"Abbiamo proposto collaborazione, ma di fronte a noi abbiamo avuto una chiusura totale – spiega Simone Saccani di Flc Cgil – A questo punto vedremo come agire a livello legale e sindacale”. Dal 15 gennaio i lavoratori sono chiamati a presentare le deleghe controfirmate dal responsabile del proprio ufficio di appartenenza per la conferma delle trattenute in busta paga
Nessun passo indietro sulla “schedatura” dei dipendenti pubblici per le loro scelte sindacali. La Ragioneria territoriale dello Stato, che fa capo al ministero dell’Economia e delle finanze, è decisa a non scendere a compromessi sulle nuove modalità introdotte a Parma per l’iscrizione e la revoca dei lavoratori pubblici ai sindacati, che dal 15 gennaio sono chiamati a presentare le deleghe controfirmate dal responsabile del proprio ufficio di appartenenza per la conferma delle trattenute in busta paga. Un provvedimento che secondo i rappresentanti dei lavoratori, lede non solo la privacy, ma va anche contro i principi di libertà della persona e quanto previsto dalla legge in merito alle deleghe sindacali.
A oltre un mese dalla richiesta di spiegazioni però, nulla sembra essersi mosso. Dopo la denuncia all’unanimità, le sigle Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil, Snals Confsal e Gilda degli insegnanti hanno incontrato il prefetto di Parma Luigi Viana e quindi si sono confrontate con il direttore della Ragioneria territoriale provinciale Rosaria Chizzini, che con la circolare ha imposto le nuove modalità per dare il via libera alle trattenute di stipendio destinate ai sindacati. La risposta però non è stata quella auspicata e ora le sigle minacciano di andare per vie legali per vedere riconosciuti i propri diritti e quelli dei lavoratori. “Ci hanno detto che in passato ci sono state deleghe fatte male, ma questa non può essere una giustificazione. Abbiamo proposto collaborazione, ma di fronte a noi abbiamo avuto una chiusura totale – spiega Simone Saccani di Flc Cgil – A questo punto vedremo come agire a livello legale e sindacale”.
La Ragioneria provinciale ha mantenuto la propria posizione e suggerito ai rappresentanti di rivolgersi a Roma per chiarire la situazione, ma nel frattempo i sindacati hanno le mani legate. Nei giorni scorsi alcuni delegati hanno cercato di consegnare le iscrizioni agli uffici della Ragioneria, come hanno sempre fatto, ma sono state respinte. Di fatto quindi revoche e adesioni sono bloccate da più di 40 giorni, con una conseguenza che sembra un paradosso: i sindacati perdono risorse da quasi due mesi, visto che non hanno più le entrate delle trattenute in busta paga, e chi volesse presentare una revoca o un cambio di sigla, e quindi non versare più al sindacato, non riesce ad aggiornare la propria posizione. Ci sono poi difficoltà oggettive che riguardano per esempio le iscrizioni dei pensionati, per cui è difficile richiedere la controfirma ai superiori, o anche dei ricercatori universitari che dipendono dal ministero, che dovrebbero quindi ricevere il via libera direttamente da Roma.
Della vicenda si era interessata anche la deputata del Pd Patrizia Maestri, ex segretaria provinciale Cgil, che sul caso, che riguarda solo Parma, ha presentato un’interrogazione in Parlamento.
Il resto della politica però, accusano i sindacati, è rimasto in silenzio, ed è per questo che la Gilda degli insegnanti ha chiesto un incontro con i vertici provinciali e regionali dei partiti che sostengono il governo. La Gilda ha annunciato anche che avvierà il tour “della scheda nulla”, un ciclo di assemblee per invitare gli elettori alla scheda nulla alle prossime elezioni amministrative ed europee. “Se questi politici non esistono nella gestione politica della amministrazione statale sul territorio – attacca il coordinatore provinciale Salvatore Pizzo – candidino direttamente i burocrati, che a quanto pare hanno maggiore voce in capitolo.”