“I fatti accertati sono obiettivamente gravi e di elevato allarme sociale che hanno determinato un fenomeno di serio inquinamento dell’attività amministrativa del Comune di Roma e dei compiti di importanti istituzioni di controllo quali l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici”.
È la riflessione del gip Nicola Di Grazia nell’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari che ha riguardato anche l’ex capo dei vigili di Roma, Angelo Giuliani. Accusato di aver intascato una mazzetta da 30mila euro sotto forma di sponsorizzazione perché intervenisse per far ottenere alla società “Sicurezza e Ambiente” il servizio di ripristino delle strade dopo gli incidenti stradali. Per questo episodio si contesta il reato di corruzione a Giuliani, Angelo Cacciotti, consigliere Cda della Sea ed amministratore di fatto, Giovanni Scognamiglio, amministratore delegato Sea, Giovanni Bort (per il quale era stato sollecitato l’arresto), presidente del Cda della Sea, Iano Santoro, dirigente Sea. Il giudice scrive che “le condotte sono caratterizzate da aspetti intriseci e di contesto significativi della sistematicità e della pervicacia dell’attività illecita svolta con operazioni che appaiono ben studiate e programmate con l’utilizzo di una rete diffusa e il ricorso spregiudicato ad ogni mezzo di pressione”.
Ma non solo; dagli atti emerge che Giuliani “minacciava l’allora sindaco Alemanno“. Nell’ordinanza di custodia cautelare si legge di gravi minacce che avrebbe rivolto all’allora primo cittadino “nei colloqui avuti appena prima la formalizzazione della sua sostituzione e il ‘patto’ che, in forza di tale sua condotta intimidatoria, lo stesso Giuliani avrebbe così ottenuto di stipulare con l’allora sindaco”. L’accordo, in base a quanto emerge dalle intercettazioni, avrebbe riguardato la salvaguardia del gruppo sportivo diretto da Giuliani anche alla luce dell’imminente sostituzione dal comando. Se mi toccate il gruppo sportivo io mando cinque-sei siluri, non ci provate” diceva Giuliani. In alcune intercettazioni parla a terzi delle minacce rivolte ad Alemanno. “Sono presidente di Commissione lì al concorso, ogni atto ostile che mi fate, leggasi Gruppo sportivo, lo reputo un atto ostile nei mie confronti: se mi fate na cosa, io vi rompo il c…”. Poi ancora uno sfogo e insulti all’ allora sindaco: “io avevo fatto il patto con il sindaco – gli ho detto Sindaco lasciateme perde almeno quello, niente; questo non conta un ca…, il sindaco proprio non conta un ca…”.
“Il gip, infine, evidenzia, come l’ex comandante “nonostante il sostanziale demansionamento, attualmente conserva il ruolo di capo della scuola di formazione della polizia locale di Roma Capitale, qualità che gli consente ancora di gestire delicati rapporti all’interno del corpo”.
Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri del Nucleo investigativo e hanno riguardato anche altre tre persone, tutte finite ai domiciliari, appartenenti alla società ‘Sicurezza e ambiente’, vincitrice dell’appalto. Nell’inchiesta- secondo le agenzie di stampa – risulta indagato anche l’ex direttore generale della Rai Alfredo Meocci. È accusato di corruzione nella qualità di componente dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. Per chi indaga, nel 2013 Meocci avrebbe infatti dato parere favorevole sull’assegnazione dell’appalto alla Sea (società Sicurezza e Ambiente) senza che ci fosse stata alcuna gara. Su questo appalto però, l’Autorità nel 2012 aveva espresso giudizio negativo. “Alfredo Meocci ad oggi, non ha ricevuto alcuna comunicazione dagli organi inquirenti” dice il presidente dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, Sergio Santoro. Che precisa che “in merito ad alcune ricostruzioni giornalistiche della vicenda, non c’è alcuna difformità tra la delibera del 27.6.2012 e il parere espresso il 20.12.2012, il quale riguarda la qualificazione giuridica del rapporto che lega la società Sicurezza e Ambiente ai cosiddetti centri logistici operativi utilizzati per il ripristino delle strade post incidente”.
Nell’ordinanza però si legge di uno scambio di favori, in particolare un’assunzione. In particolare, si legge nel capo d’imputazione, si contesta la corruzione perché “Meocci, quale consigliere della Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici (Avcp) per compiere atti contrari ai doveri di ufficio, riceveva denaro e altre utilità dalla società Sicurezza e Ambiente spa e per essa da Cacciotti, consigliere del Cda e amministratore di fatto, Scognamiglio, amministratore delegato Cda, Bort presidente del Cda della Sa”. In particolare, nel febbraio 2013, Meocci avrebbe reso parere favorevole alla Sa, “ricevendo, a titolo di utilità, l’assunzione di” una “persona del Meocci espressamente segnalata, per un rapporto di collaborazione lavorativa presso una società facente capo alla Sa”.