La capolista vince il derby contro il Torino e tiene la distanza Roma, sempre con una partita in meno. Ma a dominare sono le contestazioni sugli errori arbitrali
LA GIORNATA La Juventus vince il derby tra le polemiche, per alcuni striscioni osceni esposti in curva contro il Torino e per almeno due decisioni arbitrali a suo favore, e ricaccia a meno nove la Roma (con una partita in meno) che sabato è passata di misura a Bologna. Più indietro vincono Verona e Milan, e nell’attesa che Napoli, Fiorentina e Parma giochino stasera, si ferma l’Inter. Tre punti anche per Chievo e Lazio. Ma nella settimana che precede Roma-Inter e Milan-Juventus, e può essere decisiva, inevitabilmente si parlerà di rigori ed espulsioni. Diceva un filosofo americano che molti sanno discutere e pochi conversare, e in effetti nel parlare di calcio in Italia è più facile abbandonarsi alle polemiche che non dialogare. Ma sembra che il povero pallone italico certe volte se le vada proprio a cercare. Domina per almeno un’ora il derby la Juve, passata in vantaggio con uno splendido gol di Tevez (che raggiunge Pepito Rossi in testa alla classifica marcatori a 14) ma a dieci minuti dalla fine il fallo in area di Pirlo su El Kaddouri è netto. Non lo vede l’arbitro, che a fine primo tempo già aveva deciso di non estrarre il secondo giallo per Vidal dopo avergli fischiato contro un fallo di mano volontario. E cominciano le polemiche.
Anche perché nel frattempo la Roma sembra avere trovato il passo di inizio campionato, quinta vittoria in sei partite e gol di Nainggolan che porta a quattordici il numero di giallorossi a segno in questo campionato. Nove punti (sei potenziali) di distacco sembrano comunque troppi da recuperare, sette (quattro potenziali) in effetti sarebbero stati un altro discorso. Tra uno sbadiglio e l’altro di Thohir in tribuna a San Siro, l’Inter per la terza volta in stagione non trova la quarta vittoria consecutiva e, come le altre due volte, è fermata sull’uguale risultato di 1-1. Messi sotto per buona parte del match dal rimaneggiato Cagliari dell’ottimo Lopez, sulla traversa di Icardi a pochi minuti dalla fine la squadra di Mazzarri fallisce per l’ennesima volta il colpo decisivo, proprio quando è sul punto di fare il salto di qualità. E di classifica. Gioisce il Milan, ma anche a Marassi sono polemiche: contro la Sampdoria il raddoppio arriva dopo un fallo di mano di Pazzini non sanzionato. Tra alti e bassi, eliminazioni in coppa già avvenute (Udinese) e probabili (Atletico, che però ieri ne ha prese tre dall’Osasuna) per Seedorf è comunque la quarta vittoria su sei di campionato.
Tornano alla vittoria con lo stesso punteggio di 3-2 anche Lazio e Verona. Per i capitolini i tre punti arrivano al termine di un rocambolesco ping pong contro il Sassuolo, dove Malesani incappa nella quarta sconfitta di fila e rischia la panchina. Per gli scaligeri tre gol di vantaggio che sono l’ennesimo suggello a una stagione profumata d’Europa, con Luca Toni centravanti senz’età che di profumo sente quello del Mondiale brasiliano. Importante anche la vittoria dei cugini clivensi, che al Bentegodi superano il Catania in un drammatico e anticipato scontro diretto, e per una volta tornano a respirare mettendo la testa fuori dalla zona retrocessione. Deja vù – per non dire altro – il pareggio tra due squadre tranquille come Udinese e Atalanta: ospiti in vantaggio nel primo tempo, e padroni di casa che pareggiano nella ripresa.
Take Our PollIL PERSONAGGIO
Arrivato come un brutto anatroccolo, in pochi giorni si è trasformato nel cigno che in pochi si aspettavano. In gol dopo sei minuti nel suo debutto italiano al San Paolo contro il Napoli, in gol ieri contro la Sampdoria, sempre in campo e a suo agio come se giocasse nel Milan da diversi anni, Adel Taarabt potrebbe essere la sorpresa del campionato. E il campione che il club rossonero cercava da tempo se non si fosse perso nella politica dei parametri zero. Marocchino di Fes, alcune buone stagioni nel Qpr rovinate da atteggiamenti un po’ sbruffoni, Taarabt è un giocatore antico, un numero dieci classico e dal fisico non troppo lavorato: può partire da destra per effettuare il passaggio, da sinistra per rientrare al tiro, o giostrare nel mezzo per disegnare arabeschi che aprono il gioco e danno il via alle danze. A 24 anni, in prestito dal Fulham dove giocava pochissimo, è la stagione decisiva per la sua carriera. E questo Milan, così pieno di presunti nomi altisonanti eppur così povero di veri campioni, potrebbe essere la squadra ideale per fare brillare la stella che ha sempre promesso essere.
LA SPIGOLATURA
E va a finire che per riempire uno stadio ci vuole… una contestazione. E’ accaduto ieri sera all’Olimpico di Roma, dove per tifare la Lazio (e contestare Lotito) contro il Sassuolo si sono presentati oltre quarantamila spettatori, diecimila più della media stagionale, come se si fosse trattato di un big match e non di una partita contro l’ultima in classifica. La curiosa forma di protesta, organizzata da diverse settimane sotto lo slogan “Libera la Lazio”, voleva infatti che i tifosi affollassero gli spalti, tanto che anche la Curva Sud è stata eccezionalmente aperta, contro il presidente che accusava la tifoseria di essere assente. Dopo un mini corteo prima del match, dentro lo stadio era un tripudio di striscioni e slogan contro il presidente. Un’antipatia a prima vista, quella tra i tifosi e il massimo dirigente, consolidata con gli anni ed esplosa dopo il mercato di gennaio al ribasso, con la partenza di Hernanes. Dal canto suo Lotito si è presentato comunque in tribuna, un gesto che alcuni tifosi hanno interpretato come sfida, e ha aumentato il prezzo del biglietto, riuscendo così a guadagnarci anche da una contestazione mossa contro di lui.