Sedici nuovi ministri nel nascente governo a guida Matteo Renzi, otto uomini e otto donne, in perfetto stile quote rosa. L’identica proporzione, argomento di cui tanto si fa battaglia in certi contesti, mentre, in altri, si nutre un certo scetticismo misto ad amarezza sul suo reale significato, è stata probabilmente una scelta mirata, una precisa volontà di dare un segnale. Mi chiedo però quale.
È questo il cambiamento? Utilizzare le questioni di genere, in modo strumentale, al che diventino mezzi di propaganda politica e quindi di immagine? L’immagine sembra essere tutto al giorno d’oggi, c’è chi con essa ha fatto la sua fortuna politica ed economica, essa ha un impatto sulla nostra società dal quale, per tutti, me compreso, è difficile sottrarsi. Nonostante questo, pur sempre di esteriorità si tratta, non necessariamente è aderente a dei contenuti.
Ho già scritto in merito alle quote rosa, dichiarandomi apertamente a sfavore, non vedo nel 50 e 50 una soluzione, ma solo una imposizione grottesca. Uomini che si vedono chiuse delle possibilità, non per merito, ma per un mero dato numerico, saranno uomini vittime di una ingiustizia sociale, stessa identica cosa per le donne che si vedono anche loro limitate e trattate ingiustamente per la medesima motivazione.
Certo che la società è fortemente sbilanciata a favore degli uomini, per cui, senza quote rosa, rimangono le donne a non vedere riconosciuti i loro meriti e i loro diritti, il problema rimane tutto, ma la soluzione non è, a mio avviso, questa proporzione che un po’ ha anche il sapore di concessione e quindi di patriarcato ben camuffato (noi uomini vi concediamo di essere al nostro “livello”, ma vi blocchiamo qualsiasi possibilità di crescita, non importa se dovremo pagare lo stesso prezzo noi per primi).
La questione è complessa, tanto che qualsiasi soluzione semplicistica lede questa complessità fino a negarla completamente. C’è bisogno di un cambiamento culturale e leggi che lo favoriscano, non che lo impongano.
Mi sarebbe piaciuto vedere più donne che uomini in questo nuovo governo, senza nulla togliere a nessuno dei due sessi, per il semplice fatto che, se non altro, una scelta del genere avrebbe avuto implicazioni con un sapore meno di propaganda e più di sostanza.
Ovviamente mi esprimo esclusivamente in merito alle quote rosa dei ministeri, il resto è tutto da vedere.