L'uomo, consulente informatico di 48 anni, era con la compagna incinta e avrebbe colpito la vittima con una bottiglia d’acqua. Il diverbio è nato per una mancata precedenza sulle strisce pedonali. Il fratello: "Ci hanno detto che non c'è più nulla da fare"
Versa in condizioni disperate Alfredo Famoso, il tassista di 68 anni che domenica sera è rimasto ferito a Milano durante una lite in strada. Secondo la ricostruzione della polizia l’uomo è stato picchiato in via Morgagni, all’angolo con piazzale Bacone, per un diverbio su una mancata precedenza sulle strisce pedonali. L’aggressore, un consulente informatico di 48 anni con precedenti per lesioni, è stato fermato con l’accusa di tentato omicidio: “Sono dispiaciuto per quanto accaduto”, questo il suo primo commento. Domenica stava tornando a casa, nella vicina via Plinio (vicino a Corso Buenos Aires), con la compagna incinta di otto mesi, dopo aver fatto la spesa in un supermercato della zona. La coppia stava attraversando sulle strisce pedonali, quando – secondo una prima ricostruzione – il tassista ha inchiodato davanti a loro, rischiando di investirli. Il 48enne, in uno scatto di rabbia, avrebbe lanciato una confezione di quattro bottiglie d’acqua, colpendo il taxi. Famoso sarebbe sceso e da qui la lite. Ma a questo punto la ricostruzione diventa più lacunosa. Il pedone avrebbe afferrato una bottiglia da un litro e mezzo e colpito più volte la vittima, che avrebbe battuto la testa prima su una ruota di scorta esterna di un Suv parcheggiato, poi sull’asfalto.
Dopo l’aggressione l’uomo (di cui si conoscono solo le iniziali: D. G. R.) si è trattenuto qualche minuto sul posto. Avrebbe fornito un numero di cellulare a un maresciallo della Guardia di finanza presente sul luogo e poi si è allontanato per assistere la compagna incinta. Prima di andarsene, però, avrebbe detto: “La accompagno a casa e torno”, anche se non si è più presentato sul posto. Ma la polizia precisa: “Pare che non sia fuggito, si è allontanato probabilmente perché convinto che le condizioni dell’autista non fossero così gravi”. Al numero di cellulare fornito, però, non è risultato nessun contatto valido. Il presunto aggressore, si è reso irreperibile, ma è stato rintracciato. Una pattuglia si è appostata, nel primo pomeriggio di lunedì, sotto casa dell’uomo, finché alle 14.30 è arrivata la madre della fidanzata 37enne dell’aggressore. I poliziotti sono riusciti a convincere la donna a metterli in contatto con la figlia, e così la pattuglia ha individuato la coppia in via Morgagni. I poliziotti li hanno fermati e portati nell’abitazione dove è stato trovato il pacco di bottiglie usato dall’uomo per colpire Alfredo Famoso. La polizia ha sequestrato una bottiglia ammaccata, probabilmente a causa dell’urto. Portato in Questura, il 49enne, dopo un interrogatorio e il riconoscimento da parte del maresciallo della Guardia di finanza, è stato fermato per tentato omicidio. Intanto il tassista, ricoverato da domenica al Niguarda per un grave trauma cranico e un’emorragia cerebrale, resta in prognosi riservata. Nella tarda serata di domenica ha subìto un intervento neurochirurgico. L’ultimo bollettino dell’ospedale parla di “condizioni altamente critiche ed instabili”. “Attualmente – spiegano i medici – c’è una ridottissima attività cerebrale. Le sue condizioni sono sempre gravissime ma persiste comunque, seppure ridottissima, l’attività cerebrale. In sostanza – sottolineano smentendo così alcune notizie delle ultime ore – è gravissimo ma vivo“. Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, nel pomeriggio di lunedì ha fatto visita in ospedale all’uomo, portando alla famiglia la vicinanza della città.
“Ci hanno detto che ormai non c’è nulla da fare”. Ha detto il fratello del tassista, Andrea Famoso. “E’ incredibile – spiega all’Ansa nella sala d’aspetto dell’ospedale Niguarda -. E dire che è sempre stato prudente, al punto che se ci volevano 2 minuti per raggiungere un cliente, lui ne annunciava 4 per non correre. Alfredo è più giovane di me ma ha più anni di lavoro. Ha iniziato 37 anni fa, prima faceva l’autista per la Sio di Sesto San Giovanni. Anche io facevo il tassista, ho smesso a maggio, troppe tasse”. Anche il figlio nutre poche speranza: “Colleghi, amici, mio papà è morto. È tenuto in vita da una macchina ma aspettano di toglierla. Scusate se ho scritto su Facebook, vi chiedo scusa ma sono distrutto dal dolore. Me l’hanno ucciso per una lite con un pedone – scrive Federico F. – fate una preghiera per papà”. Intanto il segretario nazionale dell’Ugl Taxi, Alessandro Genovese, in un comunicato stampa dichiara: “A nome dell’Ugl Taxi, voglio esprimere il nostro dolore e la nostra rabbia per quanto accaduto al collega di Milano Alfredo Famoso, Aquila 7, rimasto vittima dell’ennesima aggressione ai danni di un tassista che stava svolgendo soltanto il proprio lavoro”. E i tassisti di Milano, in segno di solidarietà con la famiglia, si sono fermati per 15 minuti.
Poco si sa invece della coppia. Nel condominio di via Plinio, i due non sono molto conosciuti. La portinaia dello stabile racconta che l’appartamento dove vivono risulta affittato a nome della donna, che da circa un anno convive con il 48enne. Il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, si è voluto congratulare con la polizia “in particolare con l’Ufficio prevenzione generale, che in poche ore ha individuato e fermato il colpevole”. “Spero che adesso la magistratura non faccia sconti” ha aggiunto Maroni. “In questo momento – ha concluso – sono vicino alla famiglia Famoso”.