Metti insieme sul palco un ex magistrato e un rapper a parlare di “libertà”. Gherardo Colombo e Tommaso Zanello, al secolo Piotta, saranno martedì 25 febbraio alle ore 21 al Teatro Duse per portare in scena “Freedom – Imparare la libertà”, un riflessione sulla coscienza civile in forma di pièce teatrale.
Come sfondo un’aula di scuola elementare entro cui disporre storia e i simboli della libertà: un albero di ulivo le cui foglie sono le pagine della Costituzione, le sagome di Don Chisciotte e Sancho Panza, il ragazzo contro il carro armato in piazza Tienanmen. A scandire lo spettacolo, invece, le musiche di Er Piotta. “Il testo è tratto dal libro che scrissi con Elena Passarini, ‘Imparare la libertà. Il potere dei genitori come leva di democrazia’ ”, spiega l’ex magistrato di Mani Pulite a ilfattoquotidiano.it, “ne ho preso le parti essenziali poi su suggerimento del produttore Corvino è stato coinvolto Piotta. Mi piaceva l’idea di trovare una via di comunicazione che rendesse più facile trasferire allo spettatore contenuti difficili che possono sembrare ‘mattoni’ ”.
“Che cos’è la libertà?”, continua Colombo, “Quando si è tanti la libertà si verifica quando è libero uno solo o sono liberi tutti? La libertà è dire ‘faccio quello che voglio’ come un dittatore? Ecco allora voglio fare un po’ di distinzioni, andare oltre la superficie delle parole. Creo e inizio a ragionare da condizioni generali che riguardano tutti e per farlo individuo cornici. La prima è la cornice dell’esperienza, dovuta alle limitazioni naturali dell’essere umano, ovvero non possiamo bere e contemporaneamente dormire, non possiamo tornare a casa dopo teatro volando. La seconda è quella del convivere e della socialità. Gli uomini non convivono per obbligo, ma perché sono mossi da un bisogno naturale di scambiare affetti ed emozioni. A questo punto la libertà deve tenere conto di queste cornici”.
Ed è nel percorso di ricerca terminologica e concettuale che Colombo individua la madre di ogni contenitore delle libertà, la Costituzione italiana: “E’ la cosa più nuova che ci sia anche se ha quasi 70 anni di vita. Basti pensare che prima del triennio 1946-’48 la società era organizzata attraverso la discriminazione, come ci fosse una piramide: chi sta in alto al vertice può, chi sta in basso alla base deve. Dopo non è più stato così”.
Difetti e arretratezze che il testo costituzionale ha maturato nel tempo non sono però, secondo Colombo, imputabili ai suoi creatori: “Figuriamoci, tra i padri costituenti c’era perfino Giannini de L’Uomo Qualunque. Semmai ci sono due aspetti che rendono la Costituzione uno strano oggetto contemporaneo: è molto poco conosciuta nei dettagli e il nostro paese ha uno scarso senso di comunità. Sembra che viviamo in una realtà dove gli interessi più immediati appaiono più veri e una volta che ci vengono riconosciuti ci riteniamo soddisfatti; mentre c’è meno soddisfazione da interessi indiretti che però servono alla comunità nel suo complesso”.
“Non mi sembra esista Paese in Europa in cui si evadono le tasse come in Italia”, prosegue, “certo manca un efficace sistema di controllo, ma manca soprattutto la percezione della consapevolezza che se le istituzioni non hanno fondi vengono a mancare diritti fondamentali come l’istruzione, la sicurezza, o anche solo l’igiene, l’acqua potabile, le fognature”. Il rischio che l’Italia sta vivendo di una discriminazione delle istituzioni, diretta emanazione della carta costituzionale, non preoccupa ulteriormente l’ex magistrato: “Bisognerebbe verificare in altri Paesi di egual cultura quanto è diffusa un’esclamazione come ‘piove governo ladro’. Siamo una nazione estremamente giovane, dominata per lunghi periodi da potenze straniere che non hanno permesso di sviluppare un’idea consolidata di collettività. Attenzione però, sarà sempre la Costituzione a salvarci, perché è un capolavoro. Pensate che ci sono voluti 27 anni prima che il codice civile venisse modificato negli articoli che disciplinavano il matrimonio. Sulla Costituzione c’era già scritto nel 1946 che marito e moglie erano uguali davanti alla legge”.