All'indomani del via libera alla legge che punisce con l'ergastolo "l'omossessualità aggravata", compare sul 'Red pepper' una black list con i nominativi dei "sospettati": tra loro attivisti per i diritti Lgbtq, una star hip hop locale e un prete cattolico. Intanto, intervistato dalla Cnn, Museveni attacca: "Sono persone innaturali"
Un giornale ugandese, il Red Pepper, ha pubblicato una lista di quelli che ha definito i “200 principali” omosessuali del Paese.
Ieri il presidente dell’Uganda, Yoweri Museveni, ha firmato la controversa legge anti gay, criticata da Paesi occidentali e gruppi per i diritti umani. Oggi Red Pepper pubblica i nomi, e in alcuni casi anche le foto, dei 200 omosessuali con il titolo “Scoperti!”. La lista include noti attivisti gay del Paese, tra cui Pepe Julian Onziema, che ha detto più riprese come la nuova legge contro gli omosessuali potrebbe far nascere nuove violenze nei loro confronti. All’interno dell’articolo anche persone che non avevano in precedenza affermato di essere omosessuali. Tra i 200 nomi ci sono quello di una star hip hop popolare in Uganda e di un prete cattolico.
“E’ tornata la caccia alle streghe dei media”, ha scritto su Twitter Jacqueline Kasha, nota attivista per i diritti delle persone lesbiche. Anche lei compare nella lista di Red Pepper. Nicholas Opiyo, avvocato che gestisce un gruppo di osservazione sui diritti denominato Capitolo 4, ha previsto che la nuova legge renderà più difficile la vita per i gay ugandesi: “La promulgazione della legge contro l’omosessualità ha solo rafforzato…la popolazione nel suo rifiuto di chiunque sia percepito come gay o amichevole verso i gay – ha spiegato – Queste cose continueranno. Diventeranno più frequenti”. L’alto commissario delle Nazioni unite Navi Pillay ha avvisato che la legge istituzionalizzerà la discriminazione sessuale e potrebbe incoraggiare molestie e violenze contro i gay.
La nuova norma prevede una pena di 14 anni di carcere per le persone condannate per la prima volta e l’ergastolo per la cosiddetta “omosessualità aggravata”. Quest’ultimo reato riguarda casi di persone condannate più volte per rapporti omosessuali tra adulti consenzienti, nonché i responsabili di atti sessuali con minorenni, disabili o persone con l’Hiv.
Il portavoce della polizia, Patrick Onyango, ha detto che non sono state arrestate persone omosessuali da quando è stata firmata la legge. Ma sono pochissimi i gay in Uganda a fare ‘outing’ e la pubblicazione della lista da parte del tabloid ricorda a molti una lista simile resa nota nel 2011 da un altro tabloid, poi chiuso, che chiedeva l’esecuzione dei gay. Un giudice ha poi condannato l’outing degli omosessuali, in un Paese dove già sono sottoposti a gravi discriminazioni, sostenendo che era pari a una violazione della privacy. Subito dopo la pubblicazione di quella lista, l’attivista gay David Kato venne ucciso.
Nel difendere la legge, che proibisce la promozione dell’omosessualità e rende obbligatoria la denuncia alla polizia di chi si professa gay, il presidente Museveni ha detto che la misura era necessaria in quanto l’Occidente stava promuovendo l’omosessualità in Africa. I comportamenti sessuali sono “una questione di scelta e le persone omosessuali sono disgustose – ha anche detto, in un’intervista alla Cnn, il presidente ugandese – Essere omosessuale è innaturale e non un diritto umano“, ha aggiunto Museveni citando uno studio commissionato a un gruppo di esperti del suo governo.