E poi arriva questo bambino.
Mi racconta che domani i suoi genitori
lo portano a Disneyland.
Gli dico: “beato te, dev’essere bellissimo”.
Avrà sei anni, capelli corti, testa tonda, faccia simpatica.
Le lenti degli occhiali gli fanno gli occhi giganti.
Ora mi guarda silenzioso.
Gli chiedo: “e sei contento?”
E intanto che gli chiedo
penso, che domanda cretina.
Ma io coi bambini, mi mette imbarazzo parlare
come con i matti
non so mai che dire
e faccio domande stupide.
Anche con le belle ragazze succede.
Mi risponde: “sì” e poi mi chiede: “perché non ci vai anche tu?”.
“Mi piacerebbe un sacco ma non ho nessuno che mi ci porta”.
“Portaci i tuoi figli”, dice.
“Non ne ho di figli”, dico.
“Si vede”, dice.
“Si vede?”
“Sì”.

Poi mi mostra la sua collezione di mostri di plastica colorata.
Ha la collezione quasi completa, dice, e un paio di doppioni.
Gli chiedo come si chiamano.
Mi risponde che al suo amico gli manca quello verde.
A lui no, ce l’ha.
Lo invidio.
Domani va a Disneyland.
Ha una bellissima collezione di mostri colorati
ed una certa rara lucidità nel vedere le cose.

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