"Ci sono classici che mi preparavano mia nonna e mia mamma, stuzzichini che mi piace mangiare al bar con i miei amici e piatti che ho realizzato nello show", dice il vincitore di MasterChef Usa, ora impegnato nell'apertura del suo ristorante e di una gelateria
Si chiama My Italian Kitchen il primo libro di ricette di Luca Manfè, vincitore della quarta stagione di MasterChef Usa. In libreria negli Stati Uniti il prossimo 14 maggio, da qualche giorno si può prenotare online. Menu preparati durante lo show, le ricette di famiglia e il piatto che Gordon Ramsey vorrebbe nella sua ultima cena. Ce li siamo fatti raccontare dall’autore.
L’ennesimo libro di ricette. Che cosa c’è di speciale nel tuo?
Credo che il mio libro sia diverso dagli altri perché queste ricette raccontano la mia storia. Non sono create esclusivamente per il libro, ma sono piatti che ho mangiato e preparato in molti anni della mia vita. Ci sono classici che mi preparavano mia nonna e mia mamma, stuzzichini che mi piace mangiare al bar con i miei amici e molti piatti che ho realizzato nello show e nella mia breve vita da chef.
Piatti che piaceranno anche a noi, o solo agli americani?
Sono sicuro che piaceranno anche agli italiani. Ci sono molte paste e risotti, ma anche tanti piatti elaborati. E non sarebbe un libro mio senza i piatti friulani: la polenta, il frico e il muset con la brovada.
La ricetta da non perdere?
Sicuramente la panna cotta alla caprese al basilico con marmellata di pomodori.
I giudici hanno criticato la tua polenta con l’aggiunta del formaggio. “That’s my way” hai risposto. In questo libro ci sono preparazioni per cui storcerebbero il naso?
Joe Bastianich potrebbe dire che non ho imparato dai miei errori perché anche nel libro la polenta è fatta con il formaggio grana.
Il piatto che ha conquistato Ramsey?
La costa di manzo al balsamico e tamarindo con purea di topinambur. È quello che ho presentato in finale: chef Ramsey ha detto che vorrebbe un piatto del genere per la sua ultima cena.
Presentando il libro, “Bastianich ha detto: “Luca is proof that nice guys don’t always finish last”. Cosa intendeva?
Joe intendeva che quelli troppo buoni non vincono mai. Invece nello show ho dimostrato che si può arrivare a grossi risultati anche essendo generosi e gentili verso i propri avversari. A me piace la sfida leale, senza cercare di eliminare gli altri concorrenti a colpi bassi. È per questo che quando Natasha e Jessie avevano bisogno di ingredienti glieli ho dati senza problemi. Volevo vincere per le mie qualità, non perché avevo messo in difficoltà un avversario.
Ti leggeremo anche in Italia?
Spero proprio di sì. Ci stiamo organizzando per i diritti e la distribuzione, ma al momento non ho idea di quando potrà succedere!
Dove ti troveremo nei prossimi mesi?
A fare la spola tra New York e l’Italia (alla fiera “Cucinare” dal 21 al 24 marzo a Pordenone, ndr), a lavorare all’apertura del mio ristorante e della mia gelateria, ma soprattutto nei “Dinner with Luca” in giro per l’America, che a breve saranno disponibili anche per gli amici Italiani a Nyc. Stiamo allestendo uno spazio per i turisti in vacanza nella Grande Mela.