Così i magistrati di Napoli si sono espressi sulle richieste di costituzione di parte civile al processo per corruzione in cui sono imputati Silvio Berlusconi e Valter Lavitola. I giudici hanno escluso anche il Codacons e gruppi di cittadini marchigiani, mentre hanno ammesso con riserva la costituzione di Forza Italia come responsabile civile
Ammesso il Senato, esclusa Italia dei Valori. Così il Tribunale di Napoli si è espresso sulle richieste di costituzione di parte civile al processo sulla presunta compravendita dei senatori in cui sono imputati Silvio Berlusconi e Valter Lavitola.
Il Tribunale di Napoli ha esclusoanche il Codacons e gruppi di cittadini marchigiani, mentre ha ammesso con riserva la costituzione di Forza Italia come responsabile civile.
Lo 5 febbraio a Palazzo Madama si era consumato un lungo braccio di ferro. Il presidente del Senato Piero Grasso, dopo aver ascoltato i diversi orientamenti espressi dai componenti del Consiglio di presidenza, aveva dato incarico all’Avvocatura dello Stato di rappresentare l’Aula nel processo contro il leader di Forza Italia. Grasso, già magistrato e procuratore nazionale antimafia, aveva ritenuto che l’identificazione, prima da parte del pubblico ministero poi del giudice, del Senato quale “persona offesa” ponesse un “ineludibile dovere morale di partecipazione all’accertamento della verità, in base alle regole processuali e seguendo il naturale andamento del dibattimento”.
Cuore del processo il versamento dell’ex presidente del Consiglio di 3 milioni di euro a Sergio De Gregorio perché cambiasse schieramento e contribuisse a determinare la crisi del governo Prodi dopo le elezioni del 2006. La procura di Napoli aveva chiesto il giudizio immediato nei confronti del leader del Pdl, dell’ex senatore dell’Idv e dell’ex direttore dell’Avanti, ma il gip aveva respinto. Per De Gregorio il giudice per l’udienza preliminare Amelia Primavera ha ratificato il patteggiamento a 20 mesi lo scorso 23 ottobre.