Nuovi guai per Carolina Girasole finita ai domiciliari lo scorso 3 ottobre. La nuova ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell’ex sindaco antimafia di Isola Capo Rizzuto e di altre cinque persone, tra cui l’ex assessore Domenico Battigaglia, è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore della Dda, Salvatore Curcio. L’accusa è abuso e turbata gara d’appalto con l’aggravante di aver favorito la cosca.
L’ex prima cittadina era già stata arrestata insieme ad esponenti della cosca di ‘ndrangheta degli Arena di Isola Capo Rizzuto. Il nuovo provvedimento cautelare è frutto di ulteriori accertamenti compiuti dalla Guardia di finanza di Crotone e dalla Dda di Catanzaro. Gli inquirenti hanno acquisito una serie di documenti ed hanno sentito numerosi testimoni per ricostruire nel dettaglio la vicenda dell’aggiudicazione della gara pubblica per l’affidamento del servizio di raccolta dei finocchi coltivati su circa 39 ettari di terreno confiscati agli Arena.
Gli inquirenti sostengono che l’amministrazione comunale guidata dall’allora sindaco Girasole aveva preferito indire la gara d’appalto per la raccolta e commercializzazione dei finocchi invece di optare per la soluzione della fresatura dei terreni, così come aveva indicato l’associazione Libera Terra assegnataria dei terreni. Secondo la Dda di Catanzaro, la gara d’appalto era stata turbata attraverso la fissazione all’origine di un prezzo base d’asta irrisorio e, in ogni caso, controllata dalla cosca Arena che, di fatto, aveva individuato i soggetti che avrebbero dovuto partecipare, stabilendo anche l’entità delle offerte da presentare al fine di poterla far aggiudicare ad un proprio prestanome alle migliori condizioni possibili.
Dagli approfondimenti investigativi è emerso come prima che la Giunta comunale adottasse la delibera per la stesura del bando, l’ex sindaco Girasole e l’ex assessore all’agricoltura Battigaglia avevano già predisposto la bozza di gara, fissando prezzi base d’asta assolutamente inferiori rispetto ai prezzi di mercato. Le indagini hanno confermato i contatti, anche per interposta persona, tra le figure istituzionali e gli esponenti della cosca Arena, che ricevevano notizie riservate e indicazioni utili ad ottenere l’aggiudicazione della gara.