È morto a 72 anni Antonio Pizzi, procuratore generale presso la Corte d’appello di Bari. Nella sua lunga carriera in magistratura, Pizzi ha seguito inchieste importanti, dal crac del Banco ambrosiano alle “Bestie di Satana“. E si è trovato ai vertici della magistratura barese in una fase di grande tensione per il ruolo del collega Antonio Laudati nella gestione dell’inchiesta escort-Tarantini-Berlusconi, sulla quale lo stesso Pizzi fu chiamato a testimoniare davanti al Csm.
Pizzi, stroncato da una leucemia fulminante, si è spento ieri sera a Milano nell’ospedale Niguarda dove era ricoverato da alcune settimane. Di origine molisana, aveva cominciato la sua carriera come giudice a Milano nel 1969. Da giudice istruttore, nei primi anni Ottanta coordinò inseme a Renato Bricchetti l’inchiesta sulla bancarotta fraudolenta del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, il banchiere trovato impiccato sotto un ponte di Londra il 18 giugno del 1982. Il processo finì con condanne definitive di imputati eccellenti, compresi i vertici della loggia P2: Gelli, Ortolani, Carboni, Pazienza. Pizzi ha poi guidato la Procura di Busto Arsizio proprio quando, nel 2004, nel varesotto emerse uno dei casi di cronaca nera più truci del Dopoguerra, quello dei delitti dei giovanissimi adepti delle Bestie di Satana (nella foto Pizzi, a sinistra, con il pm Tiziano Masini all’epoca dell’inchiesta). Anche questi assicurati alla giustizia, benché si continui a sospettare un loro ruolo in altri delitti irrisolti.
Dal 2005 al 2009, Antonio Pizzi ha guidato la procura di Monza, dalla quale, fra l’altro, ha lanciato numerosi allarmi sulla penetrazione delle organizzazioni mafiose nell’economia brianzola, quando ancora il tema giaceva in un colpevole cono d’ombra. Nel 2009 il Csm gli affida l’ultimo incarico alla guida della procura generale di Bari. “Ho perso un collega e un amico” ha commentato il presidente del Tribunale di Bari, Vito Savino, ricordando la sua “profonda dedizione al lavoro e la cordialità nei rapporti umani e professionali”. “Un magistrato onesto – ha detto il procuratore reggente di Bari, Pasquale Drago – che ha saputo affrontare con grande dignità i momenti difficili che ci sono stati in questo distretto”.