Renzi telefona ai marò: “Faremo di tutto perché possano tornare a casa”
“Ho appena parlato al telefono con Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Faremo semplicemente di tutto”. Lo scrive su twitter il premier Matteo Renzi.
17.05 – Ministro Guidi si è dimessa da tutti gli incarichi nelle aziende di famiglia
Il Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi si è dimessa oggi da tutte le cariche operative e rappresentative ricoperte nella società di famiglia. Ne dà notizia un comunicato. Contestualmente, il ministro lascia anche l’incarico di consigliere delegato nel Fondo Italiano d’Investimento.
17.01 – Hollande chiama Renzi: “Insieme per crescita e lavoro”
Il presidente francese, Francois Hollande, ha avuto un colloquio telefonico con il neopresidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, nel corso del quale si è sottolineata la necessità di “agire insieme per un’Europa di crescita e occupazione”, è quanto riferisce l’Eliseo.
15.29 – Olivero: “Lunedì decideremo se votare la fiducia”
“Avremmo preferito” la conferma delministro Mauro. “Non abbiamo il vincolo di dover votare la fiducia a prescindere. Saremo ancora più rigorosi sul programma: se dovessero mancare quegli elementi che abbiamo chiesto, ne trarremo le conseguenze. Il gruppo ne discuterà lunedì mattina e decideremo”. Così Andrea Olivero (PI) a Tgcom24.
15.16 – Delrio: “Letta gelido? Non me ne sono accorto”
“Il passaggio di consegne tra il premier uscente e il nuovo presidente del Consiglio è stato gelido? “Davvero? Non me ne sono accorto, non mi sembra”, così il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, dice ai cronisti lasciando Palazzo Chigi dopo il primo Cdm. “Oggi – ha aggiunto – è una giornata importante e abbiamo iniziato già a lavorare”, continua il sottosegretario che poi ‘implorà i cronisti: “Lasciatemi stare. Facciamo un patto: non è possibile che ogni volta c’è questo assalto”.
15.06 – Prodi: “Auguro successo al governo, i problemi sono urgenti”
“Tutti ci auguriamo un successo, perché abbiamo tanti problemi e almeno qualcuno deve essere risolto con urgenza”. Così l’ex premier Romano Prodi, padre nobile dell’Ulivo, ha commentato la nascita del governo Renzi parlando con i giornalisti a Firenze, dove oggi ha tenuto una relazione sul tema “Ecologia ed economia”, ad un convegno organizzato dalla fondazione Stensen.
14.36 – Governo, Civati lancia sondaggio web: “Votare o no la fiducia?”
Votare o no la fiducia al governo Renzi? Lo chiede Pippo Civati ai militanti su Internet, alla vigilia dell’incontro della sua area a Bologna. Il deputato Pd vuole un parere, “perché sono di solito gli elettori a scegliere”. E domanda pure se per il futuro sia meglio rimanere nel Pd o “ricostruire la sinistra” con gli altri partiti. Il questionario, strutturato come un vero e proprio sondaggio, chiede ai partecipanti di indicare anche età, professione, titolo di studio e chi abbiano votato alle ultime primarie del Partito democratico. Il sondaggio si apre con il quesito sulla fiducia al governo: va votata; va votata per far nascere il Governo, ma va condizionata a una verifica in tempi brevi; non va votata; meglio astenersi o non partecipare al voto. Seguono due domande su quali siano le più valide ragioni per votare a favore (tra le altre: “Temo che il No comporterebbe una nostra esclusione dalla discussione politica”) o contro la fiducia (ad esempio: “Rifiuto del metodo con cui è stato formato questo governo, sulla base di slogan e senza un chiaro programma che dia garanzie” o “Scarsa credibilità/affidabilità di Renzi”). Infine, uno sguardo al futuro. Quali prospettive per ‘l’area Civati’? Due le alternative proposte dal deputato Pd: “Aumentare l’impegno dentro il Partito Democratico su temi qualificanti” oppure “lavorare al dialogo con le forze che ne stanno fuori, per ricostruire la sinistra”.
14.16 – Terminato il primo Consiglio dei ministri di Matteo Renzi
È terminato a palazzo Chigi il primo Consiglio dei ministri del Governo Renzi. Contrariamente a quanto avviene di solito, la riunione è durata circa un’ora. Il premier Matteo Renzi, aprendo la seduta, aveva scherzato con i ministri suonando la campanella: “La ricreazione è finita”.
13.31 – Di Maio (M5s): “Nuovo corso? È replica ultimi 10 mesi” – Nuovo corso? Se ci vogliamo prendere in giro diciamo che è un nuovo governo, sennò basta guardare i dieci mesi passati per capire come saranno questi quattro anni, che io spero non siano quattro”. Lo ha affermato, a proposito del governo Renzi, il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio (M5s), nel corso di un incontro elettorale a Montesilvano. “Al ministero dell’Economia e delle Finanze – ha sottolineato – è andato l’ex consulente di D’Alema ed Amato, a quello dello Sviluppo economico, invece, una donna di Confindustria. Da una parte c’è l’uomo che consigliò ad Amato di fare il prelievo forzoso sui conti correnti degli italiani, dall’altra Confindustria che si cucirà il vestito su misura. Alle Infrastrutture e Trasporti, invece, c’è Comunione e Liberazione; il nuovo ministro è anche il vecchio e, tra l’altro, è indagato”.
13.30 – Grillo: “In scena film di serie B” – Un film di serie B, ma molto costoso, fatto con i nostri soldi, che si sposta di telegiornale in telegiornale da Palazzo Madama, al Quirinale dove vigila l’Uomo del Colle, da Palazzo Grazioli al Viminale a Palazzo Chigi con qualche deviazione al Nazareno”. Così Beppe Grillo sul suo blog commenta l’avvio del nuovo governo Renzi.
13.19 – Berlusconi: Democrazia solo se esecutivo è eletto da cittadini – “La democrazia si ha quando si ha un governo eletto dai cittadini, in caso contrario allora non c’è più la democrazia”. Lo ha detto il leader si Forza Italia Silvio Berlusconi, facendo riferimento al governo Renzi u in un collegamento telefonico con la platea dei sostenitori del club ‘Forza Silvio’ all’Unione del Commercio a Milano. L’esecutivo Renzi, invece che dalle urne, per Berlusconi trae la sua legittimazione “all’interno di un partito che non ha una grande maggioranza, ma ha una maggioranza parlamentare con 144 deputati”.
13.14 – E’ stata ‘fredda’ e velocissima la stretta di mano tra Enrico Letta e Matteo Renzi nella cerimonia di passaggio delle consegne con la campanella. Il premier uscente, Enrico Letta, ha consegnato la campanella a Matteo Renzi senza quasi guardarlo negli occhi. Poi, velocemente, c’è stata una stretta di mano tra i due. Letta si è quindi girato immediatamente per avvicinarsi all’uscita.
13.08 – Letta: “Grazie a Napolitano, ora stacco” – “Lascio Palazzo Chigi. Grazie Napolitano e tutti quelli che mi hanno sostenuto! Ora uno stacco via da Roma per prendere le migliori decisioni. #Futuro”. Così il premier uscente Enrico Letta dopo il passaggio di consegne a Palazzo Chigi con il premier Matteo Renzi.
13.07 – La Camera è convocata lunedì 24 febbraio alle ore 14.30 – All’ordine del giorno la consegna del testo delle dichiarazioni programmatiche da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri. Secondo la prassi, il Presidente del Consiglio, dopo aver reso le dichiarazioni programmatiche al Senato, si recherà alla Camera per consegnarne il testo alla Presidenza. Tornerà quindi al Senato per lo svolgimento del dibattito fiduciario, che alla Camera avrà luogo nella mattinata di martedì 25 febbraio.
12.16 – A palazzo Chigi pronto il cerimoniale con tappeto rosso – E’ pronto il cerimoniale a Palazzo Chigi dove è già tutto predisposto, con tanto di tappeto rosso, per accogliere il nuovo governo e il suo leader, Matteo Renzi. Nel cortile interno è tutto predisposto per gli onori.
12.04 – Tra poco Cdm, attesa a Palazzo Chigi – Dopo il giuramento al Quirinale del nuovo governo di Matteo Renzi, secondo il cerimoniale alle 12.40 il neopremier arriverà a Palazzo Chigi per il primo Cdm del suo esecutivo. Renzi entrerà da Palazzo Colonna con l’auto presidenziale. Il presidente del Consiglio sarà accolto dal Capo dell’ufficio del cerimoniale di Stato e per le onoreficenze dal consigliere militare del presidente del Consiglio. Successivamente avrà luogo la cerimonia del passaggio di consegne tra Renzi ed Enrico Letta che verrà sancita dal suono di una campanella.
11.59 – Il governo ha giurato, ministro Economia Padoan giurerà nei prossimi giorni– Il presidente del consiglio dei ministri, Matteo Renzi, e i ministri hanno giurato nelle mani del Capo dello Stato, pronunciando la formula di rito. Erano presenti, in qualità di testimoni, il segretario generale della presidenza della Repubblica, consigliere di Stato Donato Marra, e il consigliere militare del Presidente della Repubblica, Generale Rolando Mosca Moschini. Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, attualmente all’estero, presterà giuramento successivamente nelle mani del Capo dello Stato.
11.44 – Bianconi (FI): “Film senza sorprese” – “Chi lo conosceva poco ci sarà rimasto male. Noi no: dire una cosa e farne un’altra è la sua regola. Ringraziano Renzi, faccina tosta, l’Europa delle Banche, gli euroburocrati strapagati e collezionisti di cariche e di incarichi, la finanza internazionale, il rottamato D’Alema. Ringraziano le cooperative rosse, comunione e liberazione, Confindustria, farmindustria, l’Anci, salvo se altri. Si frega le mani Napolitano. A noi resta l’amarezza di verificare la fine di un film che non era, purtroppo per noi certo una sorpresa”. E’ quanto dichiara il deputato di Forza Italia, Maurizio Bianconi.
11.42 – Alfano giura, poi sorrisi e stretta di mano con Renzi – Angelino Alfano, riconfermato all’Interno, giura e poi stringe calorosamente la mano a Matteo Renzi. Ampi sorrisi da entrambe le parti.
11.37 – Gratteri: “Manco una sillaba”. Sono le sole parole dette dal Procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, contattato dall’Ansa, in relazione alla sua mancata nomina a Ministro della Giustizia. Secondo la ricostruzione fatta da alcuni giornali, nella lista dei ministri preparata dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, figurava Gratteri come Guardasigilli, ma la sua nomina sarebbe venuta meno a conclusione dell’incontro tra il nuovo premier ed il Presidente della Repubblica.
11.36 – Matteo Renzi, recitando la formula di rito, ha giurato nelle mani del Capo dello Stato.
11.34 – Toti: “Non so quanto potrà fare di diverso da Letta” – Quello di Matteo Renzi “è un governo fatto dal compromesso di più forze politiche con programmi diversi, che ha un ministro dell’Economia di provenienza tecnica. Non so quanto potrà fare di diverso da quanto fatto da Letta fin adesso. Non è esattamente il governo di cambiamento che il Paese si aspettava per riconciliarsi con la politica”. Lo ha detto il consigliere politico di Forza Italia Giovanni Toti al suo arrivo alla manifestazione dei ‘Club Forza Silvio’ all’Unione del Commercio in corso Venezia a Milano.
11.24 – Il premier Matteo Renzi è appena giunto al Quirinale – Renzi, giunto in auto all’ingresso principale del Quirinale, era accompagnato dalla famiglia e dal responsabile dell’organizzazione del partito, Luca Lotti, che sedeva in una seconda macchina con accanto i figli del premier. Il premier è arrivato dopo che tuttala nuova squadra di governo era entrata al Quirinale, gran parte della quale a piedi: da Dario Franceschini a Angelino Alfano, da Maurizio Martina a Graziano Delrio fino a Federica Mogherini, giunta al Colle con la figlia.
11.16 – Casini: “Squadra ben assortita” – “E’ una squadra giovane, ben assortita, motivata. Per il rinnovamento della politica credo sia un segnale importante”. Lo ha detto, a proposito del nuovo governo, il leader Udc Pier Ferdinando Casini a margine della seconda giornata del congresso del partito. “Ci sono anche competenze serie e significative”, ha aggiunto Casini augurando “buon lavoro al governo” e sollecitando ad “aiutare la squadra a fare strada per risolvere i problemi dell’Italia e non i problemi di qualche uomo politico”.
11.12 – Anche Delrio al Quirinale – Anche Graziano Delrio, che nel nuovo governo assumerà l’incarico di sottosegretario alla presidenza del Consiglio, arriva al Quirinale per la cerimonia del giuramento del nuovo governo. Stavolta però lo farà in veste di spettatore e non come accadde in occasione dell’insediamento del governo Letta, quando salì al Colle accompagnato dalla sua numerosa famiglia per giurare da ministro degli Affari regionali.
11.10 – Lupi (Trasporti): “Continuare riforme” – Dobbiamo continuare nel lavoro fatto in questi nove mesi con più forza e più coraggio. Nessuno riesce a tenere i propri posti. È un governo di emergenza, ma un pò di continuità serviva per non buttare via il lavoro svolto. Dobbiamo approvare piano casa nel primo Consiglio dei ministri”. Così il confermato ministro alle Infrastrutture, Maurizio Lupi, arrivando al Quirinale.
11.04 – Poletti (Lavoro): “Mia è mentalità da collaboratore: nessuno a casa” – Arrivato a piedi anche il ministro del Lavoro Giuliano Poletti: “Se toccasse a voi? Mi sento come voi. Ci sono tante cose da fare con molto metodo e tanto pensiero. Dovrò vedere la squadra. Ho sempre lavorato per produrre lavoro. Ho mentalità da cooperatore bisogna promuovere l’attività dei cittadini: nessuno deve stare a casa a fare niente. Ci dev’essere un’opportunità per tutti”.
10.57 – Galletti (Ambiente): “Problema prioritario è dissesto idreogeologico” – “In Italia abbiamo un problema idrogeologico che si perpetua da anni: ritengo che i primi provvedimenti debbano riguardare questo tema”. Lo ha detto il neoministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, arrivando al Quirinale. “Io sono stato scelto da Renzi – ha aggiunto – e ne sono orgoglioso. Ho esperienze amministrative e politiche e credo di poter far bene il mio lavoro. Dopo mi giudicherete”. In completo scuro e cappotto, il ministro è arrivato a piedi al Colle e dopo queste brevi battute con i cronisti è entrato velocemente nel palazzo.
10.19 – Renzi: “Ce la faremo” – Grazie per i messaggi. Compito tosto e difficile. Ma siamo l’Italia, ce la faremo. Un impegno: rimanere noi stessi, liberi e semplici”. Così il premier Matteo Renzi su Twitter ringrazia chi lo sostiene.
10.05 – Giannini (Istruzione): “Non serve altra riforma istruzione” – “Non c’è bisogno di un’altra riforma. Bisogna lavorare su punti strategici: diritto allo studio per gli studenti e al merito per i docenti, investire nella ricerca, pensare all’edilizia scolastica”. Lo afferma Stefania Giannini, neministro dell’Istruzione, in un colloquio con Il Corriere della Sera. Intervistata dalla Stampa, Giannini spiega che “bisogna tornare ad investire nella ricerca, settore abbandonato negli ultimi anni per mancanza di sensibilità strategica
9.15 – Bonino: “Io non contattata” – “Perché mi hanno fatta fuori? Io davvero non lo so. Nessuno mi ha avvertita. Non mi ha chiamata nessuno. Io non sapevo assolutamente nulla”. A dirlo il ministro uscente degli Esteri, Emma Bonino, in un colloquio telefonico con il Corriere della Sera. Bonino ribadisce che commenterà la propria sostituzione con Federica Mogherini oggi pomeriggio in Largo Argentina, a Roma. “L’appuntamento per ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto e aiutato è alle 17.30. Per adesso, non ho altro da dire”.
9.14 – Orlando (Giustizia): “Nessuna trattativa con Berlusconi” – In Parlamento, quando al governo c’era Berlusconi, con Donatella Ferranti ho guidato la battaglia del Pd contro le leggi ad personam e quella durissima sulle intercettazioni. E in questa legislatura ho subito sottoscritto la proposta per una legge più dura contro la corruzione e per ripristinare appieno il falso in bilancio”. Il neoministro della Giustizia Andrea Orlando smentisce, in un colloquio con Repubblica, l’esistenza di trattative con Silvio Berlusconi: “Ho sempre fatto le mie proposte alla luce del sole”. “Io ministro della Giustizia? Mamma mia, che responsabilità enorme. È un fardello pesante, e lo so bene io che per tre anni, da responsabile Giustizia del Pd, ho girato per tutte le procure, i tribunali e le carceri italiane per ascoltare tutti, capire i problemi, trovare le soluzioni giuste”.
8.16 – Civati: “Rimpasto esecutivo Letta, ma se non voto mi cacciano” – “Questo mi sembra un rimpasto del precedente governo. A questo punto la fiducia è un fatto tecnico, perché sono contrario a questo governo. Dobbiamo valutare cosa fare in Aula, perché non votando la fiducia sarebbe difficile restare nel partito. E poi… Si tratta soprattutto di un voto sul Pd. Dobbiamo valutare se rompere con il nostro partito. E ci dispiacerebbe farlo. Qualche amico mi ha già fatto capire che se non voto la fiducia mi buttano fuori dal gruppo”. Così Giuseppe Civati in un’intervista su ‘la Repubblicà commenta il governo Renzi.