E’ di qualche giorno fa la notizia della pubblicazione sulla rivista Current Sexual Health Reports di un articolo che revisiona gli studi sugli effetti della visione di immagini pornografiche, arrivando alla conclusione che non esistono sufficienti dati scientifici che l’utilizzo della pornografia possa creare dipendenza. Nell’articolo, inoltre, vengono sottolineati i benefici della pornografia nell’alleviare la tensione e il suo utilizzo è ritenuto utile come “sfogo” liberatorio per tante persone che hanno difficoltà ad instaurare e vivere relazioni soddisfacenti. Su questo specifico tema anche nell’ultima revisione del Manuale Diagnostico e Statistico, la bibbia degli psichiatri americani, ma molto utilizzato anche nel resto del mondo per la classificazione e la diagnosi delle malattie psichiatriche, non ha incluso la dipendenza sessuale al suo interno sempre per gli stessi motivi, la mancanza di studi scientifici.
Nel frattempo arriva anche la notizia che un sito porno amatoriale americano ha catalogato i contributi video ricevuti negli ultimi sei mesi: un terzo dei nastri che riprendono scene sessuali fatte in casa sono stati creati nelle città delle cosiddetta Bible Belt, la zona sud est degli Stati Uniti in cui vive una grande percentuale di persone di religione strettamente Cristiana Protestante, per lo più evangelica. Il 56,9 per cento dei video sono stati presentati da donne.
Questo ultimo dato viene confermato da una recente indagine condotta da Durex sulle abitudini sessuali della popolazione mondiale, dalla quale emerge che l’11% delle donne vorrebbe introdurre la visione di siti porno per movimentare la sessualità di coppia, mentre il 26% dichiara di farlo già.
Potremmo pensare quindi a una sempre maggiore divulgazione e accettazione dell’utilizzo del materiale pornografico, una volta pensato solo a uso e consumo del mondo maschile ma oggi non disdegnato dalle donne. Possiamo provare a pensare che questo inserimento del femminile nel porno possa portare un diverso contributo su questo argomento? Non sappiamo, nel frattempo, senza demonizzare o inneggiare alla pornografia, dobbiamo riconoscere che ci sono dei risvolti che spesso possono creare una sorta di ricerca ossessiva nei confronti dell’immagine pornografica, soprattutto laddove questa diventa l’unica ed esclusiva fonte del piacere sessuale. Stare senza queste immagini crea una sorta di astinenza e soprattutto la persona ha difficoltà a convogliare l’interesse sessuale verso altre direzioni. Ecco, in questi casi la dipendenza è dietro l’angolo e rappresenta comunque una sofferenza per coloro che utilizzano la pornografia anche e soprattutto come sfogo, ma certamente non come piacere sessuale.