Dodici mesi in più per permettere anche ai costruttori di auto di grossa cilindrata di adattarsi al limite di 95 g/km. Da 2020 al 2022, chi ha in gamma elettriche e ibride plug-in sarà favorito. Entro il 2017, nuovi test per la rilevazione dei consumi
Alla fine il braccio di ferro fra l’Unione europea e le Case automobilistiche tedesche, supportate dai loro europarlamentari, s’è chiuso con un compromesso: rimarrà sì l’obbligo di limitare le emissioni medie della gamma di ogni costruttore a 95 g/km di CO2 entro il 2020, ma dal calcolo della media si potrà escludere il 5% delle auto immatricolate. L’impegno di includere la totalità delle auto vendute nel calcolo slitterà di un anno, al 2021, come aveva promesso la cancelliera Angela Merkel durante la sua ultima campagna elettorale. Il testo è stato approvato il 25 febbraio dal Parlamento Europeo con 499 voti a favore, 107 contrari e 9 astensioni, e sarà firmata dai governi europei nei prossimi mesi.
Le Case che producono auto di grossa cilindrata, insomma, avranno un anno in più per mettersi in regola. “Il ritardo di un anno è un inutile indebolimento per compiacere i marchi di lusso tedeschi”, ha detto Greg Archer, della lobby Transport & Environment, ad Automotive News Europe. “Comunque, l’accordo finale è ancora un buon affare per l’ambiente, l’economia dell’Unione e gli automobilisti: ridurrà l’uso dei carburanti e le emissioni di CO2 del 27% in sei anni”. La normativa europea, infatti, impone limiti sempre più stretti alle emissioni medie della gamma: 130 g/km nel 2015, 95 g/km nel 2021.
Secondo gli analisti di Jato Dynamics, nel 2012 (ultimi dati disponibili) tutti i marchi che producono prevalentemente auto piccole erano già ampiamente entro i limiti previsti per il 2015: la Fiat, prima in classifica, aveva un’emissione media di 119,8 g/km, seguita da Peugeot, Renault e Toyota e Citroën.
“L’Europa continuerà a essere all’avanguardia nella riduzione delle emissioni di CO2 delle automobili, con il target di 95 g che rappresenta un risparmio di 15 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 all’anno”, ha dichiarato il relatore tedesco del Partito Popolare Europeo Thomas Ulmer nel comunicato ufficiale dell’Europarlamento.”Tuttavia, il costo d’innovazione deve essere socialmente accettabile ed economicamente fattibile, sia per i consumatori sia per i produttori”, ha aggiunto per gustificare il “favore” alle Case tedesche.
La legge prevede però anche i cosiddetti “super crediti” per le auto a basse emissioni. Per favorire la diffusione di auto elettriche e ibride plug-in, dal 2020 al 2022 ogni auto con emissioni di CO2 inferiori ai 50 g/km conterà, nel calcolo della media, più di un’auto tradizionale. In particolare, conterà come 2 macchine nel 2020, come 1,67 nel 2021 e come 1,33 nel 2022, per poi essere considerata come tutte le altre a partire dal 2023.
Infine, una buona notizia per i consumatori. L’Europarlamento ha annunciato che sta lavorando per introdurre entro il 2017 nuovi cicli di test sulle emissioni (e dunque sui consumi) per rispecchiare meglio le condizioni reali di guida. Il comunicato ufficiale riporta una verità che agli automobilisti è chiara da anni: “Alcuni studi recenti dimostrano che i produttori hanno approfittato delle lacune dell’attuale procedura che hanno portato ai dati ufficiali delle emissioni, in verità lontani dalle realtà dei fatti”.