Ora è tutto chiaro. Ma ci son voluti molti eventi e molti rumori per arrivare a far comprendere alla massa di cittadini qual è il vero “manifesto del M5S“, e quanto questo non sia tanto utopico perché concretamente funziona in sistemi sociali efficienti e post ideologici. Grillo si ispira alla Svizzera e lo fa in verità da molto tempo. Diciamo da quando uno dei suoi migliori collaboratori vive a Zurigo. La consultazione via web dei cittadini registrati sulla piattaforma appositamente creata per le consultazioni, altro non è che la riproposizione del modello elvetico di ricorso ai referendum. In Svizzera bastano 50mila cittadini che propongono una iniziativa referendaria e scatta la consultazione del popolo.
In termini di proporzione statistica rispetto al tasso di democrazia, il livello è quasi identico: Grillo è stato votato da circa 9.000.000 di elettori, e con circa cinquantamila di essi verifica l’umore del popolo attenendosi comunque, alle sue finali ed imprescindibili risposte. Il tutto rispecchia i numeri della Svizzera dove il sistema funziona, cresce, s’innova e rappresenta una pietra d’inciampo all’europeismo trilaterale (disegnato dalla Trilaterale per intenderci). Possiamo affermare che il modello americano usato dal Pd delle primarie, in termini statistici e proporzionali sia più democratico di quello della consultazione del M5S? No, perché esso si mette in moto solo per la scelta dei leader e non dei contenuti tematici volta per volta.
Il modello di Grillo, diciamo della democrazia coi buchi, se esteso davvero può rappresentare un modello di sviluppo sociale di una Comunità, molto più efficace di un modello fondato sul “sondaggismo” cui ci hanno abituato i nostri politici negli ultimi decenni. Perché? Perché i sondaggi sono algoritmi controllabili, mentre le consultazioni popolari anche via web sono verificabili. In che senso? I sondaggi sono anonimi, mentre le consultazioni comunque corrispondono ad un ip ed ad una registrazione. Per esempio, se avessero fatto una verifica/web sul decreto Imu-Bankitalia e se il M5S fosse al governo, non avremmo rischiato di essere ammoniti dalla Ue su sospetti aiuti di Stato che nel sistema di regole attuale equivale alla segnalazione di un goal in fuori gioco. Peraltro proprio prima della finale di ottobre in cui le nostre banche giocano nel campionato europeo arbitrato da Draghi”. Quindi Grillo applica un sistema già usato in altre democrazie popolari, ovviamente con l’obiettivo di estenderlo al funzionamento della Stato in futuro, qualora gli italiani decidessero di affidargli il governo del Paese con il voto.
Di fatto applica ” la concordanza” valore costituzionale mitteleuropeo e svizzera in particolare, perché a ciò che decidono questi “micro referendum” si adegua anche la minoranza. Certo il popolo che decide, può prendere decisioni anti europee o comunque “forti”, come è successo appunto in Svizzera il 9 febbraio. Ma cosa deciderà il popolo italiano il 25 maggio, in occasione delle elezioni europee? E cosa deciderebbe in un eventuale referendum sull’euro? Il punto è che Grillo non decide, ma chiede e poi decide in base alle risposte, attenendovisi. Tutto ciò è democratico? Io credo sia post-democratico in un era post ideologica. Evita guerre civili o conflitti sociali alla greca? Sì. In Italia sì! Il comico genovese è stato sempre fissato sul modello Svizzero, colpito da sempre da quelle famose ricariche degli spazzolini! Ricordate? Ha addirittura aperto un indirizzo in Svizzera per rifugiare il suo blog qualora la censura italiana fosse riuscita a bloccarlo. Successe alcuni anni fa. La debolezza dello schema di Grillo è che nel suo caso la velocità gioca a suo sfavore. Nel senso che sui dissidenti, il ricorso alla consultazione doveva lasciar spazio anche alla voce degli stessi. In Svizzera il governo si esprime sull’iniziativa prima. Il popolo poi decide. In questo caso i dissidenti non hanno detto la loro, prima. Comunque a volte sono i buchi che rendono grande un Formaggio.