Paolo Zanotti è il padre di Mattia, uno dei quattro attivisti del movimento NoTav che dal 9 dicembre sono in carcere con l’accusa di terrorismo per l’assalto al cantiere avvenuto nella notte tra il 13 e il 14 maggio scorso. Per la prima volta parla pubblicamente di fronte alle telecamere e al fattoquotidiano.it ricostruisce i passaggi principali della vicenda. Primo fra tutti l’accusa di terrorismo che pende sui quattro giovani tutt’ora detenuti nei reparti ad alta sicurezza di Roma, Ferrara e Alessandria. A metà gennaio, il Tribunale del Riesame di Torino aveva confermato la custodia cautelare adducendo al fatto che l’azione dei quattro è stata ritenuta “idonea ad arrecare grave danno al Paese consistente anzitutto nel danno all’immagine che al Paese deriva a livello internazionale dal ritardo nella realizzazione dell’opera”. La gravità delle accuse contestate stanno avendo delle pesanti conseguenze sulla condizione carceraria dei quattro. Il padre di Zanotti insieme agli altri famigliari ha denunciato le misure stringenti a cui vengono sottoposti i quattro imputati: “In particolare Claudio Alberto che a Ferrara ha subito l’isolamento per 19 giorni, mentre la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo prevede che questa misura non possa superare i 14 giorni” di Simone Bauducco
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