Il neo presidente Renzi avrà già sicuramente sulla sua scrivania lettere e appelli di ogni sorta arrivati da ogni angolo del paese. Tra queste sicuramente c’è anche quella inviata da Patrizia Moretti, la mamma di Federico Aldrovandi, il ragazzo ammazzato a suon di botte a Ferrara.
Per quell’episodio sono stati condannati non 4 teppisti, ma quattro agenti di quelli che avrebbero dovuto far rispettare lo Stato di diritto e la Costituzione. Sono stati condannati per “Uso eccessivo della forza”, hanno scontato la pena ed ora torneranno in divisa e, addirittura, nella stessa città di Ferrara, magari chiederanno anche i documenti ai familiari e agli amici di Federico.
Ci hanno spiegato che questo prevedono le norme ed i regolamenti, ma in questa storia contano anche le umiliazioni subite i depistaggi, i tentativi di cancellare le prove, le intimidazioni alla difesa, il silenzio mediatico iniziale che ha contribuito non poco a negare verità e giustizia per settimane, mesi, anni.
Quel silenzio fu interrotto proprio dalla mamma di Federico che aprì un suo blog e cominciò una straordinaria battaglia per squarciare censura e silenzio.
Le stesse umiliazioni le hanno subito le famiglie Uva, Cucchi e le altre che hanno subito quella che potremmo definire una violenza di Stato.
Per questo Patrizia Moretti Aldrovandi ha deciso di scrivere a Renzi. Lo ha fatto affinché a nessun altro possa capitare quello che è accaduto a suo figlio. Lo ha fatto per segnalare il paradosso di chi, presto potrebbe incontrare per strada, per di più in divisa, chi è stato condannato per le botte a Federico. Lo ha fatto, anche se alcuni fingono di non capire, per difendere i tanti poliziotti che rischiano ogni giorno per tutelare lo Stato di diritto e che dovrebbero sentirsi oltraggiati da episodi come quello di Ferrara o dagli assalti alla caserma Diaz.
Per questo ci auguriamo che Renzi non solo legga e risponda alla lettera di Patrizia Aldrovandi Moretti, ma trovi anche il tempo di andare a Ferrara per testimoniare che a nessuno può essere concesso di usare la divisa per calpestare la dignità delle persone e la Costituzione.
Chi volesse saperne di più si vada a rivedere lo straordinario film E’ stato morto un ragazzo realizzato da Filippo Vendemmiati e dedicato proprio alla incredibile e vergognosa vicenda di Federico Aldrovandi.