Denunce, controlli, esposti in quattro Procure. Con i riflettori puntati dritti sui quattro nuovi ospedali toscani, Pistoia e Prato in testa. E’ in queste due strutture che sono emerse “non conformità nei parametri igienici sanitari degli ambienti (…) derivanti da criticità tecniche pressoché uguali in entrambi i nosocomi”. E visto che “il nuovo ospedale San Luca (di Lucca, ndr) è la copia identica dei primi due, sembra razionale far intervenire in quest’ultimo chi ha già individuato inconvenienti e messo in atto soluzioni per i primi due”. Ha suscitato clamore, e non poco, la richiesta contenuta in una comunicazione interna a firma del direttore della macrostruttura ospedaliera dell’Asl lucchese Lisandro Fava. E’ da qui che sono scattate una serie di interrogazioni, tra cui una parlamentare, da parte del Movimento 5 Stelle toscano che ha deciso di tirare in ballo la magistratura per vederci chiaro sulle strutture, nate da un’unica soluzione progettuale e costate la bellezza di 657 milioni di euro.
Così, mentre nei mesi scorsi sono scattati i controlli dei militari dei Nas negli ospedali di Prato e Pistoia per verificare l’eventuale presenza di “inadeguatezze” o “criticità”, l’azienda sanitaria difende gli ospedali a spada tratta. Ma il timore del M5S toscano “che le medesime criticità possano essere presenti anche in quello lucchese”, resta forte. Il documento interno a firma di Fava, dopotutto, elenca le criticità dei nosocomi e anche se a suo dire sarebbe stato “interpretato erroneamente”, la guardia è alta. Tra i pericoli, per i quali l’azienda sanitaria ha parlato di “allarmismo ingiustificato”, ci sono la “non rispondenza ai requisiti di legge dell’acqua destinata al consumo umano”, oltre al “malfunzionamento dei sensori di rilevamento delle pressioni aeree nelle sale operatorie, impropria immissione di aria esterna nelle sale operatorie con conseguente contaminazione particellare, criticità di tenuta delle porte delle zone filtro nelle stanze di isolamento di malattie infettive, rianimazione, terapia intensiva neonatale”. L’elenco potenzialmente, secondo la denuncia del M5S, riguarda tutti e quattro i nuovi ospedali. Ben diversa la posizione dei massimi dirigenti delle strutture che hanno chiamato a raccolta la stampa per comunicare, tra l’altro, l’intenzione di valutare se adire alle vie legali. Oltre a spiegare che si tratta di “misure di ulteriore miglioramento (ad esempio i controlli su malattie infettive) o di semplice regolazione”, sottolineando che “l’attività di controllo è continua, e gli impianti necessitano di essere costantemente tarati”.
Il M5S, però, non arretra. E si chiede perché “i problemi tecnici riscontrati a Pistoia riguardanti l’impianto elettrico, le infiltrazioni dal tetto, l’areazione dei locali, l’emissione di fumi e rumori oltre la soglia di tolleranza, si sono poi ripresentati nel presidio di Prato”. Rilanciando che i dubbi “vengono adesso confermati ufficialmente da una determina della Estav Nord Ovest che riconosce l’urgenza di dover procedere con ulteriori controlli al nuovo ospedale di Lucca, prima della sua apertura che, nel frattempo, è stata rinviata a data da destinarsi”. “È possibile che i vertici delle Asl e l’assessore regionale Marroni ignorassero che gli ospedali di Prato e Pistoia sono stati attivati con quelle gravi carenze?” si chiede il Movimento. Così attivisti e consiglieri comunali il 16 gennaio hanno presentato anche un’interrogazione in Senato. “È interesse primario del Movimento difendere e tutelare il diritto alla salute dei cittadini – hanno aggiunto – nonché segnalare ogni possibile spreco di denaro pubblico”. I dubbi aumentano, poi, per il contenuto della discussa missiva in cui la Asl 2 alla Estav (novembre 2013) “manifesta l’esigenza di affidare ad una azienda specializzata “terza” una serie di analisi microbiologiche dell’acqua distribuita all’interno del nosocomio e di verifiche negli ambienti a contaminazione controllata“. Il rischio? Che questo “progetto grandioso – conclude il M5S – fortemente voluto dall’allora assessore regionale alla Salute e attuale presidente della Regione, Enrico Rossi, e costato finora centinaia di milioni di euro alla collettività, rischia di trasformarsi in uno dei più grandi scandali italiani in ambito sanitario. La politica lo considera un progetto di eccellenza; noi insistiamo nel ritenerlo solo un’enorme speculazione edilizia”.